Alla scoperta delle maschere

Un elemento culturale tipico dell'arte africana:
le maschere Wè della Costa d'Avorio


I Wè: chi sono - dove sono

I Wè sono una popolazione dell'Africa occidentale e occupano una regione a cavallo sulla frontiera avorio-liberiana. Nella repubblica della Costa d'Avorio i Wè sono una delle componenti della grande famiglia Krou. Sono situati tra il Sassandra e il Cavally, da 5°50 a 7°43 di latitudine nord.
Dopo il periodo coloniale i Wè hanno assunto i nomi di Wobè e Guéré. Questi termini sono impropri e hanno avuto origine da un malinteso tra i coloni e gli interpreti. I Guéré e i Wè sono un'unica etnia. Loro stessi si chiamano Wè.
Grosso modo la popolazione Wè può essere stimata di circa 300.000 persone. Sono presenti nelle Sottoprefetture di Facobly, Kouibly, Bangolo, Duékué, Guiglo, Taì, Blolequin e Toulépleu.
L'organizzazione socio-culturale è la stessa tra tutti i gruppi Wè. E' fondata sul lignaggio che è l'unità politica ed economica della società. Per lignaggio si intende il gruppo fondamentale di parentela in seno al quale si raggruppano tutti i discendenti in linea diretta di un antenato comune conosciuto. Il lignaggio è organizzato attorno al capo del lignaggio il quale condivide il suo potere con una istituzione tradizionale sacra: le maschere.

I - Descrizione della maschera

Tra tutte le istituzioni tradizionali sacre, la tradizione delle maschere è quella che ha meglio resistito all'usura del tempo. Malgrado tutte le difficoltà incontrate l'istituzione delle maschere è ancora oggi tra i Wè la più estesa e la più popolare. La civiltà Wè è una civiltà delle maschere.

Ciò che i Wè chiamano maschera (gla) è un insieme costituito da un copricapo, un viso scolpito, una gonna di fibra vegetale e colui che la porta. E' questa maschera che si presenta sulla piazza del villaggio e può essere vista da tutti, anche dai bambini.
Ma per l'iniziato che frequenta i boschetti sacri nella foresta dove si trovano le dimore delle maschere, ciò che rappresenta la maschera, è soprattutto il viso scolpito. Ecco perché il viso è conservato con cura. E' a questo simulacro che si indirizzano le preghiere e i sacrifici. E' ancora lui che si porta via quando si abbandonano i luoghi per installarsi altrove.
E' questo viso scolpito, sovente miniaturizzato, che il primo personaggio mascherato ha trovato in foresta, o in fondo ad un ruscello o in cima ad una montagna. Per quale motivo il viso rappresenta tutta la maschera? Perché la maschera è l'immagine dell'uomo e questo si distingue dagli altri per il suo viso. Il viso concentra tutta la potenza della maschera perché all'inizio è nel viso che si è stabilito lo spirito della maschera, prima di rivelarsi al primo portatore. Quando il primo viso si deteriora e bisogna scolpirne un altro, il portatore deve invocare la maschera affinché il suo spirito passi dal vecchio al nuovo viso.
La maschera è dunque uno spirito, un genio immortale creato da Dio e donato agli uomini per organizzarsi, proteggersi e divertirsi.
Creatura di Dio e incaricata di una missione presso gli uomini, la maschera sovente è chiamata Dio (Gnonsoa). Infatti I Wè si rivolgono raramente a Dio. E' la maschera che lo rappresenta. Per questo motivo le si da il nome di Dio. E poiché la maschera è stata offerta, o si è offerta essa stessa ai primi antenati del lignaggio, sovente è chiamata antenato (Nan).
La maschera è prima di tutto una forza sacra che rende possibile la comunione tra Dio e gli uomini, tra gli antenati e i viventi. E' come un genio protettore che si oppone alle forze sovversive e nefaste manipolate dagli stregoni.
Al di là del suo carattere sacro la maschera è un'istituzione creata dagli antenati per rispondere ai bisogni della società. Per questa ragione la maschera è il perno centrale attorno al quale si organizza e si struttura la società del villaggio. E' la garante dei valori sociali e ha la funzione primaria di far rispettare le regole e le leggi della comunità. Ciò spiega i diversi domini di intervento delle maschere. A ogni tipo di intervento corrisponde un tipo di maschera.

