Gli anziani raccontano questo proverbio: bè ndje bè kuro, brè jie kosso wo ti bo dje o: anche se non vivi a lungo nel tuo villaggio, è là che passerai la tua vecchiaia. Una ragazza non voleva sposare il figlio di suo zio. Scelse lei stessa suo marito. I due si stabilirono in un accampamento. Lavorarono a lungo, diventarono molto ricchi, ma rimasero sempre soli, senza figli. Dopo la morte di suo marito la donna fu rifiutata sia dalla famiglia del suo sposo che dalla sua. La donna si rivolse allora a dei Baribo di passaggio nel suo villaggio perché andassero a presentare le scuse alla sua famiglia. Questi rifiutarono: "Quando eravamo passati di qui una prima volta, ti avevamo consigliato di sposare il ragazzo propostoti dalla tua famiglia: non hai voluto ascoltarci. Ora che hai fatto ciò che hai voluto, ci chiedi di intervenire in tuo favore? no, non possiamo farlo".

Lo sposo cinghiale

La storia che sto per narrarvi riguarda il matrimonio.
Un tempo gli anziani sceglievano loro il marito per ogni fanciulla. La fanciulla poteva essere promessa in matrimonio quand'era ancora piccola
Se, per esempio, un fanciulla era stata scelta per essere tua sposa, e lei poi non voleva sposarti, ebbene ascolta che cosa le capitava.
Quando avrò terminato la storia allora comprenderete.
Capirete perché oggi, quando una ragazza è promessa in matrimonio, sposa il giovane prescelto. Fate bene attenzione.
Vi spiegherò il fondo di questa questione.
C'era dunque una fanciulla che era stata promessa in matrimonio ad un giovane. La fanciulla aveva risposto:
- Non voglio sposarlo.
Gli anziani insistono, ma ella risponde invariabilmente:
- Non voglio sposarlo.
Si cerca, con ogni mezzo, di persuaderla. Le si parla a lungo a lungo. Risponde sempre:
- Non voglio sposarlo.
Ecco che un animale selvatico, un cinghiale, si è trasformato in un bellissimo giovane ed è venuto nel villaggio.
Eccolo arrivato. Appena la fanciulla lo vede grida:
- Il marito che amo, eccolo!
Risponde:
- Sono d'accordo anch'io. La mia donna, quella che veramente amo, e a causa della quale sono venuto qui, sei proprio tu.
Allora i due si sposano. Restano insieme a lungo. Un giorno il marito chiede il permesso di partire. Dice:
- Devo ritornare al mio villaggio.
La donna risponde:
- Vengo anch'io con te.
No, non venire, risponde il marito. Ti ho sposata da poco. Per intanto vado da solo. Quando ritornerò, ripartiremo poi insieme.
- Non sono per niente d'accordo, devo venire con te, ribatte la donna.
Si fa di tutto per cercare di dissuaderla, ma la donna non vuole sentire ragioni. alla fine il marito dice:
- Bene, se dici che vuoi proprio venire, vieni.
In quel tempo nel villaggio erano passati sette forestieri per andare in cerca di lavoro.
Caro mio! Il marito parte dunque con la sua sposa: frè frè frè...
Eccoli che se ne vanno.
Erano partiti da parecchio tempo. Avevano camminato a lungo, a lungo. Arrivarono davanti ad un grande stagno. Lo stagno era grande, molto, molto grande. Il marito dice allora:
- Siamo arrivati. Taglia delle foglie, deponile a terra e siediti sopra.
La donna allora è andata a tagliare delle foglie, le ha poste a terra e si è seduta sopra.
Caro mio, il giovane con cui la donna era partita, arrivato sulla riva dello stagno dice:
- Misumignanpa!
D'un tratto eccolo trasformato in cinghiale... ehi! Si getta nello stagno: foai! Eccolo sparito! La donna è rimasta là sola nella foresta.
Caro mio! Eccola in pianto: ha pianto, ha pianto, ha pianto...
In quel tempo il marito che gli anziani le avevano scelto e che lei non aveva voluto sposare, l'uomo del villaggio, era in foresta a caccia.
Aveva preso il suo fucile e se ne era andato a caccia.
Sente dei pianti, dei pianti, dei pianti... Allora cerca di vedere.
Si avvicina, piano, piano, piano... Arriva e vede: c'era là una donna.
La donna che gli avevano dato e che aveva rifiutato di sposarlo. Era lei che era là. Stava piangendo.
- Oh, marito mio!, esclamò appena lo vide, vieni, ti sposo subito, oggi, domani...
