Quattro acquirenti per una medesima stuoia

Mi chiamo Louis Kwame. Questa è la mia casa. Sono io che oggi sto narrando questa storia.
Il padre è venuto e ci ha domandato di raccontargli delle storie.
Una volta c'era un uomo e sua moglie. Quest'uomo era talmente povero che non sapeva più cosa fare.
Questo durava ormai da lungo tempo.
Un giorno sua moglie lo chiama e gli dice:
- Papà (1).
Risponde:
- Sì!
Ella disse allora:
- Poiché siamo qui e non abbiamo un soldo, partiamo in foresta. Tu, tu sai intrecciare delle stuoie. Una volta pronte io andrò a venderle. Se me le comperano possiamo così guadagnare un po' di soldi per comperare del cibo. Eccoli in cammino. Non hanno neppure qualche soldo per comperare una piccola zappa. Devono raccogliere della legna e venderla per poter acquistare una zappa. Eccoli partiti. Alloggiano nei contrafforti di un formaggere. L'uomo va a sradicare delle liane. E' là in foresta e comincia intrecciare la sua stuoia: una denghere (2). L'intreccia con la liana go. Eccolo all'opera. Lavora a lungo, a lungo. Un giorno arrivano due uomini. Arrivati, ecco Morte, ecco Vita. Salutano il vecchio, il quale risponde:
- Eya (3), siate i benvenuti.
Offre loro da sedere. Si siedono. Il vecchio riprende:
- Siate i benvenuti, signori, siate i benvenuti.
Poi chiede:
- E che notizie portate?
L'uno dice:
- la mia notizia eccola: sono arrivato qui per acquistare la tua stuoia. Domani verrò a cercarla.
Il vecchio risponde:
- Poiché ho appena iniziato l'intreccio, vai pure e ritorna domenica, allora te la consegnerò.
Anche l'altro disse:
- Anch'io vengo ad comperare la tua stuoia.
Vita dunque aveva detto:
- Vengo a comperare la tua stuoia.
Morte pure aveva detto:
- Vengo a comperare la tua stuoia.
Il vecchio disse:
- Ho capito. Ora potete partire, è domenica che dovete venire a cercarla.
Erano appena partiti quand' ecco un altro che arriva. Arrivato saluta il vecchio. Costui gli risponde e chiede:
- E le tue notizie?
Risponde:
- Anch'io vengo ad acquistare la tua stuoia.
Il vecchio chiede:
- Come ti chiami?
- Mi chiamo Dio Onnipotente (4).
- Molto bene, vieni a cercarla domenica.
Ci sono attualmente tre acquirenti. Dio era appena partito, che ne capitò un altro. Arriva e dice:
- Anch'io vengo a compare la tua stuoia.
Il vecchio risponde:
- Come? La stessa stuoia?
Sua moglie disse allora:
- Digli: vieni a cercarla domani.
- Come ti chiami?
- Mi chiamo Sacrificio (5).
- Veramente tu ti chiami Sacrificio?
E aggiunge:
- Bene, domenica venite tutti a cercare la vostra stuoia.
Il vecchio e la donna sono là in foresta. Continuano il loro lavoro. Improvvisamente, ecco Vita (6). Arriva e annuncia:
- Vengo a cercare la mia stuoia.
Il vecchio risponde:
- La stuoia non è terminata.
Un po' dopo ecco Morte. Dice:
- Vengo a cercare la mia stuoia.
Il vecchio risponde:
- La stuoia non è terminata.
Un po' più tardi ecco Dio che arriva. Dice:
- Vengo a cercare la mia stuoia.
Il vecchio risponde:
- La stuoia non è terminata.
Risponde:
- Ma come! Va bene, non fa nulla.
Il vecchio è là in foresta. Improvvisamente ecco Sacrificio. Annuncia:
- Vengo a cercare la mia stuoia.
Il vecchio risponde:
- A te, a te la darò.
Prende la stuoia e la consegna a Sacrificio.
I tre altri, quando avevano lasciato il vecchio, si erano nascosti nei paraggi. Escono dal loro nascondiglio.
Ecco che Sacrificio arriva con la stuoia. Dicono:
- Ma come è possibile che questa stuoia, di cui diceva che non era pronta, tu, tu hai potuto averla e portarla via?
Sacrificio risponde:
- Io non so nulla. Sono andato a cercarla e mi è stata data.
Gridano:
- Ma come?
Morte aggiunge:
- Veramente!
Allora Vita dice:
- Morte, vieni, andiamo ad ucciderlo.
Morte risponde.
- Eh sì, bisogna veramente ucciderlo!
Vanno a dare la notizia a Dio. Dio dice:
- Certamente! Quanto a me, io che ho disposto tutto ciò che c'è nel mondo, bisogna che uccida quest'uomo. Sono d'accordo.
