Le prerogative di Nyamian

La speculazione bona concepisce Nyamian in termini antropomorfici, ma questa è solo la prima parte di un dittico. Questi stessi testi di letteratura orale riconoscono a Nyamian caratteristiche proprie e poteri che nessun sovrano sulla terra può arrogarsi. Nyamian è un sovrano al di sopra e al di là di tutti gli altri sovrani. Per esempio è un sovrano che non muore mai.
Il Bona non dirà mai che Nyamian è immortale, o meglio lo dirà, ma non con questa formula. Lo esprimerà a suo modo, con delle immagini. Per esempio: Nyamian ha dei genitori e dei figli che sono mortali come tutti gli umani, ma lui non muore, non muore mai.
In tutti i testi raccolti non figurano narrazioni in cui si parli della morte di Nyamian, salvo quando Nyamian simula la morte per tastare l'amore delle mogli, la fedeltà al suo ricordo.
Così pure non ho mai trovato testi che parlano della nascita di Nyamian, anche se i genitori vengono normalmente nominati. Si parla regolarmente della nascita dei figli, o dei figli dei figli, ma non si trovano allusioni alla sua origine o alla sua fine.
Questo si comprende: Nyamian è il garante della vita, dell'ordine, dell'armonia cosmica. Non può morire o sparire, perché la sua scomparsa porterebbe alla dissoluzione dell'universo. Questa ideologia si ritrova, ad esempio, nei rituali che la società mette in opera alla morte del sovrano. Essi hanno come scopo di neutralizzare gli effetti funesti e mortiferi di questa morte. Poiché il sovrano è il garante dell'ordine sociale, la volta di quest'ordine, la fonte della vita, se dovesse scomparire, tutto crollerebbe. Di fatto, tutti i sovrani muoiono. Ecco allora che la società ha elaborato una serie di rituali per limitare gli effetti nefasti di questa morte.

Nyamian fonte di ogni potere

Durante la festa degli ignami il sovrano esegue questa danza. Al ritorno dalla sorgente dove è stato purificato, in piedi sull'amaca regale, con un ampio movimento circolare, tende le mani verso i quattro punti cardinali, sottolineando così la sua connessione col cosmo. In seguito fa il gesto simbolico di raccogliere tutto portando le mani sul petto, esprimendo così che tutto gli appartiene, uomini e cose. La danza termina con un gesto molto eloquente: solleva la sua mano sopra il suo capo puntando l'indice verso il cielo. La sua grandezza, il suo potere, provengono da Nyamian. Nana Bonzou II, sovrano degli Anyi-Ndénié, commenta così questo gesto: Dopo Dio non ci sono che io sulla terra (1).
Il potere del sovrano proviene dunque dall'alto, non gli appartiene in proprio. Il sovrano non è che il rappresentante visibile dell'istanza suprema, il legame che permette la continuità, che unisce i viventi agli antenati, all'antenato fondatore, e, per suo tramite, all'Essere Supremo Nyamian, da cui proviene ogni vita, ogni potere.
I detentori del potere politico debbono riconoscere questa dipendenza non solo in modo teorico, devono soprattutto tradurla in prassi quotidiana nell'esercizio del loro potere.
Si possono trovare dei sovrani che dimenticano di essere i rappresentanti di Nyamian, che agiscono come se Nyamian fosse lontano, come se non esistesse.

Ah! Sono io, il Re sono io! C'è qualcosa nel mondo che si chiama Dio e che è più grande di me? Staremo a vedere! Se tu dici che esiste qualcosa che è più Dio di me, allora, tu ed io, vedremo!.

Questi sovrani considerano dunque se stessi come l'istanza suprema del potere, onnipotenti, detentori assoluti di tutti i poteri, signori della vita e della morte. Non sono né sorgente di vita per i loro sudditi, né i garanti della loro vita: sono agenti di morte.
Nyamian allora interviene rimettendoli al loro posto, risituandoli nel loro ambito terreno. Un esempio.
Un infante rifiuta il nome che i genitori vogliono dargli. Se ne attribuisce uno lui stesso. Si sceglie un nome : Chi è l'onnipotente? Ogni volta che viene interpellato, cioè chiamato col suo nome, risponde: E' Nyamian l'onnipotente.

In quel tempo era il re che aveva tutti i poteri, anche quello di uccidere gli uomini. Se ti prendeva e ti uccideva, nessuno poteva chiedergli ragione del suo operato.