- No, no, sono arrivato qui, ti ho trovata. Ti prendo e ti riporto a casa. Non ho nessuna intenzione di sposarti.
La prende dunque e se ne vanno: frè frè frè... L'ha riportata a casa.
Caro mio! Una volta giunti al villaggio chiedono al cacciatore notizie. Risponde:
- Io sono cacciatore. Questa donna mi era stata promessa in matrimonio, ma non ha voluto sposarmi.
L'altro giorno ero andato a caccia. Avevo terminato di cacciare e stavo passeggiando in foresta. Arrivato vicino ad un grande stagno, ecco che sento dei pianti. Piano piano ho cercato da dove venivano quei pianti. Così, cercando, sono arrivato là dove si trovava questa donna.
L'ho vista: allora l'ho presa e l'ho condotta a casa.
- Signora, avvicinati, e tu cos'hai da dire?
- Mi avevano promessa a questo giovane come sposa, rispose, ma non ho voluto sposarlo.
Poi, il giovane che ho sposato, un giorno mi ha detto che desiderava tornare al suo villaggio. Io ho voluto accompagnarlo.
Siamo partiti insieme, abbiamo camminato a lungo, a lungo...
Il posto dove ci siamo fermati era la riva di uno stagno. Mio marito m'ha detto che dovevo tagliare delle foglie e sedermici sopra, a terra.
Allora ho tagliato delle foglie e mi sono seduta a terra.
Ecco quello che è successo. Ha detto: misumignanpa!
Eh! Ecco che anche la donna si è trasformata in cinghiale, là davanti a tutti.
Caro mio! Eccola partita in foresta: vau! Sono tutti là stupefatti.
- Ma che mistero è mai questo?, si domandavano.
Infatti non si poteva pronunciare... misumignanpa.. oh!
Eccolo partito. Colui che dice: misumignanpa...eccolo trasformato in cinghiale, e via in foresta!
Caro mio! L'uomo a cui avevano promesso la donna era là.
Gli anziani vanno a riunirsi con lui in disparte e gli dicono:
- Ma come! Tu allora! La donna che ti avevamo dato ha rifiutato di sposarti.
In seguito, poiché non ha voluto sposarti, mentre eri a caccia, l'hai trovata là in foresta e l'hai riportata a casa.
Perché quando sei tornato al villaggio non ci hai rivelato il suo totem, quel totem di cui ti aveva parlato là in foresta?
Anche il Re del villaggio, che era là in mezzo a loro, disse:
- Da quando sei ritornato, per colpa tua, quasi tutti gli abitanti del mio villaggio se ne sono andati. E' bene questo?
Eh, maestà! Ma qual è questo totem che mi avrebbe rivelato là in foresta?
Il Re disse allora:
- Ma non ti ha detto laggiù in foresta che, una volta arrivato al villaggio, non avresti dovuto pronunciare misumignanpa?
Ahi! Il Re che era là seduto... eccolo, anche lui trasformato in cinghiale, eccolo in foresta: vau! Eh! Bene! Pazienza!
Tutti sono stati mutati in cinghiali. Il villaggio si è svuotato, è deserto.
Nel villaggio era tuttavia rimasta una vecchia, lei sola.
Era andata a nascondersi nel fondo di un grosso cesto.
Era proprio là, nel fondo di questo cesto che viveva nascosta.
Mio caro! I sette forestieri che erano passati e partiti in viaggio, sono ora di ritorno.
Arrivano nel villaggio. Si accorgono che questo villaggio, pieno di gente un tempo quando erano passati.
ora che ritornano, è completamente deserto.
- Ma cos'è questo mistero?, si chiedono.
Ecco che scorgono un filo di fumo, laggiù, lontano, lontano. Era la vecchia che aveva acceso il fuoco. Aveva preso il taro e messo sul fuoco per cuocerlo.
- Nonna, buongiorno!
- Buongiornooooo, rispose strascicando la voce, signori ecco da sedere.
Si sono seduti.
- Che notizie portate?
- Nonna, rispondono, siamo passati di qui per andare in cerca di lavoro. Ora siamo di ritorno.
Arriviamo qui e non vediamo più nessuno. Guardando bene abbiamo visto un po' di fumo.
Abbiamo cercato, cercato, siamo arrivati qui e ti abbiamo trovata.
- Bene, rispose, siete passati di qui e ve ne siete andati.
Quando a me sono qui, siete arrivati e mi avete trovata.
