Dio dona all'uomo la sua forza

Ecco la storia che ho visto, eccola per voi.
Una volta c'era un uomo che uccideva molta gente. Andò a costruire un villaggio. Abitava da solo. In quel villaggio c'era proprio soltanto lui che viveva.
Uccideva molte, molte persone. Questo durava ormai da tanto, tanto tempo.
Una volta che aveva ucciso gli uomini, tagliava loro la testa. Poi prendeva i loro corpi e li disponeva in forma di recinto. All'interno giocava alla trottola con le loro teste.
C'era una donna. Questa donna aveva un figlio, un figlio unico. Il fanciullo andò al fiume. L'uomo andò e catturò il fanciullo.
Quest'uomo si chiamava Sumana. Non era forse lui che aveva preso la testa del fanciullo? Ritornò a casa e gettò la testa con le altre, all'interno del recinto.
La donna cercò il figlio a lungo, molto a lungo, ma senza trovarlo. Disse allora:
- Eh! Sarà Dio che cercherà mio figlio e che me lo darà.
Eco che qualcuno le ha sussurrato che era stato Sumana a uccidere suo figlio: gli aveva tagliato la testa e portata con sé. Si era dunque impossessato della testa e se ne era andato.
Allora la donna disse:
- Non fa nulla. Ad ogni modo andrò a cercarlo là dove si trova.
La donna fece i suoi preparativi. La gente le diceva:
- Eh! Come fai ad andare laggiù, nel suo regno!
Rispondeva:
- Dio è grande. Me ne vado con la sua forza. Se quando arrivo l'uomo mi uccide e aggiungerà la mia testa a quella di mio figlio, del mio unico figlio, sarà Dio che l'avrà permesso.
La donna lasciò il villaggio e partì. L'uomo aveva collocato tutte le teste all'interno del recinto. La donna è arrivata. Bussa alla porta.
- Chi è?, grida l'uomo.
- Sono io, risponde la donna.
- Che cosa sei venuta a fare?
- Sono venuta per salutarti, risponde la donna.
- Entra, tu sarai mia moglie, entra.
La donna entra nel recinto. Arrivata all'interno... ecco che le teste umane giravano e danzavano come delle trottole: kparara kparara kparara... Una diceva: , l'altra rispondeva: . Le teste stavano dunque facendo questo gioco.
La donna salutò l'uomo. L'uomo le augurò il benvenuto. Si scambiarono poi i convenevoli.
Bisogna sapere che prima di partire la donna aveva preparato della polvere rossa e l'aveva nascosta nel suo vestito dietro la schiena. La donna disse:
- Sei tu il mio marito, sono venuta per sposarti. Poiché devo vivere con te dimmi: c'é qualcosa che non ti piace? Dimmi cos'è. Tu sai che le donne non sono buone. Se non me lo dici, rischio di fare qualcosa che ti farà del male.
Rispose:
- Ciò che veramente non posso sopportare è la polvere rossa. La polvere rossa è il mio grade totem. Se ne prendi un po' e mi tocchi, perdo immediatamente tutti ii miei poteri e potrai subito uccidermi.
La donna disse a sua volta:
- Anche per me è la stessa cosa. La polvere rossa non posso sopportarla.
- Noi due andremo bene insieme, aggiunse allora l'uomo.
Caro mio! La sera era arrivata. Andarono a coricarsi. La donna prese la sua polvere rossa, affilò il suo coltello, e nascose tutto nel suo mantello. Non erano forse là insieme coricati?
Erano là coricati. La donna chiese a Sumana:
- Quando ti corichi per dormire, come si fa a sapere se sei veramente addormentato?
Rispose:
- Quando sono coricato, se senti che faccio: fononon pin, fononon pin, fononon pin... allora sappi che dormo, sono completamente addormentato. Se invece senti che faccio: hum hum hum hum hum... allora significa che non dormo. E tu, quando sei addormentata come dormi?
Rispose:
- Quando sono coricata se senti che respiro forte, allora sappi che dormo veramente. Se vuoi uccidermi, puoi uccidermi.
- Bene, disse.
I due avevano spiegato il loro modo di dormire. Erano là coricati insieme. Il tempo passava. Ad un tratto la donna sente il rumore di Sumana: fononon pin, fononon pin, fononon pin... Allora dice:
- Stiamo arrivando alla conclusione!
Caro mio! La donna prende la polvere rossa e la sparge attorno a Sumana. Guarda il suo coltello e l'avvicina al collo di Sumana: fia! Glielo taglia come se fosse il collo di un bue. Non è dunque lei che l'ha ucciso?
Improvvisamente tutte le teste all'interno del recinto smettono di girare. La donna pulisce il recinto ed esce. Prende la testa di Sumana e la depone sul suo capo. Poi lascia il posto e se ne va.
Arrivata vicino al villaggio manda a dire:
- Andate e avvertite la gente di riunirsi, perché sto arrivando con la testa di quell'uomo.
Tutti esclamano:
- Eh! Come? Tu una donna hai fatto questo?
- Andate e riunitevi!
Sono là tutti riuniti. C'erano proprio tutti. Appena la donna fece la sua entrata nel villaggio i tamburi si misero a risuonare. La donna marciava e cantava:

SUMANA SUMANA SONO PARTITA E SONO RITORNATA
SUMANA SONO RITORNATA
SUMANA SONO RITORNATA
OBI YAA ATTA HA FATTO CADERE LO SCIMPANZE'
SONO RITORNATA SUMANA
SONO RITORNATA SUMANA

Caro mio! Tutti gridavano:
- Signori, la donna ha veramente ucciso Sumana, preparatevi. Sta ritornando, preparatevi, sta arrivando, preparatevi!
Eh, caro mio! Quel che state per vedere sono cose veramente gravi!
Si va ad avvertire il Re che la donna, la donna stessa, proprio lei, ha compiuto quest'impresa laggiù nella foresta. Eh! Il Re ascolta. La donna intanto aveva ripreso la sua canzone:

CANTO

Eccola che arriva. Prende la testa di Sumana e pum!, la getta là in mezzo. Tutti gridano:
- Ehhhhhhhhhhh!
- Cosa ne facciamo della testa, si domandavano.
- Bisogna tagliarla in pezzi, piccoli, piccoli, e darne un pezzetto a ciascuno.
Se tu vedi che gli uomini quando vanno a lavarsi mettono i piedi su un blocchetto di legno, sappi che è la testa di Sumana.