Mio Dio, come ti amo!

Sono io, Ambrogio Fiendi, che vi narro questa storia.
Quando questi fatti si sono svolti io ero là.
Una volta c'era qualcuno (1). Divenne adulto e sposò diverse donne.
Queste donne, che aveva sposato, erano in numero di cinque.
Una è Scopa, una è Gallina, una è Coppa (2), una è Zucca, una è Pappagallo. Con queste mogli la vita in comune dura da parecchio tempo, e non sa come fare per conoscere i loro sentimenti profondi.
Un giorno il signore Dio immaginò uno stratagemma: "Oggi farò in modo di vedere ciò che le mie mogli pensano (3). La donna che ha più attenzioni verso di me, finalmente la conoscerò. Cercherò di fare tutto per conoscere con certezza chi è la donna che mi è più vicina".
Dunque un giorno Dio mise in opera il suo stratagemma.
Fece come se fosse morto. Ora che è deceduto le sue cinque mogli, vedove, verranno a piangere.
La sua prima moglie è Scopa.
Il Signore dio è dunque morto, lo si è lavato, e lo si è coricato. Le vedove vengono a sedersi attorno per piangere il loro consorte. I familiari di Dio si mettono attorno alle vedove:
- Vostro marito è caduto (4). Venite a sedervi attorno a lui e piangetelo. Dobbiamo sentire i vostri pianti.
Scopa, che è la prima, non è forse lei che deve iniziare a piangere?
Le dicono dunque:
- Scopa, tuo marito è caduto, vieni dunque a piangerlo. Dobbiamo sentirti e vederti.
Scopa si alza, va a sedersi a lato di Dio, i piedi allungati. Il modo in cui piange suo marito, eccolo:
Sandoforo fia e
Faccio di tutto perché tutto sia in ordine in casa
e pertanto mi battono

Dicono:
- Eh ! Scopa, in verità tuo marito, lo hai veramente sposato. Dunque il tuo lamento che hai appena fatto lo abbiamo sentito, ma non l'abbiamo capito bene.
Guarda il modo in cui Dio è coricato e tutto ciò che ha fatto per voi da tempo.
E dopo tutto questo, oggi è caduto. Piangi ancora, affinché noi che siamo qui con voi, siamo consolati.
Se siamo riconfortati, vostro marito avrà allora un buon cammino da seguire, la via sarà libera per andare dove vorrà.
Dunque riprendi i tuoi lamenti che hai appena espressi, e lascerai poi il posto ad un'altra tua compagna.
La seconda moglie del marito è Gallina. Con Gallina, il Signore Dio ha avuto molti figli. E Gallina venne a sedersi accanto al Signore Dio. E cominciò a lamentarsi.
Le dicono:
- Tuo marito è caduto, vieni a piangerlo un po'!
Nel il lamento che Gallina sta per fare, ella considera tutti i numerosi figli avuti col Signore Dio. Si mette dunque a cantare:
Kro kro kro kro (grido della gallina che richiama i pulcini)
Il signore Dio è morto
dove li condurrò adesso?

Le dicono:
- Caro mio! Anche tu hai pianto tuo marito. Tuo marito ha fatto molto per te. Guarda tutti questi figli che hai avuto. Sappiamo che hai avuto molti figli con lui. La morte ora l'ha ghermito. Dunque, non puoi che piangerlo.
Ti abbiamo ascoltata una volta. Piangi ancora, vogliamo sentirti ancora:
Canto
- Bene, anche tu hai finito di piangere, puoi andare a sederti.
La terza moglie è Coppa. Le dicono:
- Oggi tuo marito è caduto. Anche tu, vieni a sederti accanto a lui. Sii riconoscente, e mostracelo.
Coppa andò a sedersi là accanto. Di figli ne aveva avuti parecchi, anche lei, con Dio. Ecco il lamento che fa per suo marito:
Tundunumundu (rumore della coppa che rotola a terra)
Coppa rotola veloce

Dissero:
- D'accordo, anche tu hai pianto tuo marito. E di figli tu ne hai avuto molti con lui. Oggi è la morte che l'ha colto. Sii riconoscente con tuo marito, piangi ancora. I tuoi lamenti li abbiamo ascoltati una volta.
Vogliamo sentire il resto.
Essa riprese:
Canto
- Anche di te, abbiamo ascoltato la tua voce. Puoi andare a sederti.
Se ne andata a sedersi accanto a Gallina. Restano zucca e Pappagallo. Dopo cinque mogli si è al completo.
Allora, via la seguente. Pappagallo è l'ultima. Dissero:
- Zucca, è il tuo turno, vieni, tuo marito è caduto oggi. Vieni a piangerlo , che tutti vedano.
Zucca venne e si sedette. Pensa: "Se mio marito è morto, l'unica cosa che mi resta da fare è andare a cercare un altro marito, andrò altrove",. Il lamento che fa, eccolo:
ru ra (5) (come se si intendesse crescere la zucca)
colo via per andare dove?
Me ne vado laggiù.

