Nyamian signore dei cieli

Abitualmente quando si parla di Nyamian si allude all'Essere Supremo, a Dio. Ecco alcune espressioni correnti:
Per ringraziare qualcuno di un favore importante si dirà: me fa Nyamian da wo ase: chiedo a Dio di ringraziarti a nome mio Quando qualcuno parte in viaggio: man Nyamian e dju boko nan a sa wo sin boko: che Dio ti faccia arrivare e ritornare sano e salvo.
In un lutto, in una situazione difficile, una malattia, un incidente, si consolerà l'interessato augurandogli: man Nyamian djo wo kunu: che Dio rinfreschi il tuo ventre, che Nyamian ti dia pace (1).
Per augurare buon anno, all'inizio dell'anno si può utilizzare questa espressione:Nyamian man wo ti hè: Dio ti conceda che la tua testa duri a lungo(2), che Dio ti faccia vivere a lungo.
Per augurare buona fortuna si dirà:Nyamian ghinan wo sin: Che Dio sia dietro il tuo dorso, che Dio sia con te (3).
Ci sono poi espressioni sulle labbra di tutti. Si trovano anche sui camion, sui taxi, sui muri delle case.
* Nyamian wo brè: Dio è qui, Dio esiste, è con noi, dunque non bisogna temere nulla.
* Nyanian o nafe man: Dio non dorme, veglia su di noi.
* Nyamian tua wo kare: Dio pagherà i tuoi debiti, dunque abbi fiducia.
Nella vita di ogni giorno non si potrà nulla iniziare, nulla compiere, non si potrà fare bene nulla, se Dio non è d'accordo.
Si dirà sempre: se Nyamian di so a... se Dio è d'accordo. Si farà sempre tutto Nyamian duman nu o Nyamian fanga nu: in nome di Dio o con la forza di Dio.
L'uomo non può fare nulla all'insaputa di Dio, o come dice il Bona Nyamian ji sin, dietro il dorso di Dio. Sonan o ngora djore io Nyamian ji sin, ricorda un proverbio: l'uomo non può fare nulla all'insaputa di Dio. Tutto ciò che si intraprende arriverà in porto se c'è l'accordo di Dio.
In tutti questi casi citati ci si riferisce a Nyamian, Dio, e non a Nyamian, volta del cielo o firmamento.

Nyamian volta celeste

Ci sono però altre espressioni più ambigue che possono alludere sia all'Essere Supremo, sia alla volta celeste, sia a fenomeni atmosferici. Eccone alcune: Nyamian ne sé to, letteralmente: il Nyamian sta cadendo. Chi cade? Il Dio del cielo? la Volta celeste? Né l'uno né l'altra! Quando si parla di Nyamian in questo contesto, nessuno pensa a Dio. Tutti sanno che è l'espressione consacrata per parlare della pioggia. Si tradurrà dunque semplicemente: piove, o sta piovendo.
Si può sentire anche l'altra espressione: nzue sé to, l'acqua sta cadendo, ma ordinariamente è la prima che viene usata.
Nyamian ne a kpé: Nyamian ha smesso, cioè la pioggia è cessata, lett. tagliata.
Nyamian ne kpura, Nyamian ne se kan nu: Nyamian trema, si scuote, cioè tuona. In questo caso il termine può essere riferito tanto al Cielo, al Firmamento, alla Volta Celeste, quanto all'Essere Supremo, almeno ngoa nu, a livello fittizio.
Alcuni racconti narrano infatti che i colpi di tuono non sono altro che i brontolii di Nyamian che si lamenta delle malefatte umane
Nyamian ne se muna: Nyamian si oscura. In questi casi sembra fuori dubbio il riferimento alla Volta Celeste. E' l'espressione corrente per parlare del cielo nuvoloso foriero di pioggia.

Nyamian essere celeste
che abita sopra i cieli

Dagli esempi e espressioni viste, risulta che il termine Nyamian ha due fondamentali accezioni:
il Cielo, la Volta Celeste
l'Essere Supremo

Ma il Bona è ben lungi dall'identificare Nyamian con la Volta Celeste. Nyamian è il Dio celeste che abita al di sopra del cielo, sua creatura. Rivela la sua immensità nella maestà dei cieli, ma ha una configurazione propria, personale, irriducibile all'esperienza umana.
Essendo al di sopra dei cieli, si manifesta nei fenomeni atmosferici: tuono, folgore, nubi, pioggia. Queste manifestazioni non sono che un' epifania del Dio del cielo, dell'Essere Supremo celeste. Ecco allora l'ambiguità del linguaggio, la terminologia fluida che indica, con lo stesso termine, il Dio del cielo e i fenomeni atmosferici (4).

Nyamian Dio dei cristiani?

Il termine Nyamian è usato anche per indicare il Dio dei Cristiani (5). E' ormai una tradizione invalsa da decenni.
Sia fra gli Anyi, sia fra i Baoulé, come in genere fra gli Akan, in tutti i testi liturgici il termine Dio viene reso con Nyamian.
Questa è ormai la traduzione ufficiale del termine Dio. Essa appare impropria, perché il contenuto del termine Nyamian corrisponde solo in parte al significato che il termine Dio ha per i cristiani. L'Essere Supremo Nyamian ha sì alcuni attributi del Dio cristiano, ma gli attributi da noi ritenuti essenziali sono di rado assegnati tutti congiuntamente a Nyamian.
Esiste poi anche una difficoltà di terminologia. i concetti riguardanti la divinità non sono mai espressi in termini raffrontabili con quelli della terminologia giudaico-cristiana. I Bona non hanno termini astratti quali assoluto, trascendenza, ecc. L'assenza di termini non significa però parallela carenza dei corrispondenti concetti (6).
Per analizzare il contenuto del termine Nyamian, per vedere ciò che i Bona mettono dietro a questo concetto, si utilizzerà il materiale orale raccolto: testimonianze dirette e soprattutto testi di letteratura orale: miti, racconti, proverbi.


1) L'uomo in pace ha il ventre freddo, è calmo, l'uomo in collera ha il ventre caldo, è accaldato.
2) Una delle forme tradizionali d'esecuzione degli schiavi, o di altre persone indesiderabili, era il taglio della testa. Questo avveniva specialmente durante la festa degli ignami. L'esecuzione aveva luogo al calar del sole.
3) E' l'espressione usata per tradurre: Il Signore sia con voi: man Nyamian ghinan amo sin.
4) Le testimonianze degli anziani su questo punto sono inequivocabili: "Quando offri un sacrificio ad una statuetta, un ruscello, un albero, tu vedi la creta, il legno, ma non la forza che è presente in essi. Così tu vedi la Volta Celeste, ma colui che sta dietro mai nessuno lo ha visto". (Kwame Amorofi, Koun Abronso, 3 marzo 1977).
5) Per il gruppo anyi si veda, ad esempio, tutti i libri di preghiera, i catechismi, messali, pubblicati dalle missioni di Abengourou, Agnibilékrou, Tankessé, Koun Abronso. Per i Baoulé: M. CARTERON, Catéchisme en Baoulé, Gennaio 1984. Per i Protestanti: Evangile selon St. Jean, Alliance biblique universelle, 1973, edizione bilingue francese-baoulé. La stessa osservazione vale anche per il termine abonzam, utilizzato dai Cristiani per designare il demonio. Abonzam, o sasabonzam, è il termine corrente anyi per designare i geni giganti della foresta.
6) GROTTANELLI V. L., Il pensiero religioso e magico, in GROTTANELLI V. L. (a cura di) Ethnologica, vol. III, Milano 1965, 326.