La torre del cielo

All'inizio di tempi, il Creatore viveva in cielo, ma questo era molto basso e assai vicino gli uomini. In questo modo, Dio assisteva alle umane vicende, dato che il cielo era sospeso proprio sopra la testa degli uomini e le giraffe avevano così modo di vedere gli occhi di Dio.
Un brutto giorno, una contadina colpì il Creatore sul naso con il pestello con cui batteva l'igname per preparare il fufu, la polenta bianca che tanto piace agli Ashanti. Era già successo altre volte, ma questa volta gli aveva fatto proprio male.
Allora Dio si spostò più in alto, sollevando il cielo e le nuvole.
Siccome gli Ashanti si erano affezionati a Dio ed abituati alla sua presenza, decisero di raggiungerlo in cielo. E incaricarono la donna responsabile del suo allontanamento, di costruire una grande torre per arrivare da Dio.
La contadina chiamò tutti i suoi figli e disse loro:
"Ragazzi, dovete raccogliere tantissimi mortai di legno e portarmeli qui!".
I suoi ragazzi corsero nei vari villaggi e si fecero prestare tutti i mortai che trovarono, poi li depositarono davanti alla capanna della madre.
"Va bene, figli miei, avete davvero fatto un buon lavoro! Ora prendete i mortai e metteteli uno sopra l'altro, in modo da fare una grande torre che raggiunga il cielo".
E si misero al lavoro. Dopo molti giorni, la torre era così alta che la sua cima si perdeva nelle nuvole e quando pioveva si bagnava prima della terra.
Quando sembrò alta a sufficienza, il figlio più piccolo si arrampicò scalando un mortaio dopo l'altro e pose i piedi sopra l'ultimo.
"Vedi Dio da lì?" gli urlò la madre dal basso.
"No, mamma, non lo vedo ancora" replicò il bambino cui girava la testa per la grande altezza.
"Bisogna farla ancora più alta! Dio non deve essere molto lontano!" disse la madre e si guardò intorno per cercare altri mortai.
Ma questi erano finiti e non ce n'erano più nei villaggi circostanti per miglia e miglia.
Allora la contadina disse:
"Figli miei, mi è venuta una bella idea. Se togliete i mortai da sotto e li mettete in cima, riusciremo ad alzare la torre!".
Quando i figli levarono i mortai alla base, potete bene immaginare quello che accadde: la torre tremò, vacillò e poi si schiantò sul terreno con un fragore di tuono e la polvere rossa coprì le cime delle capanne. Ci fu un fuggi fuggi generale, molti Ashanti ci rimisero la vita e lo spavento per la botta fu così forte che le vacche non fecero più latte e le galline non deposero più le uova per molto tempo.
Allora, dopo il disastro, gli anziani della tribù si riunirono in assemblea e decisero che era meglio lasciare le cose come stavano, Dio in alto e gli uomini in terra.
Da allora gli uomini se ne stanno tranquilli sulla terra e il Creatore abita in cielo e mai più nessuno ha tentato di raggiungerlo lassù.

Ashanti del Ghana