Materiali usati
Tecniche di stampaggio
All'inizio del XIX secolo il cotone rimpiazza i materiali tradizionali dell'abbigliamento, come la corteccia battuta
e la rafia. II cotone delle stoffe prodotte localmente è grezzo o tinto in filo, mentre i materiali tintori
più utilizzati nell'epoca preindustriale sono erbe o cortecce, le noci di cola per il giallo, l'antracite per il nero e
le foglie dell'lndigo ferra tinctoria per il blu. Le cotonate locali o importate sono tinte dagli artigiani mediante
l'immersione in bagni coloranti; quello blu, ad esempio, viene ottenuto attraverso la fermentazione delle foglie
dell'indigotier. II tessuto viene poi sciacquato e steso a seccare; nel caso si voglia aumentare l'intensità del colore,
il processo viene ripetuto.
I motivi decorativi
Per realizzare motivi decorativi la stoffa viene preparata prima del bagno con nodi o pieghe, variando la superficie
di tela esposta alla tintura. Altre stoffe, come il bogolan dei Bamana, sono decorate direttamente dall'artigiano con
paglia, bambù o attrezzi di metallo. I disegni, di solito geometrici, hanno significati precisi, legati alla storia
della regione e agli awenimenti della storia degli antichi sovrani. Un altro sistema tradizionale di decorazione
della stoffa, conosciato con il nome di adinkra nell'area ashanti e oggi più raro, è quello realizzato con tamponi
intagliati nella zucca (Rivallain 1991).
Batik et Wax-Print
Nel giro di qualche decennio la nuova moda del batik d'importazione si estende a tutta I'Africa occidentale, ma è
nei primi anni del ventesimo secolo che si attua la vera rivoluzione nell'industria del pagne con la comparsa sul
continente africano del wax print, messo in produzione, dopo lunghe ricerche, dall'azienda olandese Vlisco, grazie |
ad una tecnica in grado di riprodurre industrialmente il procedimento, impiegato nel batik, della “tintura con riserve"
mediante applicazione di cera. E quindi dal primo Novecento che la versione industriale del batik realizzata in Europa
inizia ad imporsi sugli altri tessuti d'importazione e che si innesca lo sviluppo di quel fenomeno per il prodotto
tessile africano viene ad identificarsi con il wax o wax-print.
Tecniche di stampaggio
Il wax-print, è stampato con una complessa tecnica mista che assicura una solidità delle tinte e un'apparenza
“artigianale” di grande resa estetica, di cui le ditte produttrici detengono gelosamente il segreto, anche a causa
delle sue craquelures molto apprezzate dalla clientela africana e consistenti in piccole irregolarità volutamente
provocate dal suo metodo di fabbricazione. II wax impiega la tecnica della tintura a cera con riserve: proteggendo
alcune parti di tessuto con la cera e impregnandolo di tintura si ottengono una serie di motivi e di forme.
L'operazione viene ripetuta sulle due parti del tessuto, e l’ultima tappa della sua fabbricazione, quella che da al
wax la sue etichetta di wax-block-print, è l'applicazione dei colori sul tessuto con tamponi di legno sagomati secondo
le parti del motivo da stampare.
Il tessuto-pagne o africanprint include differenti tipi di prodotti, di qualità, tecnica di stampaggio, genere e stile
diversi. E innanzitutto l'aspetto tecnico del processo di fabbricazione dei diversi tipi a costituire la loro
particolarità, originalità e il loro più o meno grande valore commerciale. A tutto questo va ad aggiungersi,
una volta sul mercato, il fattore-successo dovuto al nome che è stato dato al tessuto.
Wax and super-wax
Il wax è considerato superiore ai java, i cui motivi sono ottenuti attraverso l'applicazione di un prodotto ossidante,
sul tessuto precedentemente dipinto. Il java a sua volta è superiore al fancy, fabbricato anch'esso industrialmente
con una tecnica d'impressione dei motivi per mezzo di rulli. Nella categoria dei wax, il superwax olandese della
Vlisco resta il più valutato - apprezzato in particolare dai gruppi akan - ed è riconosciuto dalle clienti a prima
vista, senza bisogno di controllare l'indicazione della qualità e del luogo di fabbricazione riportata sul bordo di
ogni pezza. L'african-print è prodotto basanoosi sulla misura standard di riferimento nell'acquisto: le due iarde
del pagne (da 160 a 120 cm di larghezza per circa 200 cm di lunghezza). Le stoffe sono vendute ai grossisti in
pezze da dodici iarde e sono commercializzate nei mercati nella misura chiamata mezza-pezza (sei iarde) occorrente
per ricavare la caratteristica combinazione neo-tradizionale dei tre pagnes consistente in una gonna, una blusa e un
terzo rettangolo di tessuto adibito a più usi, fra i quali prevale quello di fascia per il trasporto dei lattanti.