La vocazione africana del Wax-Print

Nonostante recuperi le sue sorgenti d’ispirazione in un registro estremamente vasto di culture orientali, occidentali e africane, come scrivono C. Fauque e O Wollenweber, il prodotto wax è diretto a un mercato specificamente africano e la sua contaminazione culturale di fondo è in profonda sintonia con i gusti dei consumatori africani. Sono stati gli imprenditori britannici e olandesi a intuire prontamente agli albori le eccezionali potenzialità del mercato africano: fin dal 1893, una parte della produzione olandese di stoffe “esotiche” è destinata all'Africa sub-sahariana, dove le reti di distribuzione già esistenti permettono una larga diffusione.

Combinazione di colori

Per adattare il pagne alle misure degli Africani, l'altezza del tessuto è aumentata rispetto a quella della produzione destinata all'lndonesia. Ma non ci si limita a questo: per soddisfare la domanda della nuova clientela s'introducono nuove più appariscenti combinazioni di colori e disegni di maggior effetto, individuati attraverso l'attuazione di quelle che oggi sarebbero definite come indagini di mercato. Per ottenere informazioni e indicazioni sugli orientamenti estetici dei destinatari, i disegnatori europei dell'epoca ricorrono sistematicamente, infatti, alla consulenza di mercanti, di missionari e di amministratori coloniali. La pratica continua ancora, anche se con modalità diverse: al presente, per assecondare i gusti di un mercato tanto redditizio quanto esigente, i disegnatori olandesi e inglesi sono abitualmente inviati dalle loro ditte a cercare ispirazione “sul terreno” in Africa.

Una moda che si afferma sempre più

Da quando è stata lanciata, la moda del wax-print non ha subito flessioni. È venuta, al contrario, sempre più affermandosi nel corso del Novecento, fino a conquistare l'intera Africa occidentale e centrale dove attualmente è diffusa in tutti gli strati sociali. A lungo monopolio europeo, la produzione e la commercializzazione del wax si è col tempo anche africanizzata e internazionalizzata. Insieme all'Olanda e all'Inghilterra, fra i paesi produttori si trovano oggi, oltre a varie nazioni dell'Africa occidentale e alla Repubblica Democratica del Congo, il Giappone e la Cina. La maggior parte delle case commerciali francesi o inglesi già operanti nei differenti paesi dell'Africa occidentale e centrale ha finito per essere assorbita da qualche grande gruppo internazionale, come CFAO e come la multinazionale anglo-olandese Unilever.