La Maschera Sacra

Queste maschere sono sovente le più antiche. Apparse all'inizio in una famiglia, in un clan, hanno dato origine ad altre maschere. La maschera sacra indossa generalmente una grande gonna di rafia e il suo copricapo e fatto di piume di aquila di cauri e di pelle di carnivori. Le donne tutte vestite di bianco fanno il girotondo intorno al suo recinto cantando le antiche canzoni consacrate alla Grande Maschera. Per condurla sulle piazze del villaggio i cantori la fanno uscire dal recinto e la scortano. Tutto il villaggio è in movimento e parecchi fucili sparano a salve. Con un andatura lenta e maestosa la maschera avanza tenendo in mano una grande canna, una sciabola, una coda o una piccola zanna di elefante. La maschera sacra non danza più ma esegue qualche passo simbolico. Prima maschera danzatrice, guerriera o cantore, poi per la sua età ed esperienza, diventa maschera sacra ed esercita allora un ruolo religioso e giuridico.

La Maschera Guerriera

La maschera guerriera si distingue dalle altre per il suo grande aspetto e il suo comportamento. La sua gonna di rafia è più leggera di quella delle maschere sacre. Indossa una gonna lunga e il suo copricapo è di piume. Quando la maschera è giovane, si utilizzano piume di touraco e di calao. Quando è un po' più avanti negli anni vengono sostituite con piume di aquila. Il suo viso simboleggia un animale feroce e deve incutere terrore. La bellezza della maschera guerriero consiste nella sua apparente bruttezza che incute spavento. Sempre in agguato, la maschera guerriero non deve né sedersi né coricarsi come fanno le altre maschere. Il suo ruolo al villaggio è quello di vegliare per il rispetto dell'ordine pubblico. Coloro che trasgrediscono le regole stabilite dalla comunità sono punite dalla maschera che può castigare in diversi modi che vanno dalla bastonatura alla esclusione dalla comunità.

La Maschera Stregone

Ancella e compagna fedele della maschera sacra, la maschera stregone è elegante con il suo viso femminile ornato di campanelle. Il suo copricapo è composto di pelle di montone e di cauri. La sua gonna di rafia ben fatta le arriva alle ginocchia. Le sue gambe sono spalmate di caolino macchiato di carbone. Questa maschera esce molto presto il mattino, prima della maschera sacra. Ispeziona tutto il villaggio e passeggia con passo felpato accompagnata da un solo servitore. Passa di cortile in cortile, saluta i capi famiglia e annuncia l'imminente uscita della grande maschera.
Quando arriva il momento dell'uscita della grande maschera, la maschera stregone raggiunge il recinto. Canta le lodi della maschera sacra, evoca la sua potenza, implora la sua mansuetudine e l'esorta ad alzarsi per recarsi nella pubblica piazza dove il pubblico l'attende. Fuori dal recinto, la maschera stregone veglia sulla maschera sacra, accomoda la sua gonna di rafia e il suo copricapo. La maschera stregone è il capo del protocollo e regola lo svolgimento delle cerimonie. E' ancora lei che annuncia la fine delle manifestazioni.

La Maschera Cantore

Nel loro aspetto le maschere cantore assomigliano alle maschere stregone: stessa faccia, stesso copricapo e stessa gonna di rafia. La maschera cantore è elegante. Anima le feste cantando le lodi degli organizzatori, dei cucinieri e degli invitati. Come la maschera stregone, la maschera cantore è un vero storico che sa evocare le grandi azioni degli antenati della persona alla quale si rivolge. E' spesso invitata alle feste e ai funerali. Può anche, a sua discrezione, decidere di andare a salutare una personalità. Porta molti beni a ogni manifestazione perché si rivolge a tutti, senza eccezione, e riceve da ognuno regali in denaro o in natura.

La Maschera Danzatrice

Sono le maschere più numerose e più popolari nei paesi Wè. I loro visi sono generalmente piacevoli e seducenti. Hanno colori vivaci in cui dominano il bianco, il giallo, il rosso e il blu. Da un punto di vista formale questi visi associano lo zoomorfismo, l'antropomorfismo e l'antropozoomorfismo. A volte si possono trovare elementi astratti. Questa mescolanza tenta di esprimere l'inesprimibile. Lascia intravedere il soprannaturale e la spiritualità di cui la maschera è il supporto materiale necessario al dinamismo della figura scolpita. I copricapi di queste maschere sono fatti di piume di touraco, di calao e di altri uccelli selvatici. Le maschere danzatrici arrivano sulla pubblica piazza senza essere accompagnate dai cantori come nel caso delle maschere sacre, ma possono esigere canzoni ritmate e a passo di danza.

