Ragno, umilia pubblicamente Nyamian, il suo Signore

Un tempo, da quando il mondo esisteva, Ragno era il portavoce del Signore Dio. Seguendo l'abitudine degli anziani, nessuno poteva entrare nella corte delle mogli del Signore Dio, eccetto il suo portavoce, e il Signore Dio in persona. L'accesso era riservato a loro due.
Un giorno, sempre questo stesso Ragno così astuto, andò a trovare il Signore Dio e gli domandò:
- La questione che vengo a sottoporti, a te Signore Dio, eccola: fra la piaga e la vergogna, che cosa fa più male?
Il Signore Dio rispose:
- Ahi! Anche se oggi fossi coperto di vergogna, domani, tutto sarebbe terminato. Anche se mi accusano di qualche cosa, verrei giudicato e l'indomani tutto sarebbe finito. Ma se hai una piaga, alcune volte dura un mese, tre mesi, qualche volta anche un anno, e non è ancora guarita. Io penso dunque che è la piaga che fa soffrire di più.
Ragno rispose:
- Ho capito!
L'indomani Ragno se ne andava ai campi. Andava a togliere l'erba dal suo campo. Lavorando si ferisce alla tibia con il macete. Taglia un bastone e rientra a casa zoppicando, piano, pano.
Saluta Dio:
- Signore, buonasera.
- Sì? Ma mio caro, cosa succede? (1)
Ragno risponde:
- Oh! Mio Signore, avevo deciso di andare a pulire il mio campo da tutte le erbacce. Mentre lavoravo il macete m'ha tagliato (2).
Il Signore Dio gli disse:
- Mi spiace proprio (3).
Ragno rispose:
- Bene, adesso vado a curare il mio piede.
- Va pure. disse Dio.
Ragno se ne andò. Giunto a casa ordinò alla moglie di scaldare dell'acqua e di fare delle compresse sul suo piede. Mentre lo si curava Ragno gridava. Il Signore Dio che era seduto non lontano, disse:
- Ah ecco! Tu avevi detto che la vergogna faceva più male che una piaga. Guarda come gridi per una piccola piaga.
Ogni volta che lo si curava e che Ragno gridava così, il Signore Dio che era seduto laggiù. gli gridava:
- Ma come! Tu che affermavi che è meglio avere una piaga che una falsa imputazione (4). Vedrai, ieri dicevi che non hai potuto dormire!
Tre giorni dopo Ragno partì e fece un contratto con Topo. Gli disse:
- Comincia a scavare un buco che vada da laggiù e che arrivi fin sotto la scala del Signore Dio.
Topo si mise allora a scavare la buca. Lavorò a lungo. Arrivato alla fine lasciò un piccolo strato di terra per nascondere l'entrata della buca.
Ragno fece allora fabbricare due tamburi legati insieme, e li consegnò a Topo. Costui li depose là nella buca.
Quando tutti furono coricati, verso il primo canto del gallo, Ragno si levò, e andò a defecare proprio davanti alla porta del Signore Dio.
Al sorger del giorno Ragno si levò, andò a lavarsi e passò salutare il Signore Dio. Al momento di arrivare là, gridò:
- Ma come! Chi viene a defecare qui? Signore, guarda, qualcuno è venuto a defecare qui, e abbondantemente anche.
Allora il Signore Dio disse:
- Ma chi è venuto a defecare qui?
Ragno disse allora:
- Vogliamo ben vedere il perché della presenza di questi escrementi.
Mio caro! Il tempo di parlare, Ragno aveva già inviato dei bambini a chiamare il vecchio Akrassi (5) e il vecchio Angoua Kwadio (6) perché venissero.
Convocò poi anche tale Re, poi tal altro sovrano affinché anche loro venissero (7). Gli anziani sono riuniti. Ragno disse allora.
- Ecco! Questa mattina quando sono arrivato qui davanti la porta del Signore Dio, ho trovato che qualcuno aveva defecato qui. ecco quegli escrementi che si trovano là. Dobbiamo dunque interrogare gli escrementi stessi affinché dicano chi sia la persona che li ha fatti.
Dicono:
- Eh! Ma gli escrementi possono forse parlare?
Ragno rispose:
- Sì, parleranno. Se noi li interroghiamo, parleranno.
Gli rispondono:
- Bene! Dunque che si convochino gli anziani.
Si convocano allora i Re di tutti i paesi. Si riuniscono tutti.
Si chiama poi:
- Escrementi!
Questi rispondono:
- Sì!
- Signore, io, io sono il Re degli Abradè. Se sono io oppure uno di coloro che io comando che ti abbiamo fatto. ebbene ditelo!
Gli escrementi batterono i due tamburi e risposero:
- Non sei tu, non sei tu, non sei tu! Kle, klu, si mangia akoa (8), non sei tu.
Lasciarono allora il posto. Ahua (9), mio caro, si presentò a sua volta e disse:
- Se sono coloro che io comando che vi hanno defecato qui, allora ditelo.
Gli escrementi risposero:
- Non sei tu, Signor Ahua, non sei tu.
Eh! Non voglio dilungarmi su questo punto. Sono passati tutti con successo davanti agli escrementi (10). Rimaneva Ragno, il signore Dio e le sue mogli. Si disse allora:
- Bene! E' forse la sposa meno amata dal Signore Dio, colei che ha defecato qui
La si convoca. Andarono a chiamarla el ella venne. Si pose davanti agli escrementi e disse.