Dissero:
- Eh! Zucca! Hai pianto! Malgrado i tuoi lamenti... tuo marito se ne è andato. Piangi bene affinché possiamo sentirti, perché quell'uomo ha fatto molto per voi. Dunque piangi ancora, affinché possiamo sentirti.
Intona di nuovo il suo canto:
Canto
Dissero:
- Hai finito di piangere, vai a sederti. Caro mio, mi pare che l'ultima moglie del Signore Dio sii tu Pappagallo.
Ecco, tuo marito, a considerare bene le cose, è vero, non t'ha sposato da molto. E oggi è caduto.
Poiché se ne è andato e che ti lascia così, è buona educazione vuole che anche tu pianga.
Quanto a Pappagallo, è vero, ha sposato suo marito soltanto due o tre anni appena. Ed ecco, suo marito è deceduto, e questo la addolora molto. Pappagallo si mette a piangere:
Pappagallo delle foreste
I vecchi piangono i vecchi
Il Signore Dio è morto
Mi tratteranno di fattucchiera
Mi si ucciderà

- Ehi! Pappagallo! Le tue lamentazioni non le abbiamo ben capite.
Il Signore Dio è lì coricato, è ben vivo. Vuole sapere ciò che le sue mogli hanno nella loro testa.
E' così che conoscerà colei che l'ama veramente.
- Ehi! Pappagallo, i tuoi lamenti li abbiamo sentiti. Sono quasi entrati nei nostri orecchi.
Ecco, tuo marito t'ha sposata. Credo che non avete neppure fatto un anno di matrimonio.
Qualcuno invece dice che sono già due anni. Oggi, comunque, è caduto e ti ha lasciata.
Per questo, piangilo di nuovo, affinché ti ascoltiamo:
Canto
Allora Pappagallo ha fatto un'altra lamentazione. Ma alla seconda il Signore Dio, l'uomo che é deceduto, ecco che si muove.
- Ehi! Pappagallo, i tuoi lamenti... ricomincia!
Pappagallo comincia un'altra volta.
Canto
Ora il letto si muove seriamente. Il Signore Dio è sul punto di svegliarsi.
Osservate, l'uomo che è deceduto! Ma Pappagallo piange in modo tale... E' la sua ultima moglie che lo piange.
E il letto si muove sempre di più seriamente. Ora il signore Dio comincia ad alzarsi.
Dicono:
- Canta ancora
Canto
Ecco che Dio si è messo a sedere sul letto. Dissero:
- Pappagallo, riprendi le tue lamentazioni.
Ella ricominciò:
Canto
Dio si è alzato completamente e si tiene ritto in piedi. Gli si dà una sedia. Si chiede al Signore Dio:
- Cosa c'è?
Rispose:
- Le mogli che ho sposato... ho voluto provarle.
Da quando le ho sposate, non so come fare per sapere... come metterle alla prova.
Oggi dunque le ho messe alla prova. Ho trovato il modo di sapere quello che pensano e conoscere quale era la più preveniente.
Ecco perché ho immaginato questo artificio. Oggi tutte le mie mogli sono venute a sedersi accanto a me per piangermi.
Dunque se vi osservo bene, constato che è Pappagallo che compie veramente quello che mi sta a cuore.
Dunque, io Dio, pongo la mia fiducia in lei. Per quanto riguarda le altri mogli noto che se domani muoio, una dice:"Vado a cercare un nuovo marito" .
Un'altra afferma: "Ho avuto dei figli con lui, dove li porto adesso?"
Io sono deceduto e dimenticato per sempre. Ma ecco, io non sono morto di una morte vera. Dunque, in definitiva, è Pappagallo che è la moglie più preveniente.
Ecco perché Dio ha dato a Pappagallo la lingua per parlare.
E, inoltre, al mattino di buon ora, è il primo a volare lassù nel cielo, per parlare a Dio, prima che gli altri lancino le loro grida.
Ecco il senso del racconto.


1 ) Il narratore usa la parola "tipo". Si vedrà fra poco chi è questo : il signore Dio in persona.
2 ) Il termine anyi è awua, cioè "calebasse". Sono zucche, di diverse dimensioni, di solito rotonde, con manico o senza, che vengono sezionate a metà e svuotate, e utilizatte come coppe per bere.
3 ) Lett.: "Ciò che le mie mogli hanno nel loro ventre".
4 ) Espressione tecnica per evocare la morte del marito. La si utilizza soprattutto a proposito di sovrani. Si può anche usare questa espressione: "il grande albero è caduto".
5 ) L'espressione è: "cola via come un ruscello". La si usa per parlare della crescita di una pianta a lunghe ramificazioni.