| La leggenda della doppia nasciata
Si sa che la nascita e la vita degli eroi è spesso segnata da
avvenimenti che ne anticipano o sottolineano la straordinarietà. Samori non fa eccezione.
Se, come è probabile, molti avvenimenti che lo riguardano si sono trasformati in leggenda
grazie all’inventiva dei fedelissimi griots che l’hanno accompagnato lungo l’intero corso
della sua carriera di conquistatore, altri, effettivamente reali, lo accomunano per certe
peculiarità agli eroi mitici. A causa della madre, per esempio.
Come Sundjata, l’eroe fondatore dell’impero mandingo del XIII secolo,
figlio della donna toro, nato in circostanze miracolose o come Eracle, l’eroe per eccellenza
della mitologia greca, che aveva due madri, la mite Alcmena ed Era la persecutrice che gli
impose le fatiche più gravose per renderlo immortale, Samori può vantare
una nascita eccezionale, anzi due.
Nascita e infanzia
Pare che negli anni attorno al 1830, a Manyambaladougou, piccolo
villaggio vicino a Sanankoro, l’odierna Kerwane in Guinea, vivesse un certo Laafiya Toure,
commerciante, allevatore e coltivatore. La prima moglie, Masorona, donna di grande bellezza
appartenente al potente lignaggio dei Kamara, etnia di animisti signori del paese, non poteva
aver figli. Dopo aver atteso invano un erede maschio per due lunghi anni, Laafiya consulta un
indovino che conosce la divinazione sulla sabbia. Costui, dopo aver pregato Dio, gli predice
che nel giro di pochi mesi Masorona rimarrà incinta e che darà alla luce un
maschio che diventerà famoso fra i faama. Non solo, ma un sogno viene ad avvalorare
questa predizione. Laafiya vede una notte un grosso serpente attorno ai suoi fianchi divenire
così grande e potente da andare all’assalto del cielo. Il significato di questo sogno
appare immediatamente chiaro: il nascituro è destinato a grandi cose.
In verità l’infanzia del ragazzo trascorre piuttosto tranquillamente,
come tutti i suoi coetanei viene circonciso, prima tappa necessaria per diventare un uomo.
Sembra però che la vita contadina del suo paese natale sia troppo limitante per le
aspettative del giovane che ben presto sente dentro di sé quel bisogno di viaggiare
che già aveva spinto i suoi antenati, quei venditori dyula che commerciavano
coi mussulmani del nord, fino a Timbouctou. Gli antenati di Samori avevano però
abbandonato la regione di Kankan verso il 1700 tralasciando a poco a poco il commercio e
la religione mussulmana per sposare delle donne animiste del basso Konyan; di conseguenza
egli vanta da parte di madre dei legami coi Kamara, membri del clan aristocratico del Konyan.
Intelligente, audace, con un gran senso degli affari, Samori ha tutto per riuscire
brillantemente nella sua carriera. Malgrado i suoi diciotto anni si fa presto un nome nel
traffico della kola, ma il suo carattere è piuttosto rude. Regola più
volentieri i litigi con l’efficacia dei suoi pugni che con la voce suadente del venditore.
E’ di taglia superiore alla media, quando gli capita di sorridere i suoi denti brillano
aguzzi come quelli di un leone. Ha lo sguardo profondo e perspicace... sono però
le mani che ne fanno un personaggio inquietante, almeno agli occhi dei suoi compaesani,
perché la pelle presenta grandi chiazze decolorate. Questa tinta equivoca e rosata
non è forse il segno di poteri temibili e misteriosi? Come abbiamo sopra accennato,
Masorona Kamara, la madre di Samori, non si limiterà a donare la vita naturale al
figlio, ella sarà causa anche della sua seconda e più prestigiosa nascita che
farà di lui un eroe: qui il motivo della doppia madre è sostituito da quello
della doppia nascita.
Si racconta che circa nel 1850 a causa della guerra che opponeva i
mussulmani Sisse agli animisti Bereté, il villaggio di Manyambaladougou venisse
invaso dagli uomini di Sere-Burlay, capo dei Sisse. Scornati per esser stati precedentemente
messi in fuga da semplici contadini, i Sisse non si erano accontentati di razziare qualche
animale ma, uccisi gli uomini che avevano fatto resistenza, erano fuggiti portando in
ostaggio delle donne e dei giovani. Fra questi prigionieri c’è la madre di Samori.
In ostaggio per riscattare la madre
Questi, saputo del disastro mentre si trova ben lontano dalla regione, rientra a marce
forzate quando ancora fumano le baracche, per ritrovare suo padre in salvo presso alcuni
parenti. L’incontro è burrascoso. Samori rimprovera al padre di non aver pagato il
riscatto per Masorona e decide di andare la sera stessa a negoziare la sua libertà.
