La legge iniqua

Voi tutti che siete qui riuniti, ascoltatemi bene! Sono io, Kwakou François che racconto questa storia.
Una volta il Signore Dio aveva dei notabili ai suoi ordini. Ragno era capo di tutti i notabili. Era lui che vegliava su tutti i villaggi. Un giorno Ragno andò a trovare Dio e gli disse:
- Signore Dio, sei tu che mi hai dato il potere che esercito, sei ancora tu che mi hai messo a capo di tutti i villaggi. Nel mondo in cui viviamo oggi, bisognerebbe che tutti fossero sani. Nei tuo villaggi non si dovrebbe trovare gente ammalata, gente con piaghe. Noi cercheremo queste persone e le uccideremo tutte.
Ecco la proposta che Ragno aveva fatto al Signore Dio. Il Signore Dio rispose:
- Va bene, sono d'accordo con la tua proposta.
Caro mio! Si perquisirono tutti i villaggi. Si cercarono tutte le persone che avevano piaghe e furono uccise. Non ne rimase una! Fra tutti i superstiti non se ne trovava una con una sola piaga, anche piccolissima.
Un giorno Ragno prese il fucile e se ne andò a caccia. Arrivò in un posto ricoperto di roccia laterizia. In mezzo ai blocchi di laterite c'era una grossa pozza con dei ragazzi che stavano facendo il bagno: kpuku kpuku kpuku... Ragno si sedette sull'orlo della buca e osservava i ragazzi che si divertivano.
Uno dei ragazzi uscì dall'acqua per fare un tuffo. Si mise proprio vicino a Ragno per lanciarsi in acqua. Tuffandosi fece schizzare dell'acqua sul volto di Ragno.
Ora quest'acqua, in cui si bagnavano i ragazzi, era molto dolce, dolce come il miele. Ragno si leccò le labbra e disse:
- Ah! E' in quest'acqua che voi fate il bagno eh! Posso venire anch'io in acqua con voi?
- Certo, riposero i bambini, puoi venire!
Caro mio! Ragno si tolse la sua cartucciera, depose il fucile e d'un balzo si tuffò nell'acqua.
- Eh! La vostra acqua è veramente dolce come il miele!
Ogni giorno Ragno andava a fare il bagno con questi bambini. Questo durò a lungo, a lungo.
Ogni volta che i bambini terminavano il loro bagno, prima di partire, chiudevano la pozza con una pietra dello stesso colore dell'acqua. Il colore di questo blocco di laterite rassomigliava talmente all'acqua che, anche da molto vicino, lo si sarebbe confuso con l'acqua.
Un giorno Ragno disse a sua moglie:
- Moglie mia, se sapessi cosa ho trovato in foresta! C'è un'acqua talmente zuccherata che è dolce come il miele. Domani andremo tutti a berne.
Il giorno dopo Ragno chiamò i suoi figli e ordinò loro di cercare tutti i secchi e le bacinelle che si trovavano in casa per andare a cercare quest'acqua e portarla a casa.
Molto presto, all'alba, Ragno e tutta la sua famiglia, andarono alla ricerca di quest'acqua. Arrivarono sul posto. I bambini non erano ancora arrivati e la buca era chiusa. Ragno disse ai suoi figli:
- Fermatevi qui - c'era là a fianco un grosso albero - vedete quest'albero? Io mi arrampicherò sopra. Quando sarò arrivato in cima, farò un tuffo nell'acqua, Nel momento in cui salterò, e che voi sentirete: pu! Allora vi metterete a gridare:
- Papà si è tuffato nell'acqua dolce, papà si è tuffato nell'acqua dolce.
I figli risposero:
- Abbiamo capito.
Ragno aggiunse.
- Una volta che avremo attinto l'acqua, andremo subito a casa.
Caro mio! Ragno si arrampicò sull'albero e hop! Si lanciò in basso e andò a schiantarsi sul blocco di laterite col suo ventre: la sua pelle fu una piaga sola. I suoi figli erano là accanto e gridavano:
- Papà si è tuffato nell'acqua dolce, papà si è tuffato nell'acqua dolce!
Ragno urlò:
- Piantatela di dire stupidaggini e idiozie! Non vedete che vostro padre sta per morire! E voi gridate: papà è caduto nell'acqua dolce, papà è caduto nell'acqua dolce! Non vedete in che genere di acqua sono caduto? Ah! Quei bambini mi hanno ingannato, hanno voluto uccidermi! E voi continuate a gridare che sono caduto nell'acqua dolce.
Ragno si alzò. Tutto il suo corpo non era che una piaga sola. Disse ai suoi figli:
- Andate, andate, ritornate in fretta a casa. Fra un po' verrò a cercarvi, allora ritornerete di nuovo qui.