Il tiranno ha sentore dell'infante e del suo nome. Considerandosi più forte e più potente di Nyamian, cerca di sbarazzarsene. Diventa amico del ragazzo e gli regala l'anello dei suoi avi, ingiungendogli di non perderlo, pena la morte. Con uno stratagemma un giorno glielo porta via e lo getta in mare. Il ragazzo è rinchiuso in carcere in attesa dell'esecuzione. Un suo amico pescatore ritorna da un lungo viaggio. Sentita la notizia dell'imprigionamento dell'amico va a trovarlo e prendono un pasto insieme. Mentre mangiano trovano l'anello perduto nello stomaco di un pesce. Il re è costretto a riconoscere che Nyamian è più potente di lui e decreta:

Da quel giorno e per sempre, tu, chiunque tu sia, che dici che sono io colui che ha tutti i poteri e non Nyamian, avrai da fare i conti con me. Da oggi in poi tutti devono riconoscere che è Nyamian che ha tutti i poteri (2).

E' dunque Nyamian che ha tutti i poteri. Il potere terrestre è una partecipazione, un'estensione, una concretizzazione, una delega, del potere di Nyamian.
Tutto questo è ben espresso nei miti riguardanti le origini. Questi testi mostrano come all'origine la società fosse strettamente ugualitaria: tutte le persone avevano lo stesso valore. Nessuno veniva chiamato nanà (avo, anziano, vecchio, capo), nessuno aveva diritti di precedenza su altri.
In quei tempi non esistevano né capi, né insegne del potere. Ma gli uomini vogliono un capo. Vanno da Nyamian e gliene domandano uno. Nyamian risponde: domenica ve lo indicherò. Di fatto, la domenica seguente, alle 8 in punto, Nyamian lancia un colpo di tuono (3), poi ecco che una catena discende dal cielo accompagnata da un'amaca e da ogni sorta di ricchezze. Un secondo colpo di tuono, e dal cielo cadono un machete e delle zappe. Un terzo colpo di tuono: il più giovane dei fratelli si trova sull'amaca. E' al di sopra di tutti: è lui che li comanda.
In altri testi, la descrizione è molto più poetica. Gl uomini sono presi dal panico vedendo discendere dal cielo oggetti sconosciuti. Eccoli nell'ordine:

La gente non sa cosa fare. Si rivolgono al più anziano chiedendogli di andare a vedere quegli oggetti misteriosi. Il vecchio li invita a seguirlo. Arrivati sul posto, li esorta ad essere solidali nel rischio: devono avvicinarsi tutti insieme a quegli oggetti. Il vecchio si avvicina per primo, ma gli altri, presi dal terrore, fuggono e lo abbandonano. L'anziano rimane solo. Il giorno dopo tornano a rivedere l'anziano. Riconoscono il suo coraggio, gli chiedono di sedersi sul seggio, e lo intronizzano Re.
E' dunque Nyamian che affida agli uomini il potere e le sue rappresentazioni simboliche, i simboli concreti della regalità.

Nyamian, creatore del mondo e degli uomini


Esiste una serie di testi che inizia così: tem bo Nyamian bole maa ne...: quando Nyamian creò il mondo... Nyamian è il creatore i tutto e, di conseguenza il garante dell'ordine di questo mondo che ha creato. Non soltanto dell'ordine sociale, ma anche di quello cosmico.
I miti delle origini narrano come Nyamian, all'inizio, abbia creato il mondo e tutte le creature, seguendo, pressappoco, questo ordine:

