La storia del re inizia con la sua educazione. Gli aspiranti alla regalità sono oggetto di attenzioni particolari. Vengono affidati al responsabile della famiglia regale, il nyoom. E' lui che si prende cura della crescita e dell'educazione dei principi che appartengono alla linea di successione
La più gran preoccupazione è quella di evitare tutto
ciò che potrebbe alterare l'integrità fisica che è
indispensabile a ogni futuro re. E' la ragione per la quale questi bambini
sono custoditi con gran discrezione di fronte al pubblico e ai suoi pericoli;
sono allevati in semi-reclusione, al riparo da ogni rischio.
Gran parte dell'educazione è segnata da divieti la maggior parte
dei quali ha lo scopo di preservarli da ogni incidente. Non possono danzare
né giocare con gli altri giovani, mangiare presso di altri, arrampicarsi
sugli alberi, andare a caccia. Non possono neanche visitare la Corte, salvo
quando, accompagnati dai loro genitori, vanno a rendere omaggio al re.
Fin che sono giovani, sono vestiti come gli altri bambini ma portano
dei braccialetti alle caviglie. Durante le cerimonie possono indossare
abiti pregiati.
Così come i figli del re, i principi della successione si sforzano
di farsi notare dal nyim, con invenzioni, con la loro arte di danzare,
ecc. Come ricompensa, il re a volte attribuisce loro la proprietà
di un villaggio, dal quale possono trarre sostanziali vantaggi materiali.
Sono messi premurosamente al corrente di tutte le tradizioni. Un curioso
testo di Torday lo testimonia: "Durante il nostro soggiorno a Mushenge,
i figli del re e i loro amici non ci lasciarono quasi mai; ci mescolammo
ai loro giochi che consistevano nell'imitare la Corte. Ogni bambino ricopriva
il ruolo di uno dei dignitari e la loro mimica, rappresentando le differenti
cerimonie della Corte, ci guidò sovente e ci fornì gli indizi
per le nostre inchieste. Un giorno che ero sofferente per una ferita alla
gamba, fui "interrato" da questi bambini, con tutte le cerimonie d'uso".
I giovani bushoong devono di norma attraversare le prove di un'iniziazione
chiamata nkaan. Questa iniziazione corrisponde ai costumi, così
diffusi nell'Africa Nera e altrove, che hanno lo scopo di portare i giovani
all'età veramente adulta, in pieno possesso della loro virilità.
Essa era voluta specialmente dai re per mostrare la loro potenza e sottomettere
incondizionatamente i sudditi. La conosciamo dai racconti circostanziati
di Torday e Vansina, quest'ultimo ebbe anche il coraggio di parteciparvi.
Quando si dice prova, non si tratta di una figura di stile. Non erano
solo imposte sofferenze fisiche e morali serie ma, una volta, coloro che
si dimostravano indisciplinati nella nkaan, o insufficientemente coraggiosi,
erano uccisi; si diceva ai loro genitori che il leopardo dell'iniziazione,
li aveva portati via.
Nel XVII secolo, il re Mbwoong a-Lyeeng aveva fatto organizzare la
nkaan nove volte; alla decima, gli iniziati, fuggirono e si stabilirono
di là dalla frontiera, cioè del fiume Labody; furono i primi
Babindji di Sankuru. Questa versione dell'origine dei Babindji concorda
con il racconto di Torday che riferisce che sono dei Bushoong arrivati
senza donne. Una colonia di Bakuba nei pressi di Lusambo ha un'origine
analoga.
Con la colonizzazione, vi furono presto delle difficoltà, perché
la nkaan interrompeva la raccolta del caoutchouc. Kot a-Pey fu l'ultimo
re ad organizzarla ufficialmente. I re successivi non osarono ricominciare
l'esperienza per non dispiacere le autorità coloniali. Ci furono
tuttavia delle nkaan più o meno segrete in qualche villaggio bushoong.
Bisogna distinguere la nkaan destinata alle persone comuni e quella
riservata ai membri della famiglia regale. Quest'ultima è molto
meno esigente. L'iniziazione dei principi si faceva in una delle case del
palazzo. Gli aspiranti vi rimanevano uno o due periodi di nove giorni.
Soffrivano tuttavia sia per la fame sia per le diverse prove che venivano
loro inflitte. Un notabile chiamato impartiva loro alcuni insegnamenti
tra i quali il più importante si riferiva al segreto: qualunque
sia la minaccia, un Bushoong adulto non svela mai un segreto.
Si insegnavano anche una lingua segreta ed alcuni canti. La lingua
segreta è il lambil. E' caratterizzata dal cambio della designazione
delle cose. Bisogna notare che, oltre la lingua corrente e il lambil, il
re parla una lingua propria. In lambil, la casa mbul si dice ntshuum, da
cui il nome di un disegno famoso, il ntshuum anyim, la "casa del re". Si
racconta che il re Jot Mabiintsh ma-Kyeen, avendo bisogno di olio, l'avesse
chiesto distrattamente nella sua lingua; dopo qualche esitazione i suoi
servitori gli portarono delle piume di pappagallo! L'olio si chiama shedy
in bushoong, mweep in lambil e lakosh nella lingua del re; ora, in bushoong,
kosh è il pappagallo.
I canti che si insegnano a nkaan sono in modo particolare canti di
guerra, canti d'onore, e canti di caccia. Alcuni canti segreti non devono
mai essere eseguiti davanti alle donne. Il segno che si era superata la
nkaan era l'estrazione di due incisivi.
La nkaan bushoong non ha alcuna relazione con la circoncisione, contrariamente
elle abitudini di alcune tribù. La circoncisione esiste, ma viene
fatta senza alcuna cerimonia nove giorni dopo la nascita. L'escissione
non è praticata. C'è tuttavia per i giovani, una specie di
iniziazione sessuale. Per far ciò ci si serve di grandi statue di
legno che servono a spiegare il corpo della donna.
Il periodo dell'iniziazione era il momento privilegiato della vita,
anche per i principi. Era per sempre un riferimento importante. Suscitava
una disposizione di impegno totale. Un uomo iniziato che udiva l'esclamazione
"nkaan mwaa!" era talmente scosso che si sentiva pronto a tutto, anche
alla morte.
Coloro che appartenevano alla stessa classe di iniziazione del re si
chiamavano mambey banyim e, potevano quindi portare una conchiglia alla
cintura.