Bene, sono ancora io, Kwakou François, è la terza volta che prendo la parola questa sera. Vi racconterò perché
Lepre vive in savana. E' il senso di questo problema che vi spiegherò.
Dunque una volta, quando eravamo là nel mondo, era il Signore Dio che ci comandava (1). In quel tempo mise
al mondo un figlio.
Oggi le donne vanno a mettere al mondo i figli là dove ci sono le ostetriche, e se per caso una mamma non ha latte,
o se non ne ha a sufficienza, le si dà latte artificiale, in modo che il bambino possa essere nutrito.
Una volta non era così. Quando il signore Dio mise al mondo suo figlio, la mamma non aveva latte. Tutti andavano
a rendere visita al Signore Dio.
Uno veniva a vederlo e gli diceva:
- Signore Dio, io porterò al bambino dell'acqua, attinta appositamente per lui.
Un altro veniva e diceva:
- Io gli porterò da bere del buon vino di palma.
Anche Lepre venne a vedere il Signore Dio e gli disse:
- La nascita di tuo figlio mi ha riempito di gioia. Per questo gli porterò latte di Bufala.
Dio disse allora a tutti coloro che erano là riuniti:
- Applaudite! Lepre ha detto che andrà a mungere la mammella di Bufala, come si munge la mammella di una
mucca, e che porterà questo latte al bambino. Non è dato a tutti di compiere questo, ma Lepre ha assicurato
che può farlo. Staremo a vedere!
Il figlio del Signore Dio era dunque venuto al mondo. Colui che aveva promesso l'acqua limpida, andò ad attingerla
e la portò. Colui che aveva promesso il vino di palma, pure lo portò.
- Le pre, vai a cercare il latte di Bufala!
Mio caro! Lepre partì in foresta: frè frè frè frè... Camminò a lungo, molto a lungo. Ad un certo momento
incontrò una mandria di Bufali. C'era proprio Bufala che aveva appena partorito. Come fare per trovare il mezzo
per mungerla e avere così il suo latte?
Mio caro! Lepre oltrepassò la mandria e andò a cercare un albero che si chiama kotokie; Quest'albero portava
molti frutti maturi. Lepre ne colse una cesta piena, poi ritornò presso i Bufali.
Giunto in mezzo alla mandria vi gettò un frutto. Bufala lo prese e lo mangiò. Si spinse un po' più lontano e lanciò
un altro frutto; Bufala lo seguì, lo prese e lo mangiò. Così, poco a poco, gettando sempre frutti dietro di sé,
si allontanò dalla mandria e arrivò ai piedi dell'albero kotokie. Vuotò così il suo cesto. Anche Bufala arrivò
ai piedi dell'albero. Lepre era là accanto e le disse:
Ah! Sei venuta, tu che hai appena partorito, sei arrivata qui mangiando i frutti di questo albero. Questi frutti sono
davvero buoni, ma adesso sono finiti. Guarda, ce ne sono ancora lassù. Tu che hai delle corna, se pianti le tue
corna nell'albero e se lo scuoti forte, forte, molti frutti cadranno.
Bufala disse:
- Eh! I frutti del tuo albero sono eccellenti.
Mio caro! Bufala abbassò il capo, prese lo slancio e... haou... ma! Conficcò le sue corna nell'albero.
Eccola incollata¨all'albero. Cercò di staccarsi, ma non ci fu nulla da fare. Lepre scivolò allora in mezzo
alle gambe di Bufala, prese un recipiente (2), e cominciò a mungerla, fin quando non ebbe più latte. Poi ritornò sui suoi passi: frè frè frè... Arrivò dal Signore Dio e gli disse:
- Signore Dio, ecco il latte di Bufala.
Dio diede il latte a suo figlio; Costui lo bevve. Mio caro! Adesso il figlio di Dio si irrobustiva di giorno in giorno. Lepre andava regolarmente a mungere Bufala.
Un giorno delle termiti arrivarono accanto a Bufala. Dissero fra sé:
- Ma come! Quest'animale, di solito, non si può mai catturare, ti calpesta e ti schiaccia. Come mai oggi abbiamo potuto rosicchiargli gli zoccoli senza che si sia mosso?
- Signori, rispose Bufala, perdonatemi tutte le mie colpe, e aiutatemi. E' Lepre che mi ha ingannata, ed è per questo che sono incollata qui a quest'albero.
Le termiti risposero:
- Se ti aiutiamo, non ci calpesterai mai più?
Bufala rispose:
- Eh! Non verrò mai più là dove voi vivete.
- Bene!
Allora le termiti entrarono nel tronco dell'albero e cominciarono a rosicchiare il posto dove le corna erano prigioniere. Rosicchiarono a lungo, a lungo. All'improvviso hop! Bufala poté ritirare le corna. Le ritirò e le introdusse di nuovo, le ritirò e le introdusse di nuovo. Poi disse:
- Molto bene, ora potete andare.
Rimise le corna nell'albero come prima quando non poteva muoversi e Lepre veniva a mungerla.
Un po' di tempo passò. Lepre non sarebbe più venuto a mungerla per dare il latte al figlio del Signore Dio?
Lepre lasciò il villaggio e se ne andò a cercare il suo latte. Bufala era là. Lepre prese il suo recipiente, si spinse sotto la pancia dell'animale, afferrò la mammella e cominciò a mungere, a mungere, come i pastori peulh mungono le loro mucche.
Improvvisamente Bufala lo prese per la testa : foro! E con le sue zampe posteriori gli strinse fortemente il ventre: fim! Lepre cadde a terra con il suo recipiente. Non capiva più niente. Si guardò attorno e disse:
- Ecco quel che mi capita in foresta! Se le cose stanno così non resterò più qui in foresta con te bufala, scappo in savana.
Lepre partì allora in savana per sempre.
Ecco la ragione per cui quando, in foresta, incontri un Bufalo ferito (3), se sali su un termitaio, ti lascia tranquillo. Ecco il senso del racconto.
1) Il narratore usa l'espressione: "il nostro anziano", cioè il nostro capo, colui che ci comandava.
2) Viene usata una espressione tecnica: awua, zucche svuotate che servono da contenitori.
3) Il bufalo ferito è l'animale più pericoloso perché attacca l'aggressore.