La Maschera Mendicante

Il viso della maschera mendicante è antropomorfo con uno stile molto simile a quello delle maschere Dan. Tuttavia da qualche decennio sono stati fatti molti cambiamenti nel modo di scolpire la maschera. Si la sua gonna di rafia assomiglia a quella della piccola maschera danzatrice, il suo copricapo è quasi simile a quello di certe maschere sacre: é costituito da un pannello coperto di cauri. Ciò si spiega con il fatto che la maschera mendicante, o burlona, è allo stesso tempo la madre di tutte le maschere e la più giovane tra esse. La maschera mendicante è all'inizio della gerarchia delle maschere e ciò significa che è stata la prima maschera che gli uomini hanno conosciuto.
La maschera non è sottomessa agli stessi obblighi delle altre. Può uscire quando vuole, senza attendere un consiglio di famiglia, poiché non ha invitati. Quando si reca ad una festa non porta regali agli organizzatori e al suo ritorno non rende conto a nessuno, mentre le altre maschere devono dare quanto hanno guadagnato agli amministratori del loro lignaggio.

II - Funzione della Maschera

Ad ogni tipo di maschera corrisponde una specifica funzione. Oltre a funzioni particolari ogni maschera ha anche una funzione di ordine generale. Si può raggruppare il ruolo delle maschere in quattro categorie: religiosa, giuridica, economica, culturale.

Ruolo religioso

Se i Wè vivono felici, producono buoni raccolti, sono fecondi o vincono in guerra, è grazie alla maschera sacra. Infatti questa maschera compie periodicamente un sacrificio rituale per rendere favorevoli le forze soprannaturali e gli antenati. Alla fine della festa rituale, la maschera benedice tutti i membri della famiglia o del clan. E' lei che attira su ciascuno i favori degli antenati, poiché è essa stessa antenato. E' lei che allontana da tutti le calamità come le epidemie, l'infecondità, i cattivi raccolti. Se non compie queste cerimonie rituali l'insicurezza si installa nel cuore di ciascuno e la comunità diventa vulnerabile. La maschera sacra è dunque l'elemento stabilizzatore della società. E' il suo ruolo che spiega la mobilitazione di tutti nei giorni dell'uscita della maschera sacra, perché questa uscita porta sicurezza, abbondanza e felicità. Momento di incontro, questa occasione riunisce tutti i membri della famiglia o del clan. Alla fine delle cerimonie ogni partecipante emette dei voti per lui e per tutti quelli che gli sono cari e riceve dalle mani della maschera sacra il caolino purificatore.

Ruolo giuridico

La funzione giuridica delle maschere deriva dalla funzione religiosa. La maschera è l'intermediaria tra Dio e gli uomini così come tra gli antenati e i viventi. Per questo motivo, nei paesi Wè, se qualcuno si ritiene vittima di un 'ingiustizia e la giustizia umana non riesce a far valere i suoi diritti, si rivolge alla maschera. Quando la maschera ha risolto il problema tutte le parti devono inchinarsi sotto pena di maledizione. Infatti colui che rifiuta il verdetto della maschera, oltraggia gli antenati e Dio di cui è messaggera. Colui che agisce così, si esclude dalla comunità del villaggio e da tutta la comunità Wè. Se un individuo o un gruppo di individui rifiuta il giudizio della maschera, questa può metterlo in quarantena fino alla sua sottomissione e al pagamento di una multa. Se il ricalcitrante si intestardisce a sfidare la maschera, questa può maledirlo e informare tutte le maschere della punizione inflittagli. A questa persona viene allora vietato di soggiornare in tutti i villaggi dove ci sono delle maschere. In genere la vita diventa insopportabile per colui che è rifiutato e quindi finisce per sottomettersi.
La maschera incute dunque paura. Nonostante ciò la sua imparzialità è leggendaria. Conosce la legge e la applica senza discriminazione. E' lei stessa legislatore. Ecco perché quando due fazioni entrano in conflitto armato, la maschera sacra può decidere d'intervenire. Nella maggior parte dei casi è sollecitata dai più deboli. Quando la maschera decide di intromettersi, può inviare sul campo di battaglia una maschera guerriero che, a suo nome, ordina ai belligeranti di cessare i combattimenti. Subito le armi tacciono e le diverse fazioni si chiariscono davanti alla maschera sacra assistita dai suoi giudici.