Se ne vanno. Tutti e tre sono d'accordo. Si mettono in strada ed eccoli partiti. Vita arriva per primo. Arriva e chiede:
- Amico mio, perché hai consegnato la stuoia a Sacrificio?
Risponde:
- Bene, te lo spiegherò. Da quando siamo stati creati le nostre vite sono nelle tue mani, ed io dovrei dare la mia stuoia a te? (7).
Anche Morte è arrivato. Il vecchio gli dice:
- In verità so che tu non odi nessuno. Uccidi il ricco, uccidi il povero, uccidi il bambino, e io, io dovrei dare la mia stuoia a te?
Dio disse allora:
- Ma perché non hai dato la tua stuoia a me?
Il vecchio risponde:
- Eh! Come fare per rispondere alla tua domanda? Tu, tu hai creato tutti gli uomini. Noi abbiamo tutti lo stesso sangue. Ma ecco che certi hanno molto denaro, certi hanno molte ricchezze, alcuni possono compiere grandi cose, quanto a me invece... Esistono persone che non hanno nulla nella loro vita... veramente, non posso prendere la mia stuoia per dartela, perché tu ami gli uni e odi gli altri.
Dio prese la sua parte e se ne andò. I tre si ritrovano e dicono:
- Cosa dobbiamo fare?
Si rivolgono a Sacrificio:
- Vogliamo andare ad uccidere quell'uomo.
- Eh! Ma quest'uomo io lo conosco da tanto, tanto tempo, e non ha mai fatto nulla di male. Andate un po' trovarlo e fategli delle domande.
Hanno inviato Vita. Arrivato chiede:
- Amico mio!
Risponde:
- Sì!
- Dimmi bene ciò che pensi, ciò che hai nella tua testa.
Il vecchio risponde:
- Se amassi discutere e litigare non sarei venuto ad abitare qui in foresta.
Anche gli altri sono ritornati e gli hanno fatto parecchie domande per lungo tempo. Ma non hanno trovato nulla. Alla fine concludono:
- Dobbiamo andare ancora a vedere Sacrificio.
Sono andati e gli hanno poste parecchie domande. Costui rispose:
- Eh! Neppure io non ho mai trovato nulla di male in lui. Infatti quando vengono a consultarmi mi fanno una promessa. E' quando non mi offrono la cosa promessa che l'individuo muore. Io, io lo conosco da tanto tempo, ma non ho mai trovato nulla di male in lui.
Allora gli dicono:
- Se neppure tu non hai trovato nulla di male, allora, se lo uccidessimo, non sarebbe bene.
Se vediamo che Dio, alle volte, ritira la sua protezione all'uomo, è a causa delle parole cattive che gli uomini rivolgono ai loro compagni. Ma se Dio non ritira la sua protezione, allora non c'è nulla al mondo che possa nuocere all'essere umano.
Ecco la mia menzogna che ho raccontato.


1) Termine di rispetto con cui la donna si rivolge al marito.
2) Stuoia abitualmente utilizzata per avvolgere i cadaveri. Il vecchio è così povero che pensa di morire presto, e vuol lasciare almeno la stuoia per avvolgere la sua salma.
3) Quando si saluta qualcuno l'interlocutore, se è un uomo, risponderà: eya, oppure: eyaon. E'il segno che ha sentito e che ha accolto il saluto. Poi, a sua volta, saluterà con una formula appropriata all'ora del giorno e allo statuto sociale dell'interlocutore.
4) Il termine usato dal narratore è kpili: grande. Come si è accennato nella prima parte kpili riferito a Dio significa molto più di grande. Il termine sottolinea la grandezza, cioè l'onnipotenza di Dio.
5) Si traduce il termine munzue con Sacrificio. Di fatto il termine bona ha un contenuto semantico molto più ricco della parola italiana sacrificio.
Non è possibile presentare qui un'analisi approfondita del termine, ma solo qualche cenno.
Il termine munzue è, di solito, usato in questo genere di frasi: me yi munzue, lett.: tolgo munzue.
Il che significa fare un sacrificio. E perché si fa un sacrificio?
Perché munzue wo me won, cioè munzue è su di me, dunque devo togliermelo d'addosso. Perché o quando munzue è su di me? E perché devo toglierlo?
munzue è su di me quando, volontariamente o no, ho infranto un divieto, un kilie.
L' ordine è stato perturbato, e deve essere ristabilito. quest'ordine è ristabilito quando tolgo dal mio corpo ciò che si è accumulato sopra di male, di sporcizia, di colpa.
Infrangendo un divieto, facendo qualcosa che non dovevo fare, ho attirato su di me una specie di maleficio.
Me ne libero, facendo un sacrificio.
6) Vita, Morte, Sacrificio, Dio, sono dei personaggi. Sono dunque scritti con la maiuscola e senza articolo.
7). Lett.: tu ci sorvegli, dunque non siamo liberi di fare quello che vogliamo, noi dipendiamo totalmente da te.