Per aiutare gli uomini a difendersi dagli influssi malefici e dai pericoli della vita, Egli consegna agli avi gli amoan (amuleti).
In alcuni miti Nyamian crea gli uomini direttamente sulla terra, in altri li crea in cielo e li fa discendere sulla terra con una catena. Gli uomini, disperdendosi, scoprono poco alla volta dei tuberi: era il cibo che Dio aveva messo in terra per il loro sostentamento .
Nella creazione del mondo Nyamian può servirsi di ausiliari, di intermediari. Per esempio invita Ragno ad andare a cercargli il Sole, la Luna e le Tenebre (5). Ragno ha dunque anche questa valenza: eroe culturale e civilizzatore, che aiuta Nyamian ad organizzare e sistemare il mondo.
In diversi testi è ancora Ragno che introduce gli uomini nei segreti della vita, facendo scoprire loro l'uso della sessualità.
Nyamian è all'origine del matrimonio. Quando creò gli umani, mise i maschi da una parte e le femmine dall'altra. Ognuno doveva vivere per proprio conto senza recarsi nel villaggio degli altri. Fra i due villaggi Nyamian pose della cenere per vedere quale dei due raggiungesse l'altro per primo. Le donne desideravano gli uomini, ma non sapevano come fare per non farsi scoprire da Nyamian.
La regina insegnò loro uno stratagemma: si recassero dagli uomini camminando all'indietro, di modo che le orme sembrassero partire dal villaggio degli uomini. Lo stratagemma funzionò. Nyamian, vedendo le impronte, pensò che fossero stati gli uomini a raggiungere le donne. Li benedisse e riconobbe definitivamente il fatto: sarà l'uomo che dichiarerà il suo amore alla donna e andrà a cercarla. Conosciuta la decisione, le donne, si recarono tutte, la sera stessa, dagli uomini. L'indomani Nyamian andò dalle donne per comunicare la sua decisione, ma trovò il villaggio vuoto e scoprì l'inganno. Ormai non poteva più ritornare sulla sua decisione. Sentenziò: sarà l'uomo che dichiarerà l'amore alla donna, ma la donna seguirà il marito nel suo villaggio e abiterà con lui (6).

L'uomo si allontana da Nyamian


Fra Nyamian e l'uomo c'è all'inizio una comunione perfetta. I due vivono insieme. L'uomo non lavora, non si nutre. E' Nyamian che pone direttamente il cibo nel suo ventre.
L'uomo può vivere felice per sempre. Gli basta rimanere in quest'ordine voluto dal creatore, a vivere in armonia con lui. Ogni sua trasgressione non può produrre che conseguenze nefaste.
Di fatto l'uomo vuole vedere, sapere, conoscere: perché viviamo senza mangiare? A questo punto Ragno potrebbe rivolgersi a Nyamian e chiedergli spiegazioni, dato che fra loro non c'è separazione, vivono insieme, si parlano. Invece no, vuole agire da solo, vuole arrivare ad impossessarsi da solo del segreto, della conoscenza, senza dipendere da nessuno.
Ragno si rivolge alla moglie e dice:

Koro, sai, proprio non capisco questo problema. Al mattino, ogni volta che ci alziamo, siamo già sazi, e non sappiamo come mai. Dunque apriamo il ventre al bambino che abbiamo messo al mondo, per vedere se è lì che si trova il cibo che ci sazia.

Ragno apre allora il ventre del figlio e vede! Ma questa conoscenza non gli procura un supplemento di vita, è generatrice di morte. Da quando ha visto, vede in seguito anche tante altre cose che non conosceva: la fame, il lavoro, la sofferenza, la malattia, la morte, che vengono così introdotte nel mondo (7).
Infatti all'inizio l'uomo non muore. Al termine del suo percorso terreno l'uomo sale al cielo da vivo. Nyamian, al momento opportuno, faceva discendere una catena e invitava l'uomo a salire da lui, evitandogli la degradazione della tomba. Nyamian inviava un suo delegato, l'uomo si preparava ben bene, e i due partivano. La dipartita non aveva nulla di funereo: era una festa.
Un giorno un uomo, per delle ragioni banali, rifiuta di salire da Nyamian. Nyamian ha pazienza, attende, e invia per tre volte il suo delegato a cercarlo, ma l'uomo rifiuta sempre. Nyamian si vede allora obbligato a lasciarlo in terra. E da allora la catena non scende più .
Qualche volta il mito è più esplicito. Come terzo messaggero Nyamian invia Malattia con quest'ordine: Se l'uomo si ostina nella sua condotta, Malattia non ha che da colpirlo. L'uomo rifiuta. Malattia lo colpisce. L'uomo si indebolisce e muore. Alcuni giorni dopo gli altri lo vedono in decomposizione e dicono: Non possiamo conservare una tale immondezza. Scavano una fossa e lo sotterrano.

