Il tradimento della luna

Luna e Sole si piacevano assai: Luna amava il carattere caldo e affettuoso e la forza del grande compagno, mentre Sole era attirato dall'aspetto serio e riservato, onesto ma molto seducente di quella bella ragazza che era Luna. Non l'aveva mai vista girare in cielo in compagnia di altri cacciatori e questo gli piaceva molto, perché Sole era tremendamente geloso e quando si arrabbiava diventava rosso e rovente. Allora era meglio stargli alla larga, molto alla larga e rifugiarsi dentro la foresta, dove le sue frecce di fuoco non arrivano.
Luna e Sole decisero di stare insieme. Dormirono insieme molte notti e tutto andava bene: la gente nelle altre capanne sorrideva sentendo il rumore dei loro abbracci impetuosi, che facevano tremare il terreno e le foglie degli alberi. E le scintille ed i lampi, che illuminavano la capanna, non erano quelli del fuoco…
Sole allora si recò alla capanna della vecchia madre di Luna e le offrì una dote molto generosa in selvaggina, non avendo una sorella da offrire in cambio alla famiglia della sposa.
Il creatore Kmvum approvò con un brontolio di tuono il loro matrimonio e questo fu festeggiato da una colossale mangiata di tutta la tribù dei piccoli uomini della foresta, che bevvero birra fino a far scoppiare le loro pance rotonde, mentre i rutti salivano al cielo. Poi uomini e donne cantarono tutta la notte ed uscirono a danzare anche gli spiriti della foresta.
Sole regalò a Luna una bellissima veste, che aveva preparato lui stesso. Aveva lungamente battuto dei rami e aveva intrecciato la fibra con il filo lucente dei suoi raggi dorati. Poi l'aveva colorata con dei pigmenti presi in posti lontani, che splendevano come le piume degli uccelli della foresta. E la veste brillava del suo caldo amore per la pallida moglie.
Una mattina Sole si alzò, mentre la sua donna rientrava dal giro notturno. E vide una cosa che non gli piacque. Allora disse alla moglie:
"Luna, come mai il tuo bel vestito è tutto sporco?".
"Non lo so, marito, lo avrò appoggiato alla grata dove secchiamo il pesce del fiume Ogouè".
"Luna, come mai il vestito è tutto rovinato, pieno di strappi dai quali si vedono le stelle del cielo?".
"Non lo so, marito mio, lo avrò sfregato contro i rami correndo nella foresta".
"Luna, come mai non mi guardi in faccia mentre parlo?
Dimmi la verità che ti leggo negli occhi: con chi sei giaciuta stanotte, donna disonesta?".
"Con nessuno, marito mio, con nessuno" rispose Luna con gli occhi bassi.
"Luna, come mai sei così piena e la tua pancia è così rotonda?
Luna, come una scimmia in calore tu hai dormito con un contadino dalle lunghe gambe ed ora sei incinta!!!".
Poiché era vero, Luna non disse niente e mogia mogia tornò alla capanna di sua madre, mentre Sole furente e giallo di rabbia tuonava: "Infame, sei ripudiata! Non ti voglio più vedere, donna di malaffare! Proprio tu, che mi sembravi così onesta!".
Dopo qualche tempo, Luna pentita ed innamorata cominciò a cercare suo marito, inseguendolo la mattina presto quando iniziava il suo giro, oppure al tramonto, aspettandolo in un angolo del cielo mentre Sole scendeva a dormire.
Ma Sole, offeso a morte nel profondo del suo rosso cuore, non la volle mai più vedere, anche se Luna pentita ed innamorata continuava a corrergli dietro girando nel cielo.
E ancora stasera la vedrete mentre esce pallida e tremante per parlare invano al suo sposo, che veloce si ritira in casa, ribollente e rosso di ira per il tradimento della bella Luna.

Mito dei pigmei Akoa del Gabon