- Eh! Io sono sempre stata trattata male. Io non figuro fra le donne preferite (11). Bene, escrementi...
Risposero:
- Sì!
- Se sono io che vi ho defecato qui, ebbene, ditelo!
Gli escrementi risposero:
- Non sei tu, non sei tu, non sei tu!
Mio caro! Non voglio dilungarmi su questo punto. Tutte le donne del Signore Dio sono passate davanti agli escrementi e sono uscite innocenti. Rimaneva Ragno e il Signore Dio, lui stesso. Ragno disse.
- Eh! Anziani! Tocca a me ora! A me, Ragno, a me Kwakou Ananze, io che sono il portavoce del Signore Dio. Nessuno può entrare qui in casa, eccetto me. Dunque escrementi...
Costoro risposero:
- Presenti!
- Io Kwakou Ananze, sono io il portavoce del Signore Dio. In verità se sono io che vi ho fatti, ditelo!
- Risposero:
- Non sei tu, non sei tu, non sei tu! Kwakou Ananze, Asèkrè henewa (12), non sei tu!
L'assemblea fece:
- Oh oh oh...!
Allora Ragno disse:
- Da come le cose stanno andando mi rendo conto che voi, anziani, ora potete partire. Infatti ciascuno di noi, a turno, è passato davanti agli escrementi e li ha interrogati. e come le cose stanno, puoi forse tu dire al Signore Dio di mettersi davanti agli escrementi per interrogarli? No! Dunque che tutti partano!
Allora il Signore Dio disse:
- Come! Poiché sono io che governo il mondo intero, se voglio defecare qui perché poi vengano a raccogliere i miei escrementi e li portino via, posso farlo. e li avrebbero raccolti (13). Poiché le cose stanno così voglio interrogare anch'io gli escrementi.
Il Signore Dio andò a porsi davanti agli escrementi e disse.
- Escrementi!
Risposero:
- Sì!
Allora il Signore Dio disse:
- Tutto il territorio che si estende da questa parte è per me, tutti gli alberi che contiene sono miei (14). Dunque se sono io che vi ha fatti, ditelo!
Gli escrementi risposero:
- E' proprio così, è proprio così! Sei tu che ci hai fatti, sei tu che ci hai fatti, sei tu che ci hai fatti!
- Come! Era proprio quello che avevo previsto. Era per questo che avevo detto che non bisognava che il Signore Dio venisse ad interrogare gli escrementi (15).
Il Signore Dio s'oscurò in viso e fece:
- Mhou ou ou ou....
Ecco perché a volte il firmamento si oscura. Dopo si sente. gbrou ou ou ou...(rumore del tuono). E' quando pensa a questa storia che succede questo (16).
Ecco il senso del racconto.


1 ) Il Signore Dio si rivolge a Ragno con l'appellativo affettuoso di "nipotino mio".
2 ) Non si dirà mai: mi sono tagliato col coltello, il macete, ma sempre: il macete mi ha tagliato.
3 ) L'espressione anyi è che letteralmente significa. Lo si dice soprattutto all'occasione di un decesso, ma anche in ogni circostanza dolorosa.
4 ) Ragno preferiva avere una piaga piuttosto che essere accusato falsamente. Dio preferiva il contrario. Questa frase lascia intendere che la vergogna cui si allude all'inizio della storia è la conseguenza non di una colpa personale, ma di una falsa accusa.
5 ) Un anziano di Tankessè dove è stato narrato il racconto. E' anche un notabile del capo villaggio.
6 ) Capo villaggio e depositario di uno dei seggi ancestrali dei Bona-Amanvouna.
7 ) Il senso è che Ragno fece chiamare tutti i capi della zona.
8 ) Espressione che serve per chiamare la folla col tamburo per una pubblica riunione. Serve per attirare l'attenzione dell'assistenza. Nel caso presente Topo batte i tamburi prima di pronunciare la sentenza affinché tutti possano ben ascoltare. Sembrerebbe che anche la sentenza sia data col tamburo, piuttosto che oralmente.
9 ) Nome di un Re amanvouna.
10 ) Tutti sono stati riconosciuti innocenti dopo aver interrogato gli escrementi.
11 ) Il termine bona per indicare le co-mogli è korafwè, cioè rivale. Ogni moglie vede nell'altra una concorrente, una rivale. Fra le varie mogli emerge la jerejere, la preferita. Un posto a parte occupa la jii kpain, la prima moglie, che di solito primeggia e ha autorità sulle altre. All'ultimo posto c'è la kobi, la disattesa, la meno amata, la più dileggiata. Qui lo riconosce davanti a tutti.
12 ) Soprannome tamburinato per esaltare l'intelligenza di Ragno (testo ashanti). Questa espressione è di solito riservata unicamente al sovrano.
13 ) Il Signore Dio vuol dire che se anche li avesse fatti avrebbe avuto il potere di farli raccogliere affinché nessuno vedesse e che non diventasse un affare pubblico. Non avrebbe avuto bisogno di giocare questa commedia, come lo lasciano supporre le parole di Ragno.
14 ) Simbolicamente tutte le ricchezze che esistono sono mie.
15 ) Reazione indignata di Ragno che fa l'innocente.
16 ) Il termine bona Nyamian è identico per il Dio del cielo e i fenomeni atmosferici.