Nyamian continua ad occuparsi dell'uomo

Anche dopo la frattura iniziale, e le sanzioni che Nyamian ha dovuto prendere verso l'uomo, Nyamian non si è ritirato dal mondo lasciando l'uomo solo. Nyamian non è il grande assente del mondo. I testi dicono unicamente che Nyamian e l'uomo non vivono più insieme; ognuno vive nel suo ambito, ognuno ha un suo spazio proprio.
Nyamian non è in stato di inerzia passiva o di indifferenza verso il mondo. Egli continua ad occuparsi degli uomini e delle cose del mondo. Gli uomini possono andare a vederlo ogni qualvolta lo desiderano.
Si è già accennato al caso degli uomini che vanno a trovare Nyamian per chiedergli un capo. Un altro esempio. Nyamian crea gli uomini in cielo e li discende sulla terra, ma costoro hanno difficoltà a trovare l'acqua. E senz'acqua non possono vivere. Un delegato si presenta da Nyamian e gli espone il caso. Nyamian ascolta e riflette: non può modificare la creazione, ma scenderà a risolvere il problema. Infatti scende sulla terra e lascia agli uomini tracce e indicazioni precise sul luogo dove possono trovare l'acqua.
Nyamian è sempre pronto a soddisfare le domande degli uomini, anche le più strane. Ragno va a trovarlo per chiedergli di realizzare i suoi sogni. Nyamian è d'accordo. Un giorno Ragno sogna che sua madre è morta. Evidentemente il sogno si realizza. Allora corre da Nyamian per chiedergli di annullare la sua richiesta.
Nyamian conosce tutti i pensieri dell'uomo: anche se nel tuo cuore è buio come nel profondo di una foresta, Nyamian ci vede chiaro. Egli ama gli uomini più di quanto gli uomini amino loro stessi: o kuro sonan: Egli ama l'essere umano.
Egli protegge tutti gli uomini, ma si cura soprattutto dei poveri, dei deboli, degli orfani, degli oppressi. E' Nyamian che provvede al povero, che pensa a difenderlo e a vendicare le offese e i maltrattamenti che gli altri gli infliggono: aienvué dimi Nyamian jiè o ji o. E' Nyamian che mastica il cibo delle galline (perché non hanno i denti), che attinge acqua per le termiti, che scaccia le mosche del bue che ha perduto la coda. Nyamian può però togliere la sua protezione all'uomo malvagio, soprattutto a colui che augura il male ad un altro uomo.
Egli non può fare il male, e neppure volerlo. Al contrario egli offre agli uomini il potere e la capacità di riuscire, di affermarsi nella vita, e di trasmettere a loro volta la vita.
Ma Nyamian non fa il lavoro al posto dell'uomo. Costui deve, da parte sua, collaborare attivamente. Nyamian concede i figli, ma non scende a nutrirli al tuo posto ricordava spesso Ayui Kwakou François (8).
Un proverbio lo ricorda con molto umorismo: sé e si fie, nan Nyamian a nwun nun a, o ngni man kpa: quando fai un campo, una nuova piantagione, se Nyamian non riesce a guardar dentro, il tuo campo non produrrà mai bene, non potrai avere un buon raccolto. Nyamian non vede all'interno del campo se questo è abbandonato a se stesso, se non lo si cura, se le erbe crescono in modo disordinato e non vengono mai sradicate, cioè se il contadino non si occupa mai del suo campo. Non può allora pretendere che produca frutti abbondanti. Nyamian non scenderà a coltivarlo al suo posto.
Il proverbio potrebbe avere anche un altro significato: se fai un campo all'insaputa di Nyamian, non potrà riuscire. E' un invito a mettere Nyamian al corrente delle proprie attività.
Se Nyamian è il compagno della vita, se l'uomo lo mette al corrente delle sue attività non soltanto riesce sul piano materiale, ma può vivere tranquillo, pieno di fiducia, perché non può capitargli nulla di male nella vita. Nyamian lo protegge anche a sua insaputa.
Di solito Nyamian non agisce mai direttamente, attraverso interventi clamorosi, spettacolari o miracolistici. La sua azione è sempre indiretta, mediata: da un bambino, un forestiero, un cacciatore, una donna.
Si è già parlato dell'intervento di Nyamian attraverso un neonato. Anche Cacciatore (9), con la sua chiaroveggenza, interviene spesso a nome di Nyamian.
Un uomo va a trovare un genio. Gli chiede di trasformarsi in essere umano, di venire al villaggio, sposare una donna, e condurla in foresta per ucciderla.
Il genio è d'accordo, viene al villaggio, sposa la donna e la conduce in un cascinale in foresta. La nutre, l'ingrassa, in attesa di ucciderla e mangiarla.
Arrivato il momento, va ad avvertire i suoi compari perché si preparino al festino. Mentre stava comunicando loro la notizia, ecco che Cacciatore si trovava appostato nei paraggi e ascoltò tutto. Poiché conosceva il cascinale dei due, si mise a correre laggiù, precedendo il genio, e avvertì la donna, che immantinente fuggì. Il genio, scoperta la fuga, insegue la donna in foresta. Nel momento in cui sta per raggiungerla, ecco che Cacciatore sbuca improvvisamente davanti a lui e lo invita a bere alcune ciotole di linfa di palma. Il genio non può rifiutare. La donna ha così il tempo di giungere al villaggio e salvarsi. Il genio, vistosi ingannato, cerca di catturare Cacciatore, ma costui era sparito. Alla fine il genio deve riconoscere:

