Nei tempi antichi se non volevi lavorare eri veramente infelice... Non bisogna credere che il fratello e la sorella si siano veramente coricati insieme, per guadagnar denaro. Hanno avuto del denaro perché hanno seguito i consigli del loro amico. La visita dell'amico allo stregone simboleggia i consigli che l'amico del villaggio diede al suo compagno: bisogna che il fratello e la sorella siano una cosa sola per lavorare bene insieme... il fratello e la sorella misero in pratica i suoi consigli divenendo così molto ricchi.


L'albero dalle radici d'oro

Bene! Kwaku Anane, sei tu che risponderai alla mia storia, alla storia che io Auyi Kwaku François, racconterò. Una volta, quando il mondo fu creato. non esisteva il denaro.
Quindi se un giovane contraeva debiti, anche minimi, era veramente una disgrazia per la famiglia. Allora lo si prendeva e gli si tagliava la testa.
Un uomo mise al mondo un bambino e una bambina. Il ragazzo, diventato grande, si indebitò. La somma da pagare era piccola, ma si trattava pur sempre di un debito. Dove prendere i soldi? Allora suo padre esclamò:
- Mio Figlio mi ha rovinato!
Anche sua madre disse:
- Mio figlio mi ha ucciso!
Caro mio! I creditori non lasciavano tranquillo suo padre, volevano perfino prendere il mantello che aveva addosso. Il padre diceva:
- Orsù! Lasciatemi almeno questo mantello, ve ne prego! Mio figlio si è indebitato, d'accordo, ma posso forse mandarlo via di casa? Andrò a farmi prestare un po' di denaro. Se ne andò allora dal capo villaggio e gli disse.
- Ti prego, Sire, aiutami, mio figlio è indebitato fino al collo.
Il capo gli domandò:
- Quanto?
- Cinquanta centesimi, e per quella cifra lo si vuole uccidere. Allora il sovrano disse:
- Bene, se le cose stano così, rientrate pure a casa, e tornate più tardi.
Caro mio! L'uomo se ne andò, ma come poteva starsene tranquillo? Ritornò dal sovrano sempre accompagnato dai suoi creditori. Il sovrano gli consegnò i cinquanta centesimi con cui pagò il suo debito.
Poi si separarono. Arrivato a casa, il marito si accordò con la moglie: questo ragazzo che aveva contratto dei debiti e che aveva rovinato la famiglia, non doveva più vivere.
Tutti, al villaggio, hanno un amico, vero? Ora l'amico più intimo del ragazzo aveva sentito quanto marito e moglie avevano deciso. Andò a trovarlo e gli disse:
- Amico mio, ecco quanto ho sentito. Se non scappi, ti uccidono.
Il padre, la madre e il capo villaggio si erano riuniti di nascosto e avevano deciso che, alla festa degli ignami, lo si sarebbe sacrificato al seggio degli antenati. Dopo che il suo amico gli aveva raccontato tutto questo, il giovanotto rispose:
- Se le cose stano così, allora me ne vado.
Dove si poteva fuggire nel passato? Caro mio! Il giovanotto si nascose in foresta. Partì in foresta, da solo, e camminò, camminò.
Arrivò al centro della foresta. Là costruì un casolare e si installò.
Ma dove trovare del cibo? Mangiava soltanto quando andava a caccia. Passò molto tempo. La sorella del giovane era piccola quando costui era fuggito, ma aveva conosciuto suo fratello. Ora la sorella era cresciuta. Un giorno chiese:
- Papà, dov'è andato mio fratello maggiore, colui che una volta mi portava sulle braccia? Le risposero:
- Stai proprio parlando di tuo fratello? Non sappiamo dove è partito. Allora la ragazza rispose:
- Non sapete dove se ne è andato? Voi ci avete messi al mondo, io e mio fratello, eravamo due, ora sono rimasta sola. Ebbene, andrò a cercarlo là dove è partito. La ragazza se ne andava per il villaggio, piangeva e chiedeva notizie di suo fratello. L'amico del fratello la sentì e pensò.
- Se svelo alla donna dove è andato il mio amico, senz'altro lei vorrà raggiungerlo. Ma cosa farà una volta arrivata laggiù? Ma dato che continua a piangere e a chiedere sue notizie, bisogna proprio che gliene parli.
Nel frattempo quest'amico andò ad avvertire il compagno che era in foresta, e poi ritornò al villaggio.
Un giorno mentre la ragazza passeggiava e piangeva, la chiamò:
- Ascolta, non piangere più, vieni da me.
- Ho capito, rispose la ragazza. Verso mezzogiorno, quando tutti erano partiti ai campi, la ragazza se ne andò a casa sua. Le disse:
- Ti porto da qualche parte, ma fa ben attenzione, non devi dire a nessuno dove andiamo.
Se parli, non ti condurrò più. La ragazza tornò a casa sua. Dopo tre giorni il giovanotto le disse:
- Partiamo!