Portando solo un fagotto con le sue cose, brucia le tappe, dirigendosi, contro il parere di
tutti, a Madina dal terribile Seré-Burlay, faama dei mussulmani. Giunto alla
corte del monarca, il giovane si inginocchia davanti a Sere-Burlay :
"Per liberare questa donna, che devo fare ?"
"Se mi porti sette schiavi, vigorosi e in buona salute, Masorona
Kamara tua madre sarà libera."
"Se avessi il denaro non esiterei un istante a soddisfare la tua
richiesta. Ma sono ancora giovane e il mio commercio rende poco; dammi la possibilità
di guadagnarmi il riscatto."
"Credi forse che io abbia bisogno di mercanti ?"
"Prendimi fra i tuoi guerrieri, ben presto guadagnerò
il riscatto di mia madre."
Sere-Burlay guarda il giovane, ne ammira la perfetta muscolatura, lo
sguardo fiero e intraprendente. Tuttavia esita a lungo. Certe profezie parlavano di un
giovane aitante, venuto un giorno a rendergli umilmente omaggio, che sarebbe ben presto
divenuto implacabile nemico dei Sissé che avrebbero perso il regno... Alla fine il
faama, contro il parere del fratello Sere-Brema, lo arruola nella guardia
personale. Fino al 1858 "per sette anni, 7 mesi, 7 giorni", dice la tradizione,
Samori combatte presso i Sissé e scopre che la sua vera vocazione è la guerra.
Ecco che a causa di sua madre, che vive ancora presso di lui, Samori è potuto divenire
un guerriero illustre apprezzato e tenuto in gran conto dal re che lo ricopre di doni e di
belle schiave..
Samori è protetto da una donna
Il destino di Samori deve seguire il suo corso e la sua fortuna
presso i Sissé è destinata a cambiare ... ma un’altra donna viene in suo
aiuto.
Succede che Sere-Burlay muoia improvvisamente per le gravi ferite
riportate nell’assedio di Kobobi-Kourou e che suo fratello Sere-Brema prenda il comando
del regno. Il nuovo re detesta lo straniero. Consulta perciò frequentemente gli
oracoli che sempre danno il medesimo responso: Samori distruggerà i Sissé.
Non solo, uno dei più celebri marabutti conferma la predizione osservando attentamente
le macchie biancastre sulle mani di Samori nelle quali legge i segni della sua gloria e la
rovina dei Sissé. Sere-Brema è inquieto, non sa come sbarazzarsi di lui
finché non lo accusa di non aver combattuto valorosamente nell’assedio dove suo
fratello ha perso la vita. Condanna l’orgoglioso guerriero alla gogna per otto giorni,
suprema vergogna che Samori non dimenticherà mai . Egli reagisce con prudenza per
non esporre sua madre alle ritorsioni del re, ma la sua vita è in pericolo.
Riesce a fuggire con la madre prima di essere ucciso
Una sera riceve un messaggio da una delle sue donne che lo convoca in
segreto al ruscello dove è solita lavare la biancheria. Andato all’appuntamento,
Samori viene a sapere che il re ha deciso di ucciderlo. "Ha ordinato - dice la donna - di
fondere quattro proiettili con oro e piombo. Un marabutto li ha caricati del suo potere
così che i tuoi amuleti non possano proteggerti. Fra otto giorni, il prossimo
venerdì, quattro soldati tireranno su di te durante la danza dei sofa in
onore del re." Samori agisce d’astuzia. Con gran calma danza il giorno seguente
in onore del faama; poi qualche giorno più tardi, ottiene il permesso
di far partire la madre che voleva rivedere una parente in punto di morte. Il giovedì
precedente il giorno fatale anche Samori sparisce. Masorona e il figlio si incrontreranno
in un punto stabilito e riusciranno ad eludere la caccia spietata dei sofa sguinzagliati
da Sere-Brema alla loro ricerca, rifugiandosi, pare, fra i canneti. Durante la fuga
avventurosa, Masorona provata dalle fatiche e dalle emozioni, brucia di febbre. Samori
al calar della notte accende un fuoco e copre la vecchia con l’unica coperta disponibile.
Ma nel bel mezzo della notte una scintilla incendia la coperta che si distrugge. Dice
Masorona: "Tu hai rinunciato alla tua libertà per venirmi in aiuto, ecco
perché tutti gli uomini saranno al tuo servizio. Tu mi hai dato la sola coperta
che possedevi e questa è bruciata, questo è il segno che Dio ti donerà
tanti vestiti che sarà impossibile portarli tutti. In questi anni sono stata
separata da mia figlia Masa, ecco perché Dio di farà dono di figli e figlie
innumerevoli." Le cronache dicono che Masorona appena giunta a Manyambaladougou morisse
improvvisamente. Questa morte segna profondamente Samori e lo libera da qualsiasi legame che
lo trattiene al villaggio natale. Povero è andato e povero è ritornato dal reame
dei Sissé, ma ha acquisito il bene più prezioso: la scienza delle armi e
soprattutto la conoscenza di sé e della sua società.
|