E' Dio che ha creato il matrimonio. Una volta si affidavano le donne in matrimonio. Tu, ragazza, dovevi sposarti all'interno della tua famiglia o del tuo villaggio. Ma c'erano delle ragazze che volevano scegliersi loro stesse il loro marito: il racconto insegna che se tu ti sposerai lontano sarai sola ad affrontare tutte le difficoltà che incontrerai. Non avrai la tua famiglia che ti aiuterà nei momenti difficili. Mentre se ti sposi al villaggio avrai sempre qualcuno al tuo fianco. Se ti sposi lontano dal tuo villaggio, è come se ti fossi persa in foresta.

Mangiamo mia moglie insieme

Eccomi qui pronto a narrare il mio racconto.
Quale racconto?
Ebbene, ascoltate. Prima di raccontarvelo, voglio insegnarvi un canto. Solo dopo entrerò nel vivo della narrazione. Ascoltate bene.

NZEBEREBETUM NZEBEREBETUM SO
KA SOKOROBI
NZEBEREBETUM NZEBEREBETUN SO
MIA MOGLIE STA PER MORIRE
NZEBEREBETUM NZEBEREBETUM SO
GUARDA I TUOI SENI INSANGUINATI
NZEBEREBETUM NZEBEREBETUM SO....

NZEBEREBETUM NZEBEREBETUN SO
KA SOKOROBI
NZEBEREBETUM NZEBEREBETUM SO
MIO MARITO STA PER MORIRE
NZEBEREBETUM NZEBEREBETUM SO
GUARDA IL TUO VENTRE INSANGUINATO
NZEBEREBETUN NZEBEREBETUN SO

Ascoltate bene ora il racconto. Una volta viveva una donna. Non era una donna come le altre, frivole e sciocche.
Ma c'era anche un uomo, malvagio e perverso. Egli detestava talmente questa donna, che cercava tutti i mezzi per ucciderla.
Aveva consultato vari stregoni, e fatto incantesimi contro di lei per impedire che andasse in sposa a qualcuno.
Infatti tutti i giovani che si presentavano per chiedere la sua mano, non riuscivano mai a sposarla.
Un giorno quest'uomo malvagio partì in foresta. Camminò a lungo, molto a lungo fino ad inoltrarsi nel cuore di una grande foresta densa e inestricabile, dove abitavano i geni.
Andò a trovarne uno e gli disse:
- C'è una donna che non posso proprio sopportare. La detesto talmente che ho fatto tutto per ucciderla, ma senza riuscirci.
Sono venuto a chiederti di trasformarti in persona umana e di venire al villaggio, sposare questa donna, condurla in foresta e ucciderla.
Il genio non si fece pregare. Si trasformò in un bellissimo giovane e si diresse verso il villaggio.
Appena giunto, la donna lo vide e se ne innamorò.
Eh! io stesso che sto raccontando la storia, se fossi stato una donna, vedendolo mi sarei innamorato.
Il genio della foresta chiese dunque la mano della donna che acconsentì.
I due si sposarono ed andarono ad abitare nella fattoria del marito in foresta. Vissero assieme a lungo.
Il marito ogni giorno andava a caccia e riportava a casa parecchia selvaggina che consegnava alla moglie.
Il tempo di uccidere la donna si avvicinava. Ecco che allora intervenne Dio, che ha creato gli uomini e si prende cura di loro.
Un cacciatore, un vero cacciatore come quelli dei tempi passati, un uomo del villaggio, aveva preso il fucile e se ne era andato a caccia.
In quel frattempo il genio era andato a trovare i suoi compari e aveva detto loro:
- Mi hanno consegnato una donna. E' da parecchio tempo che sono con lei. L'ho ingrassata ben bene. Vengo ad avvertirvi che fra poco la mangeremo insieme.
Il cacciatore si trovava appostato là nei paraggi e intese i loro discorsi. Disse fra sé:
- Ma guarda un po'! Noi uomini del villaggio siamo tutti fratelli, abbiamo tutti lo stesso sangue.
Ecco che i geni della foresta si sono incontrati e hanno deciso di uccidere questa donna. L'ho sentito con le mie orecchie.
Ora che mi ricordo, ho anche intravisto la fattoria di quei due.
n tempo i cacciatori, i grandi cacciatori, erano assai più chiaroveggenti dei cacciatori di oggi, dei cacciatori che vivono nei nostri villaggi.
Il cacciatore decise allora di andare ad avvertire la donna.
Caro mio! Lasciò i geni e si mise a correre. Arrivò in un batter d'occhio alla fattoria.
Correva come se fosse stato portato dal vento.
Arrivato sul posto disse alla donna:
- Tu sei qui tranquilla e pensi che il marito che ti ha sposata sia una persona per bene.
Ebbene quest'uomo sta ramando di ucciderti. Io ritorno a caccia.
Ecco quanto volevo dirti. Prendi i tuoi bagagli e vattene in fretta.
Non adirarti, altrimenti sarai sola ad affrontare tutte le prove che ti attenderanno in foresta.
Il cacciatore non aveva neppure terminato di parlare che la donna, senza nulla prendere, era già fuggita.
Caro mio! Correva, correva...
Il genio aveva dunque dato notizia dell'uccisione imminente della moglie ai suoi compari. Costoro avevano risposto:
- Bene, siamo intesi, va avanti che ti raggiungeremo.
Il genio lasciò i suoi compagni e ritornò a casa. Giuntovi...non trovò più nessuno.
Se ne andò allora a consultare i suoi amuleti.
Li consultò per tre volte e scoprì che la donna stava fuggendo.
Il genio conosceva un canto per catturare la donna. E' la canzone che abbiamo cantato insieme prima di iniziare il racconto.
Il marito si mise a cantare:

NZEBEREBETUM NZEBEREBETUM SO
KA SOKOROBI
NZEBEREBETUM NZEBEREBETUN SO
MIA MOGLIE STA PER MORIRE
NZEBEREBETUM NZEBEREBETUM SO
GUARDA I TUOI SENI INSANGUINATI
NZEBEREBETUM NZEBEREBETUM SO...

Mentre il genio cantava, la donna che stava fuggendo, perdeva le sue forze, le ginocchia si piegavano e cadeva a terra. Anche la donna aveva una canzone che si mise a sua volta a cantare:

NZEBEREBETUM NZEBEREBETUN SO
KA SOKOROBI
NZEBEREBETUM NZEBEREBETUM SO
MIO MARITO STA PER MORIRE
NZEBEREBETUM NZEBEREBETUM SO
GUARDA IL TUO VENTRE INSANGUINATO
NZEBEREBETUN NZEBEREBETUN SO...

Caro mio! Ecco che ricuperava un po' di energia e poteva di nuovo correre.
Quando il marito cantava, le gambe della donna si infiacchivano.
Se la donna a sua volta cantava, ricuperava le forze, e poteva di nuovo fuggire.
Il genio rincorse la donna a lungo, molto a lungo.
Ormai stava per raggiungerla.
La distanza che li separava era come di qui alla bottega del sarto Bema,.
Il genio si mise allora a cantare:

MIA MOGLIE STA PER MORIRE....

Nel momento in cui il genio stava per agguantare la donna, il cacciatore, sbucando improvvisamente dalla foresta, si trovò faccia a faccia con lui.
Proprio in quel momento la donna, caduta a terra, intonò la sua canzone:

MIA MARITO STA PER MORIRE....

poi si rialzò e si rimise a correre. Il cacciatore salutò il genio e gli diede il benvenuto.
Il genio, a sua volta, salutò il cacciatore, augurandogli buona caccia.
Si scambiarono i convenevoli. Il genio disse:
- Ho sposato questa donna qui al villaggio e sono venuto a trovarla.
- Bene, rispose il cacciatore, io sono andato a caccia e sto rientrando.
- Sta bene, ora me ne vado, aggiunse il genio.
D'accordo, rispose il cacciatore.
Il mio villaggio è quello laggiù. ed è per questo che ni trovi qui sul sentiero.
Ho catturato molta selvaggina, e ho abbattuto e inciso alcune palme per estrarne a linfa.
Vieni, andiamo a bere un momento insieme. C'è laggiù anche un'antilope che ti attende.
La porterai al villaggio per tua moglie. Te la preparerà e la mangerete insieme.
Il genio non poté neppure dire una parola: il cacciatore l'aveva già preceduto incamminandosi davanti a lui.
Caro mio! Arrivarono là dove il cacciatore aveva abbattuto le sue palme. Presero del vino di palma e ne bevvero a lungo chiacchierando.
Ciò che il cacciatore desiderava era che la donna potesse fuggire prima che il genio la sorprendesse e la uccidesse.
Chiacchierarono a lungo, molto a lungo.
Ad un certo momento il cacciatore prese l'antilope e la consegnò al genio dicendogli:
- Ecco l'antilope promessa. Ora puoi partire. Arrivato al villaggio tua moglie la squarterà e te ne preparerà una parte.
Il genio si allontanò. Giunse nei paraggi del villaggio, ma della donna nessuna traccia.
La donna era già lontana, era giunta a casa e aveva ritrovato la sua famiglia.
Il genio si avvicinò fin nei pressi del villaggio. Desiderava entrare, ma gli era impossibile.
Ormai non poteva più andare al villaggio come un tempo, a causa di ciò che era successo in foresta.
Non poteva più dire di andare a visitare la donna come una volta quando gli abitanti del villaggio non lo conoscevano.
Ritornò sui suoi passi mormorando:
- Eh! Quel cacciatore che ho incontrato e che mi ha invitato a bere il vino di palma...è per causa sua che ho perso la mia preda. Andrò ad uccidere lui.
Giunto là dove aveva bevuto il vino di palma, non trovò più nessuno.
Il cacciatore era sparito, era ritornato a casa per un'altra strada. Il genio disse allora fra sé:
- In verità l'uomo del villaggio ha uno spirito datogli da Dio, ed è la più grande di tutte le cose che esistono nel mondo. Pazienza!
Ecco il significato di questo racconto che vi ho narrato.
Se nella tua vita credi in Dio più che in ogni altra cosa, non c'è nulla di male che possa capitarti, anche se ti smarrisci nella foresta.