Prese con sé del cibo e quanto poteva servire al suo amico laggiù in foresta. Quando tutto fu pronto partì con la sorella. Guarda che si tratta di una foresta veramente immensa! Arrivano sul posto e incontra suo fratello: il viso, il mento, tutto era ricoperto da una barba foltissima. L'amico di suo fratello le dice:
- Ecco tuo fratello, quello che avevano deciso di uccidere. L'ho portato qui e l'ho nascosto. La ragazza rispose:
- Grazie amico mio! Dato che sono arrivata qui ed ho trovato mio fratello, adesso resterò con lui. Se muore qui, moriremo assieme e non metterò più piede al villaggio. Finalmente ho trovato colui che cercavo. Tirò fuori il cibo che aveva portato e lo diede al fratello. Poi disse all'amico:
- Per favore, fa il possibile per trovare un coltellino, affilalo più che puoi, cosicché mio fratello possa radersi (). L'uomo rientrò al villaggio, e dopo un certo tempo ritornò con delle vivande e con un coltellino affilato come un rasoio. Dopo che ebbero pranzato la ragazza disse:
- Amico (), te ne prego, radi la testa e la barba di mio fratello, e poi radi anche me.
L'amico allora rasò il capo e la barba del fratello, poi rasò la testa della sorella.
Abitavano da soli, laggiù nella foresta. Nessuno conosceva la strada per arrivare da loro.
Caro mio! vissero insieme tanto tempo. Un giorno, che l'amico del villaggio tornò ancora con dei viveri, la donna disse:
- Amico mio, va' a consultare l'indovino per mio fratello!
Si recò dall'indovino e costui gli rispose:
- Quando andrai dal tuo amico, digli che deve avere rapporti sessuali con sua sorella. Allora vedranno che le benedizioni che Dio accorderà loro, saranno veramente senza numero. L'indovino fu consultato parecchie volte. e dava sempre la stessa risposta. L'altro pensava: "Ma il mio amico non accetterà mai una cosa simile e penserà che tu sia un uomo perverso. Ad ogni modo ho capito quello che mi hai detto". Tornò di nuovo dal suo amico e come le altre volte gli portò dei viveri, poi gli disse:
- Amico mio, ho fatto come mi avete chiesto. Sono andato a consultare l'indovino.
Ecco la risposta che mi ha incaricato di riferirvi: dovete coricarvi insieme ed avere rapporti sessuali.
L'indovino ha consultato parecchie volte i suoi feticci, io ero là vicino a lui. Ecco il responso che devo comunicarvi. Il fratello era là, allibito (). Alzò il capo al cielo a lungo e si mise a piangere:
- Ma come posso fare questo? Con mia sorella, noi che abbiamo lo stesso padre e la stessa madre? Devo coricarmi con lei? No, non posso farlo! La sorella gli disse:
- Non sei stato tu ad avere quell'idea, è l'indovino. Non devi piangere, piuttosto dobbiamo fare come ha detto. Caro mio! I due discussero a lungo, ma il fratello non voleva saperne. La sorella continuava ad importunare il fratello che alla fine disse:
- Va bene, dato che dici sempre che bisogna ubbidire all'indovino, bene, corichiamoci insieme e poi si vedrà. Fa' bene attenzione. Si era nella stagione secca e non pioveva da tanto tempo.
Mentre si apprestavano ad entrare nella stanza il giovane si mise a piangere, a piangere. Poi disse:
- D'accordo! I due si coricarono insieme. Quand'ebbero finito tutto, ecco un enorme fragore, un tuono che squassò la foresta: kprrrr... Il giovanotto disse:
- Ecco, quel che prevedevo si è compiuto! Caro mio! Il cielo si coprì di nubi e divenne scuro. La foresta divenne così cupa che non si vedeva più niente. Il vento cominciò a sibilare. Il giovane, con le lacrime agli occhi, continuava a dire:
- L'avevo previsto, l'avevo previsto, e piangeva, piangeva, piangeva...
Il vento infuriava, continuava a piovere, finché con un boato immenso, un albero si sradicò e cadde... kprrrr... proprio all'entrata della loro abitazione, tanto che non potevano più uscire. Erano ad un passo dalla morte.
L'indomani mattina, quando finalmente poterono uscire dalla loro prigione, videro l'albero, là, con le radici, all'aria: sotto c'era una quantità enorme d'oro. Veramente ce n'era dappertutto. Eh! Ma che mistero è mai questo? Allora la sorella disse:
- Fratello mio, raccogliamolo!
Si misero a raccoglierlo, ma erano in difficoltà perché l'oro non finiva mai!
Dopo qualche tempo arrivò l'amico con i viveri. Mangiarono fino a sazietà. Il fratello in seguito disse all'amico:
- Una volta sei andato a consultare l'indovino per noi. Abbiamo fatto quanto ci hai detto. La sua predizione si è avverata. Lo condussero ai piedi dell'albero: il livello dell'oro continuava ad aumentare. L'amico rispose:
- Non toccherò quest'oro, perché se ne porto a casa, scopriranno il tuo nascondiglio. E' meglio che me ne vada. Il fratello gli disse:
- Stando così le cose, vogliamo tornarcene al villaggio.