L'uomo del villaggio ha uno spirito che Nyamian gli ha dato. Questo spirito è la più grande di tutte le cose.

E il narratore conclude:

Se, nella vita, credi in Nyamian più che in ogni altra cosa, non c'è nulla nella foresta che possa ormai capitarti (10).

Non soltanto nella foresta, ma anche nella vita di ogni giorno: se credi in Nyamian, ti salverà da ogni pericolo, anche a tua insaputa. Ma ad una condizione: è necessaria una fede incondizionata in lui
Un sovrano aveva due figli. Uno seguiva la religione tradizionale del padre, l'altro era diventato cristiano contro la volontà del padre. Un giorno il padre vuole mettere alla prova il figlio cristiano. Parte in foresta e dà l'ordine a questo figlio di occuparsi dei suoi feticci, in caso venisse la pioggia, perché se la pioggia li colpisce, saranno rovinati per sempre. La pioggia viene, il figlio chiede ai feticci di ritirarsi sotto la veranda. Questi non... ubbidiscono, e si rovinano completamente. Il padre, furente, decide di uccidere il figlio. Si accorda coi tagliatori di teste ai quali, una domenica mattina, invia il figlio per una commissione. Mentre il ragazzo arriva verso la loro casa, sente suonare la campana della chiesa e decide di andare prima a messa, e solo dopo da loro.
Il padre, dopo un periodo di attesa, sicuro del fatto avvenuto, invia, dai tagliatori di teste, l'altro figlio, per chiedere se hanno eseguito il suo ordine e invitarli da lui. Costoro, vedendo il ragazzo arrivare, gli mozzano la testa secondo l'ordine ricevuto. Alla fine della messa il ragazzo cristiano si reca dai boia per la commissione del padre. E' invitato a tornare a casa per riferire che l'ordine è stato eseguito. Quando tutti sono riuniti nella casa del sovrano costui riconosce che il Dio di suo figlio è più grande di tutti i feticci e dà l'ordine di farli sparire dal suo villaggio (11).

Nyamian giudice universale

Il potere dei sovrani terrestri è limitato al loro territorio e ai loro sudditi. Il potere di Nyamian si estende a tutta la terra e tutti gli esseri. Nyamian è il sovrano che giudica gli uomini del mondo intero: la sua parola è efficace e gli effetti di questa parola durano per sempre.
Si è visto che Ragno aveva disubbidito a Nyamian volendo conoscere la ragione per cui non era necessario nutrirsi per vivere. Aveva aperto il ventre al figlio provocandone la morte. Nyamian arriva, constata il male fatto, e sanziona i colpevoli:

Tu, Ragno, guarda bene! Del male che hai fatto ne faccio una boccia e la applico in fondo alla tua schiena. Quanto a te, moglie di Ragno, vivrai nella foresta con una ragnatela rossa attorno al tuo corpo. Se non riuscirai a catturare gli insetti, non avrai altro cibo nel mondo (12).

A volte Nyamian si traveste, scende nel mondo, e viaggia per controllare la condotta dei suoi figli.
Una volta Nyamian aveva dei figli che si chiamavano Testa, Braccia, Ventre, Gambe. Ognuno viveva nel suo villaggio. Un giorno Nyamian decide di fare loro una sorpresa andandoli a visitare di nascosto. Si trasforma in mendicante, ammalato e coperto di piaghe, e inizia a bussare alla porta di ogni figlio. Testa, Braccia, Gambe, lo accolgono molto male:

Come tu, sporco come sei, pretendi venire qui a casa mia ?

