Sereka

Conosci l'uccello che si chiama Sereka? Un tempo esistevano due di questi uccelli.
Sai che le loro uova sono piccole, molto piccole?
Un giorno una di queste uova si aprì. Il piccolo che ne uscì era grande come questa casa. Questi si chiese:
- Com'è che io, grande come sono, ho dei genitori così piccoli? No, non posso accettarlo.
Li abbandonerò per andarmene dove voglio.
Quindi se ne volò via: vuga vuga vuga... Arrivò a Koun Abronso e si posò su un canna di bambù senza che questa si piegasse.
Andò un po' più lontano, verso Bouna ().
Si posò di nuovo su una canna di bambù: anche questa non si mosse.
Un uomo era là vicino. Gli disse:
- Tu, uccello, partendo da casa, non hai detto arrivederci ai tuoi genitori.
L'uccello rimase a lungo silenzioso.
Poi ritornò a casa sua e davanti a suo padre , tenendogli le mani, chiese perdono:
- Papa e mamma, vi chiedo perdono di quello che ho detto. Voi mi avete messo al mondo ma io vi ho mancato di rispetto schernendovi perché eravate molto piccoli.
Sono andato lontano ma non avevo pace nel mio cuore. Sono tornato per mettermi al vostro servizio.
I genitori risposero:
- Va bene, noi ti perdoniamo.
Il piccolo rimase a lungo con i suoi genitori sempre al loro servizio.
I genitori furono molto contenti di lui.
Un giorno il figlio chiese il permesso di partire.
I genitori glielo accordarono. L'uccello che una volta si era posato su una canna di bambù, ora andò a posarsi sui rami di un grande albero. Il ramo su cui si posò si spezzò.
Non c'erano altri alberi su cui posarsi. Allora volò più lontano, laggiù verso Bouna.
Incontrò di nuovo lo stesso uomo che gli disse:
- Vedi, oggi, partendo da casa hai detto arrivederci ai tuoi genitori.
Ora vedi che hai peso e forza. Allora quando ti posavi su una canna, non si piegava neppure.
Adesso, quando ti posi sui rami di un albero robusto non ti ci puoi fermare.
Perché ora hai peso: questo grazie al rispetto che porti a tuo padre e a tua madre.
Ecco il significato del racconto.

Esempio di racconto completo

Il narratore spiega il suo racconto con un altro racconto.
"Una volta c'erano un uomo e una donna. Lasciarono il loro villaggio per andare a lavorare altrove. Costruirono un accampamento, lontano, molto lontano, nella foresta. Vi si stabilirono e coltivarono i loro campi. Misero al mondo un figlio.
Questi divenne grande e capì, un giorno, che i suoi genitori avevano lasciato il villaggio per venire a stabilirsi nell'accampamento.
Il ragazzo lasciava spesso l'accampamento per andare al villaggio. Vedeva che nei giorni di festa si danzava al suono della fanfara, che c'erano parecchie ragazze con le quali potersi divertire.
Si procurò dei pantaloni e delle calzature all'ultima moda. Quando suo padre lo mandava al villaggio per fare degli acquisti vi rimaneva 3 o 4 mesi senza rientrare. Un giorno suo padre lo rimproverò. Il ragazzo si irritò e rispose:
- C'è un bel villaggio laggiù con la luce, e tu vuoi farmi abitare in foresta con te? Se le cose stanno così non voglio più vivere con te nell'accampamento, me ne vado al villaggio.
Il padre cercò di parlargli, ma il ragazzo non volle intendere ragione. Si stabilì al villaggio e si diede alla bella vita. Passeggiava sempre con numerose ragazze.
In poco tempo sperperò il denaro che suo padre gli aveva dato. Rimase senza un soldo. Se ne andò allora a chiedere prestiti a destra e a sinistra. La gente gli rispondeva:
- Va bene, ora sappiamo veramente chi sei. Tuo padre e tua madre sono in foresta a faticare, tu non li vuoi aiutare, vieni qui a sprecare il loro denaro.
Ovunque passava, gli ripetevano sempre la stessa cosa. Un giorno disse a sé stesso:
- Se continuo così, se non cambio, un giorno perderò tutto, ritornerò dunque dai miei genitori.
Si mise in viaggio e ritornò all'accampamento. Disse ai suoi genitori:
- Scusatemi per tutto il male che vi ho fatto. Non voglio più seguire i miei amici, poiché mi hanno condotto su una cattiva strada. Resto qui per aiutarvi e lavorare con voi, poiché è lavorando che si è felici.
I suoi genitori risposero:
- Va bene, sei sempre nostro figlio, rimani con noi.
Il giovane lavorò a lungo, molto a lungo con i suoi genitori. Essi furono molto contenti di lui.
Un giorno il ragazzo chiese loro il permesso di andare a stabilirsi al villaggio per lavorare per qualche tempo.
Prima di congedarsi il ragazzo andò al villaggio ad acquistare delle bevande da offrire ai suoi genitori. Questi bevvero e benedirono il figlio.
Otto giorni più tardi il figlio prese una valigia e se ne andò. Si stabilì al villaggio e aprì un negozio.
Tre anni più tardi acquistò una vettura. In poco tempo acquistò quattro vetture e sviluppò il suo commercio. Andò a cercare degli operai per aiutarlo.
Ecco il proverbio che raccontano gli anziani: se hai tuo padre e tua madre, prima di lasciarli chiedi la loro benedizione, allora riuscirai nella vita.
Mentre se te vai senza il loro consenso, se fuggi, sarai come il vento: anche se ti credi grande, non farai nulla di buono nella vita".