Dio all'origine di tutto ciò che capita nel mondo

Sono io, Cristophe Badou, prolungherò la seduta (1). Ecco il mio terzo racconto.
Vi svelerò (2) dunque questa storia affinché tutti i vecchi comprendano. La storia che ho visto, eccola.
Una volta c'erano due animali che vivevano in foresta, Vipera e Tucano. Vipera strisciava, mentre Tucano volava. Un giorno Tucano incontra Vipera e gli dice:
- Amico mio, oggi sono in serie difficoltà, ti prego, dammi una mano ad uscirne.
- Che cosa ti capita, amico mio, chiese Vipera a Tucano.
- Abbiamo chiesto del denaro in prestito. Tutti i miei amici hanno reso il loro, io sono in difficoltà, non posso renderlo. Vengono continuamente a reclamarlo. E' per questo che chiedo il tuo aiuto. Puoi prestarmi un po' di soldi per pagare quanto devo loro?
Vipera disse:
- Va bene. Poiché sei venuto a parteciparmi le tue difficoltà, se ti lascio partire senza darti nulla, rischio di rovinare la nostra amicizia. Dunque ti aiuterò, vado a cercare un po' di denaro.
Vipera andò a cercare il denaro e lo diede a Tucano. Tucano allora se ne andò a pagare il suo debito.
Il tempo che Vipera aveva stabilito a Tucano per rimborsare il suo debito passò, ma Tucano non si presentò. Allora Vipera inviò uno dei suoi figli a ricordare a Tucano i suoi impegni. Il figlio partì a fare la commissione. Tucano gli rispose:
- Vai dire a Vipera che io sono un animale volante, e che lui è un animale strisciante. Se gli devo del denaro che venga a trovarmi qui in alto. Se riesce ad arrivare fino a me, gli renderò il suo denaro. Io non devo nulla a Vipera. Ascolta bene: tu, tu sei a terra e io qui in alto. Io vengo a chiedere in prestito del denaro e tu me lo dai. Io, io sono un volatile, dunque non scenderò mai più laggiù a terra. Se afferma che gli devo del denaro, che venga a cercarlo qui.
Il figlio ritornò e raccontò tutto a Vipera. Era Tucano che si era impegnato in quest'affare. Vipera, pieno di collera, diceva:
- Bene! C'è un solo Dio e non due. Io ti ho prestato dei soldi e al momento di renderli tu non vuoi pagarmi. Se Dio decide che debba perdere il mio denaro, lo perderò, in caso contrario, l'avrò.
Lungo tempo dopo sopravvenne la siccità. Non c'era più acqua. Tutti i ruscelli erano a secco. Non restava che un solo grande pozzo dove si poteva trovare acqua. Era là che tutti gli animali andavano a bere.
Un giorno Vipera andò a bere a quel pozzo e si nascose in un angolo al bordo del pozzo per riposarsi. Qualche tempo dopo i Tucani vennero, a loro volta, e bevvero dell'acqua. Dopo essersi dissetati, decisero di fare una piccola passeggiata per sgranchirsi le gambe. Durante questa passeggiata Tucano cadde nelle fauci di Vipera che, prontamente, le rinchiuse.
- Ehi Tucano, sei proprio tu?
- Sì, rispose Tucano.
- Si dice che non bisogna mai fare del bene ai propri simili: questo è proprio vero! Sei tu che sei venuto, qualche tempo fa, a chiedere in prestito del denaro. E ora che ti sei tratto d'impiccio, rifiuti di pagare i tuoi debiti. Dici che se io non vengo a trovarti lassù in cielo, non mi renderai mai questo denaro. Ma Dio non dorme. Dio sa. Dio sa che non posso volare, e per questo il mio denaro non potrò mai riaverlo. Io sono qui a terra. Grazie al buon volere di Dio Onnipotente oggi ti ho preso. Tucano, farò di te ciò che meglio mi pare, perché tu, Tucano, tu voli, io, Vipera, non posso volare, ma Dio ha permesso che ti prenda, tu Tucano, qui a terra, ed ecco che ti ho preso. Oggi per il buon volere del Dio Onnipotente, ti ho afferrato, Tucano, al bordo di questo pozzo dove cerchiamo l'acqua.
Tucano disse:
- Non uccidermi, ti prego, ho commesso una colpa imperdonabile.
Tucano pregò Vipera di rilasciarlo, ma Vipera rifiutò. Afferrò Tucano e lo uccise. E' vero, Vipera non vola, striscia a terra, ma è a terra che ha preso Tucano.
Così se uno dei tuoi amici ti fa del bene, e se tu non puoi renderglielo, almeno non insultarlo, non dire: io l'ho ingannato e lui non potrà mai prendermi. Sappi che Dio è grande, ed è tramite lui che passano tutte le cose. Lui può permettere che ci si vendichi di te.
Ecco ciò che io, Badou Cristophe, ho raccontato.


1) Come si è accennato altrove (cf. per esempio, Galli, Il Neonato dalla barba bianca, Bologna 1993, 13) le storie sono sempre narrate all'interno di una seduta narrativa.
2) Si mantiene il termine del narratore che non dice “Vi racconterò questa storia”, ma “Vi svelerò”.