La sorella aggiunse:
- Partiamo! Cosa ci ha spinti qui? La miseria, i nostri debiti. Dato che Dio ci ha dato l'oro, dobbiamo ritornarcene al villaggio, così che tutti ne approfittino, quelli che volevano ucciderci, come quelli che volevano risparmiarci. L'amico rispose:
- E' vero! Allora il fratello disse:
- Prendi un po' d'oro e vendilo, poi compera il più bell'abito che trovi e portamelo.
E così fece. Comperò il più bel manto che trovò. Chi poteva avere una mantello così? Nessuno, salva un uomo molto, molto ricco. Dopo qualche tempo aveva portato all'amico molti, molti abiti. Erano diventati ricchi.
Un giorno il fratello disse ancora al compagno:
- Amico mio, dato che mi hai già reso tanti servizi, voglio ancora affidarti una missione. Prendi quest'oro e comperami due cavalli: uno bianco e uno fulvo, poi portameli. E così fece.
Il fratello e la sorella si allenarono a cavalcare finché divennero abili cavalieri. Il fratello disse ancora al suo amico:
- Prendi quest'oro e va a comprarmi degli schiavi. Sceglili tu, uno ad uno, fino a cento, poi conducili qui. E così fece. Poi disse all'amico:
- Adesso portali là sul sentiero e fa' abbattere gli alberi così da tracciare una strada fino al villaggio. Gli schiavi aprirono una strada fino al villaggio. Gli abitanti non sapevano da dove arrivasse quella strada.
Un giorno che tutti erano riuniti, l'amico del giovane si presentò agli anziani del villaggio ed annunziò loro:
- Signori, il mio amico mi incarica di dirvi che oggi stesso verrà a salutarvi.
- Ma quale amico?, domandò un vecchio.
- Signore, si tratta di quel giovane che voi decideste di uccidere e che fuggì per salvarsi. Oggi stesso verrà a salutarvi.
Caro mio! Il vecchio era là seduto, scuoteva il capo, aveva completamente dimenticato la faccenda di suo figlio.
Amico mio! Gli anziani sono là riuniti. Verso mezzogiorno si udirono delle voci là sulla strada, ed eccoli arrivare.
All'entrata del villaggio la sorella cavalcava il cavallo fulvo, il fratello la seguiva su quello bianco.
Gli schiavi li seguivano carichi d'oro e di abiti preziosi. Ed eccoli entrare nel villaggio in corteo. Il fratello e la sorella restano a cavallo e fanno il giro del villaggio salutando tutti. Arrivano davanti al loro padre. Il figlio riconosce suo padre, ma il padre non riconosce il figlio. L'amico del giovane disse:
- Signore, tuo figlio ti saluta.
Il vecchio mise la mano sopra gli occhi per ripararsi dal sole e guardare meglio, poi disse:
- E' mio figlio colui che è sul cavallo?
- Proprio lui, gli rispose, quello che aveva debiti e al quale volevi tagliare la testa. E' fuggito in foresta, ora è di ritorno. Io andavo spesso a trovarlo, ed ora eccomi qui con lui. Ecco del denaro, cosa vi serve d'altro? I vecchi risposero:
- Siamo tutti in miseria, e siamo tutti ad un passo dalla morte.
- Ecco qui c'è del denaro, venite tutti e prenderne, quelli che ne hanno come quelli che ne sono sprovvisti. Passò in tutte le case, in tutti gli angoli del villaggio, e offrì denaro a tutti (). Poi venne a sedersi. Gli domandarono sue notizie. Si rivolse allora all'amico e gli disse:
- Dì a tutti il perché del mio ritorno al villaggio.
L'amico cominciò a parlare:
- Il mio compagno che è qui di fronte a voi, nel passato, aveva contratto un piccolo debito, e tu, suo padre, avevi, per questo, deciso di eliminarlo. Ecco perché era fuggito in foresta.
Dio spinse sua sorella a raggiungerlo laggiù e diede loro forza e coraggio. Guadagnarono tanti soldi e, grazie all'aiuto di Dio, divennero ricchi. Poi Dio ha fatto comprendere loro che dovevano ritornare al villaggio, per fare del bene, sia ai ricchi sia ai poveri. Ecco perché sono ritornati qui.
Caro mio! Gli abitanti del villaggio, quel giorno, divennero tutti ricchi.
Ecco il motivo per cui se hai un figlio che si comporta male o che si copre di debiti, non devi né cacciarlo, né insultarlo.
Piuttosto si deve prendere in prestito del denaro per pagare i suoi debiti (). Perché non sai quello che Dio potrebbe restituirti un giorno. Ecco il senso del mio racconto. Sono io che l'ho raccontato.