Ruolo economico

La garanzia della stabilità sociale assicurata dalla maschera gode senza alcun dubbio di un ruolo molto importante per lo sviluppo economico nel quadro della società tradizionale, e in più la maschera interviene nelle produzione propriamente detta come elemento attivo dei mezzi di produzione. Ci si può servire di una maschera per diversi lavori: preparazione dei campi per le colture, costruzione di case di abitazione, apertura di una strada o manutenzione di quelle già esistenti.
La maschera alla quale ci si rivolge per questi servizi, mobilita tutti gli uomini validi. Tutti, senza eccezione, devono abbandonare i loro lavori personali per rispondere al suo appello, sotto pena di sanzioni. Dopo la fine dei lavori, la maschera riceve una retribuzione.
La maschera guadagna dei beni per la famiglia alla quale appartiene. Quando è invitata ad una festa, quando placa un litigio, quando canta o danza, riceve dei doni che consegna all'amministratore dei beni del lignaggio.
La maschera è inoltre il guardiano protettore della flora e della fauna. Quando riscontra uno spreco, può vietare la pesca in un fiume o l'abbattimento di alberi in una foresta e ciò per un tempo determinato, con lo scopo di dar tempo alla natura di rinnovarsi.

Ruolo culturale

La maschera è stata creata da Dio, ma è una creatura immortale. Gli uomini si succedono, i popoli si trasferiscono, le società subiscono delle trasformazioni, ma la società delle maschere rimane immutabile. E' il testimone permanente del cammino e dei mutamenti del popolo e in conseguenza, depositaria della cultura, capace di raccontare la storia del suo popolo. E' la maschera che può, più di chiunque, rendere conto dei conflitti che hanno opposto i clan Wè tra di loro o tra i popoli vicini. E' lei che può spiegare le condizioni nelle quali si sono intrecciate le amicizie e le inimicizie tra i clan e può spiegare il perché dei totem e dei divieti.
Infine le maschere sono una fonte inesauribile per la creazione artistica. Ogni tipo di maschera ha un modo specifico di danzare. La maschera sacra esprime la maestà, la saggezza e il mistero delle forze soprannaturali che la animano. La maschera guerriero, con la sua danza, manifesta il vigore e l'efficacia del combattimento. Mima l'azione dello spiare e dell'inseguimento, e la gioia del vincitore dopo un rude combattimento. La maschera cantore invita tutti alla generosità, mentre la maschera mendicante provoca la risata con le sue smorfie. La maschera danzatrice esprime l'idealismo e il desiderio di prodezza della gioventù. Interpreta tutti i passi di danza conosciuti nella regione, ed è anche capace di inventare nuovi passi di danza che evocano le attività agricole come l'abbattimento di alberi, o i sentimenti come l'amore o la gelosia. E' da notare come le maschere utilizzino una infinità di strumenti musicali che possono essere utilizzati così come sono oppure adattati.

Conclusione

La società delle maschere ha subito delle trasformazioni incontestabili. Tuttavia la maschera rimane, ancora oggi, l'espressione migliore della cultura Wè. Se le autorità politiche non le riconoscono più alcun potere, i Wè continuano ancora a rivolgersi alla maschera per alcune violazioni di carattere tradizionale: delitti, conflitti matrimoniali, furti di oggetti sacri
La maschera è sempre considerata come protettrice del lignaggio. E' la maschera che presiede alle feste rituali della mietitura per ringraziare gli antenati e le divinità del loro aiuto e della loro protezione. E' presso la maschera che i membri del lignaggio cercano sicurezza morale e prosperità. La maschera continua ad essere ancora oggi il solo legame economico tra i membri di un lignaggio. Tutta la comunità del villaggio e i parenti che vivono lontano, partecipano finanziariamente e fisicamente alle manifestazioni organizzate dalla maschera.
Sotto il profilo artistico la maschera è l'ambasciatrice della cultura Wè, poiché la si trova in tutti i grandi musei del mondo.





Testo in francese