Cacciò via in fretta moglie e figli. Tutti ritornarono a casa. Ragno andò a fabbricarsi una stuoia. Prese della corteccia d'albero e cominciò a conciarla battendola con una pietra. Preparò una specie di camicia che avvolse attorno a tutto il suo corpo.
Ora, in quel tempo, Geco faceva parte, anche lui, dei notabili di Dio. E tutto si era svolto davanti ai suoi occhi. Ragno pensava fra sé:
- Ho fatto uccidere tutti i miei amici, ora sono io che sono ricoperto di piaghe. Geco andrà senz'altro a raccontare tutto quello che ha visto, e mi uccideranno.
Ragno disse a Geco:
- Fratello, hai visto quello che mi è successo?
- Oh, fratello, non è niente, rispose Geco.
- Andiamo, disse Ragno.
I due partirono. Arrivati non lontano dal villaggio, trovarono un uomo che estraeva la linfa di palma. Ragno disse a Geco:
- Siamo quasi arrivati a casa, aspettami un momento, vado a vedere quell'uomo che estrae la linfa di palma, ne comprerò un po', e poi la berremo insieme.
Ragno andò a cercare la linfa di palma e la offrì a Geco. Caro mio! Ragno ne bevve per primo: pu pu pu... e la sputò fuori dicendo:
- Eh! Questa linfa di palma non è per niente buona e io sono andato a comperarla? Geco, prendi il mio macete e raschia la mia lingua. Se non lo farai morirò.
Geco si mise allora a raschiare la lingua di Ragno. La ripulì completamente. Alla fine Ragno disse:
- Amico mio, assaggia anche tu di questa linfa di palma e vedrai!
Geco ne bevve un sorso e anche lui sputò fuori: pu pu pu...
- Veramente questa bevanda non è buona!
Ragno disse:
- E' vero, vieni che ti raschio la lingua.
Geco faceva uscire la sua lingua e la ritirava, la faceva uscire e la rientrava. Ogni volta Ragno la raschiava un po'. Ad un certo momento Ragno disse:
- Amico mio, vedo molta sporcizia in fondo alla tua lingua, devi farla uscire completamente.
Geco allora fece uscire tutta la sua lingua. Quando fu completamente fuori, d' un sol colpo, Ragno gliela mozzò via. Rientrarono a casa. Ragno indossava la sua camicia di corteccia. Si presentarono davanti al Signore Dio. Dio diede loro il benvenuto, poi chiese a Ragno:
- Sei partito in foresta, quali sono le notizie che mi porti?
Ragno rispose:
- Sono andato a caccia e sono ritornato.
- E tu Geco, anche tu sei partito in foresta, quali sono le tue notizie, chiese Dio.
Caro mio! Geco cercava di parlare, ma non poteva. Tutto quello che poteva fare era di ciondolare la testa: kpu kpu kpu... battendo il suolo con il capo. Ragno si alzò e disse:
- Signore Dio, non vedi che Geco ti sta trattando come un imbecille? Tu sei il nostro capo e ci comandi tutti, noi siamo i tuoi notabili, ritorniamo da caccia, io ti ho dato le mie notizie, mentre Geco si ostina a far silenzio e a parlarti unicamente con la sua testa. Dio disse allora:
- Come! E' così che fai? Ragno alzati e schiaffeggialo!
Ragno si alzò e diede uno schiaffo a Geco.
- Parla!
Caro mio! Geco batteva sempre il suolo col suo capo: kpu kpu kpu... Non aveva più la lingua, come poteva parlare?
- Ragno, dagli un altro schiaffo!
Ragno si alzò e kpum! Colpì di nuovo Geco.
Ciò che Ragno stava facendo era veramente malvagio ed egli lo sapeva. Quando si preparava a colpirlo per la terza volta, nel momento in cui si alzava... waram! Lasciò cadere la sua camicia di corteccia: eccolo là davanti a tutti col suo corpo ricoperto di piaghe.
Dio disse allora:
- Ah! Ecco il fondo del problema! Tutto il tuo corpo non è che una piaga. Eri partito con Geco e gli hai tagliato la lingua affinché non parli, e inoltre ti alzi e lo colpisci! Prendetelo!
Ragno supplicò allora:
- Terra, aiutami!
Terra rispose:
- Non posso, abbiamo una legge, bisogna rispettarla.
Ragno andò da una vecchia:
- Nonna, aiutami!
- Se ti aiuto cosa mi darai in cambio?
- Ti tesserò un manto come quello che hanno i bianchi!
La vecchia lo prese allora sotto la sua protezione.
Quando vedi ovunque delle ragnatele sappi che è Ragno che sta tessendo il suo manto per la vecchia.
E' anche a causa di questa avventura che si vede Geco arrampicarsi sugli alberi e battere: kpu kpu kpu... la sua testa contro il tronco.
Ecco il senso della mia storia. Sono io Kwakou François che l'ho raccontata.