- Eh nonna! Come mai quando siamo passati di qui prima, abbiamo trovato il villaggio pieno di gente, mentre ora, che siamo ritornati. non vediamo più nessuno?
- Eh, signori! Di questa questione non voglio parlare.
- Nonna, ti preghiamo, racconta.
- Se volete che parli, allora andate a tagliare una grossa liana, ma grossa, poi venite e mi legate.
Quando mi avrete ben legata e serrata stretta, stretta, on modo che non possa più muovermi, allora parlerò della faccenda e vi racconterò tutto.
- Eh, nonna! Anziana come sei non possiamo legarti. Se ti serriamo stretta, morirai.
- Eh, signori! Se è così continuate pure il vostro viaggio.
- Va bene, se proprio insisti, allora ti legheremo, così potrai raccontare tutto quello che è successo.
Caro mio! Sono andati a tagliare una grossa liana chiamata mutue. Poi ritornano e legano la vecchia, forte, forte, forte, lei che era così vecchia.
La vecchia si mette allora a parlare:
- Bene, signori, ascoltate, ecco quello che devo dirvi.
Ma fate bene attenzione perché io sono vecchia, e tanto.
Aprite dunque bene i vostri orecchi, perché quando parlo la mia voce non arriva molto lontano. Dunque quando voi siete passati di qui, in quel tempo, c'era un fanciulla.
L'avevano promessa in matrimonio, ma non volle sposare il giovane prescelto.
Poiché non ha voluto sposare quel giovane, lei stessa, qualche tempo dopo, trovò suo marito.
Lo ha amato e si sono sposati. Dopo il matrimonio prende il marito e se ne vanno via insieme. Eh, cari miei!
Questa storia proprio non vedo come posso continuare a raccontarvela.
Come devo fare? Ma poiché mi avete legata ben stretta, continuo.
Un giorno mentre eravamo là, ecco che la donna ritorna al villaggio.
Arrivata, racconta che era partita con suo marito, lontano, lontano, lontano.
Arrivarono sulle rive di un grande stagno.
Allora il marito disse alla donna: "Taglia delle foglie e siediti sopra", Allora ho tagliato(sic!) delle foglie e mi sono seduta a terra. L'uomo allora ha detto:
- Misumignanpa!
Ah! Se la vecchia avesse saputo non avrebbe parlato. Le corde che avevano preso per legarla, la liana, la grossa liana mutue... ahi... kprrrr... tutto s'è spaccato: ecco un cinghiale che se ne sta scappando: via via via via.... è scomparso in foresta.
Quei forestieri sono proprio dei commedianti, sai?
Giungono in un villaggio. Non possono neppure pronunciare: misumignanpa...eccolo che segue gli altri: via via via... si cambia in cinghiale e se ne va.
Eh, cari miei! Se si pronuncia: misumignanpa... aba... eccoti trasformato in cinghiale, e via in foresta.
Dopo tutti questi avvenimenti sono rimasti in tre. Uno di loro si ferma e dice:
- Signori, ritorniamo a casa, perché qui dove siamo arrivati, se uno di noi si arrischia a dire: misumignanpa.....
Caro mio! Ecco che anche lui schizza via, trasformato in cinghiale. Sono rimasti in due. L'uno dice:
- Che facciamo? Quando arriviamo a casa, domanderanno nostre notizie. Ebbene, sarai tu che parlerai.
- Sarai tu, risponde l'altro.
- No, sarai tu!
- No, sei tu che devi parlare.
Eccoli a discutere:
- Sei tu che sei il più anziano, dunque sei tu che devi parlare, che devi dire come mai i nostri amici si sono trasformati in cinghiale.
- No, non sarò io a parlare, sei tu che devi parlare.
- Bene, andiamo, vedremo!
Arrivano in un villaggio. Uno dice:
- Ah! io non dirò ami misu... Non ha neppure avuto il tempo di aggiungere mignanpa... che era già trasformato in cinghiale e sparito in foresta.
Adesso ne resta uno solo, è rimasto proprio solo. Dice:
- Eh! Questa faccenda è davvero misteriosa, ma pazienza! Ormai sono arrivato qui. Il guaio è che non si può dire misumi....
Non ha neppure potuto terminare: ecco un cinghiale dileguarsi in foresta con tutti gli altri.
Eh! Bene! Pazienza!
Quando vai in foresta e incontri dei cinghiali, sappi che quelli che sono davanti e vanno in fretta in fretta, sono quei sette forestieri, mentre quelli dietro sono gli abitanti del villaggio.
Ecco il senso del racconto che ho narrato.