Ventre, al contrario, lo fa entrare e lo riceve con tutti gli onori. Gli offre innanzitutto dell'acqua per rinfrescarsi, poi del vino. Prepara un pollo con una buona salsa e gli offre una stuoia nuova per la notte.
Il giorno dopo il forestiero parte. Ordina poi a tutti i suoi figli di riunirsi da Ventre. Quando tutti sono riuniti, dice loro:

Voi siete tutti miei figli, ma Ventre sarà ormai il vostro capo, e dovrete tutti servirlo. Tutti nella vita devono servire Ventre. E' lui il Re. Voi siete miei figli. Vi ho messi ognuno in un posto diverso per vedere chi fra voi fosse il migliore. Ho constatato che nessuno all'infuori di Ventre, è buono. Per questo tu, Testa, (13) porterai i carichi per il tuo Ventre. Tu Gambe, camminerai per il tuo Ventre. Tu Braccia, lavorerai per il tuo Ventre.

Alla soglia del mistero

Ci sono alcuni testi alquanto misteriosi. L'uomo si trova davanti al mistero di Nyamian e non ha parole per esprimerlo.
In questi testi Nyamian ha certi tratti del Dio vivente della Bibbia: non lo si può rinchiudere negli schemi umani, è imprevedibile. L'uomo può solo constatare, ma non riesce a comprendere. Nyamian apparentemente agisce in modo non "umano". Il suo agire sfugge alla comprensione dell'uomo.
Nyamian non è come le forze numinose i cui comportamenti possono essere previsti e, in qualche modo, canalizzati verso i bisogni umani. Nyamian non entra in queste categorie. L'uomo può perfin far presente a Nyamian i suoi comportamenti :

Tu ci hai creati tutti, dice Gallo a Nyamian. Dunque tutti noi dovremmo riuscire nella vita, ma quando si osservano tutti gli uomini, ecco che alcuni hanno una buona situazione, altri sono ammalati, altri sono ricchi.

Nyamian ascolta, ma non risponde, non dà spiegazioni. E non ha neppure atteggiamenti di risentimento o indignazione. Dopo un momento di stupore, non solo non prende sanzioni contro il colpevole, ma anzi sembra apprezzare il coraggio di colui che osa parlargli in quel modo, affidandogli il compito di scuotere gli uomini:

Gallo, ecco quanto stabilisco: quando spunta il giorno tu darai agli uomini un ordine, così tutti comprenderanno che devono alzarsi .

Il testo più emblematico rimane Quattro acquirenti della medesima stuoia, un documento fondamentale della filosofia bona. Si lascia al lettore l'analisi del testo. Qui si offrono soltanto alcuni elementi per facilitarne la lettura e la comprensione.
I personaggi in gioco sono gli elementi con cui ogni uomo deve comporre nella sua vita: Nyamian, Vita, Morte, Sacrificio .
L'uomo proviene da Nyamian, la Vita lo segue e lo durante tutta la sua esistenza. La Morte lo attende ad ogni momento. Per allontanarla l'uomo deve, in ogni circostanza, fare sacrifici alle divinità tutelari.
Anche senza rendersi conto l'uomo, nella sua vita di ogni giorno, compie azioni sbagliate, infrange numerosi divieti, si , dicono i vecchi.
Oltre a questi involontari, c'è tutto il male intenzionale che si compie e di cui rimane traccia nel villaggio.
Per rendere possibile la vita, l'uomo deve regolarmente placare le divinità offese: forze telluriche, esseri della foresta, antenati. La funzione sacrificale è dunque essenziale alla vita del Bona. Questa vita è costantemente logorata e minacciata da germi di deperimento e di morte, e deve, quindi, essere regolarmente da sacrifici.
Alcuni riti sono periodici e istituzionalizzati, e riguardano tutto il gruppo, per esempio la festa degli ignami, la festa in onore di Tano, di Brandré. Altri sono legati a fattori puntuali, come ad esempio mbrà: una cerimonia per espellere dal villaggio il male che vi si è introdotto; mumé: un rito per neutralizzare gli effetti funesti e devastatori legati alla morte di una donna incinta o di una partoriente.
Ma la maggior parte dei sacrifici sono lasciati all'iniziativa individuale e tutti li compiono regolarmente.
Ecco perché nel testo Sacrificio viene privilegiato su tutti gli altri acquirenti. Senza di lui non si può vivere, egli è l'elemento indispensabile per passare indenni attraverso tutte le insidie che si incontrano sui percorsi tortuosi dell'esistenza. Nyamian, Vita, Morte sono elementi ineluttabili, ma... vengono dopo.
Questi tre acquirenti, dopo un momento di disappunto e di malumore per il rifiuto subito, il vecchio interrogando a lungo Sacrificio per conoscerne le mancanze. Alla fine devono riconoscere, con lui, che non ci sono elementi validi per infierire contro il , anche se costui ha detto a Nyamian, a Vita e Morte.

