Risale all'inverno del 1998 il primo incontro con il giovane dottore Marcel Drlík, 28 anni, avviato a una brillante carriera, al terzo anno di chirurgia
vascolare all'Università Carolina di Praga. Avrebbe voluto esercitare la sua specialità in Africa come volontario.
Sorrisi alla sua proposta, dicendogli che le strutture sanitarie africane non contemplavano tali
livelli.
Gli proposi il servizio all'ospedale di Bozoum, una parrocchia della nostra missione nella
Repubblica Centroafricana.
Dopo un corso di sei mesi di medicina tropicale a Lione, i primi di gennaio del 2000 partì per la sua avventura.
Nel febbraio dell'anno giubilare giungevano a
Praga le lettere che il dottor Marcel Drlík indirizzava alla nonna. Le leggevo con grande interesse e ne facevo copie da distribuire nella nostra
chiesa di Santa Maria della Vittoria. Traspariva nel racconto l'amore evangelico per i poveri. L'autore, che nell'era comunista era l'unico della classe
a frequentare la chiesa, era tollerato perché era il migliore di tutti.
Presto fui preso dall'idea di una pubblicazione.
Ne parlai personalmente a Marcel durante un incontro nel mese di marzo alla missione di
Bozoum. Non lo trovai molto entusiasta. Non aveva mai scritto, rispose. Non desistetti. Gli dissi
che era una buona occasione per cominciare. I duri orari di lavoro certo non lo favorivano e intanto il tempo passava.
Il colpo di stato del 25 ottobre 2002 e le guerriglie che seguirono fino al 15 marzo 2003, data della vittoria del nuovo presidente Francois Bosizé,
l'oblio dell'opinione pubblica internazionale per le sofferenze di un popolo da lui tanto amato, lo spinsero al lavoro e nell'ottobre del 2003 nelle vetrine
delle librerie di Praga comparve il suo libro divorato dai lettori.
Il dottor Marcel Drlík, dopo la sua esperienza a Bozoum, è passato alla pediatria per essere più
vicino ai poveri del continente africano. È ritornato alla missione per brevi periodi e ora sta tentando di avviare una collaborazione tra l'Università
Carolina di Praga e l'Università di Bangui.
Praga, 3 settembre 2004
P. ANASTASIO ROGGERO