Conclusione

Nyamian non è dunque unicamente un sovrano come gli altri, come i sovrani terrestri. Ha certe caratteristiche comuni ai capi bona, ma ne ha anche altre che nessuno può arrogarsi.
Eccone alcune:

Le sue caratteristiche proprie sembrano potersi ridurre a tre serie. La prima fa capo all'attività creatrice ed è polarizzata verso il mondo, la sua origine, il suo destino (onnipotenza, eternità, infinità). La seconda serie, che fa capo all'onniscienza, è polarizzata verso l'uomo e le sue azioni. In Nyamian i caratteri del Creatore si associano con quelli dell'osservatore onniveggente, giudice severo e vindice implacabile.
Il carattere dell'onniveggenza si associa a quello dell'onniscienza. Una rappresentazione plastica di questi attributi si può osservare in alcuni scettri dei sovrani bona e in certe impugnature di scimitarre raffiguranti una sfera ricoperta di occhi. Come Nyamian, il sovrano può guardare in tutte le direzioni, e quindi vedere tutto. Egli vede anche se non è presente e di conseguenza conosce le azioni dei suoi sudditi, e può intervenire con sanzioni punitive. Come il sovrano, Nyamian è onniveggente e onnisciente. L'oggetto della sua onniscienza è sì tutto lo scibile, ma soprattutto le azioni umane cui sono annesse una sanzione punitiva per lo più esercitata con mezzi meteorici (14).
Infine la terza serie è legata al mistero stesso di Nyamian e si manifesta nell'imperscrutabilità del suo agire che, in gran parte, sfugge alla comprensione umana.



1 ) C. H. PERROT, Les Anyi-Ndénié et le pouvoir aux 18ème et 19ème siècle, Abidjan 1982, 106.
2 ) Vedere testo in Neonato, 59.
3 ) Questa manifestazione di Nyamian che comunica con l'uomo tramite il tuono, ricorda gli interventi di Dio durante l'Esodo, e i suoi dialoghi con Mosè. Cf. Es. 19,16-19: Mosè parlava e Dio gli rispondeva con un tuono. Vedere anche Atti 2,2 dove si parla di un rombo, come di vento che si abbatte gagliardo.
4 ) Manto, riservato, di solito, ai capi.
5 ) Questo racconto è particolarmente indicativo sul modo di di Nyamian. Non crea dal nulla, ma da materiali preesistenti che chiede di trasformare. Nyamian chiede all'uomo di collaborare nella sistemazione definitiva dell'universo. Il suo collaboratore privilegiato è il Fabbro, il quale ha poteri particolari a causa del suo continuo contatto con le forze primordiali: fuoco, aria, acqua. Egli ha il compito di la creazione.
6 ) Neonato, 155.
7 ) Neonato, 56.
8 ) Questa espressione ricorda la corrispondente latina: Ipse laborato, non dicas: dat Deus aurum. Dat Deus omne bonum, sed non per cornua taurum: dal momento che egli opera, non dire: Dio dà l'oro. Dio dà ogni bene, ma non il toro per le corna. Citato in: Anonimo del XIV secolo, La nube della non conoscenza, Milano 1990, 221.
9 ) Si preferisce scrivere Cacciatore con la maiuscola perché è un personaggio tipico, come Ragno, Lepre, Elefante, ecc.
10 ) Neonato, 93.
11 ) Neonato, 64.
12 ) Neonato, 58. Qualche piccola variante nella traduzione.
13 ) Di solito tutti i carichi vengono portati sul capo, o direttamente (per esempio tronchi o fastelli di legna) o deposti in cesti e bacinelle, ad esempio il cibo che si porta a casa al ritorno dai campi.
14 ) R. PETAZZONI, L'Essere Supremo nelle religioni primitive , Torino 1957, 91.