I Tangba del Benin
Un popolo nato dalla storia

Il mito delle origini

Il primo ad arrivare nella terra del villaggio è stato Sangà, rifugiatosi sulle colline in seguito alle persecuzioni bariba. Sangà era un kabye, proveniva dalle montagne del Togo ed era agricoltore. Dopo essersi insediato ha chiamato la sua famiglia e ha fondato il primo quartiere del villaggio che si chiama Satiakè. Dopo di lui è arrivato un cacciatore. Contento di avere un cacciatore assieme a lui Sangà ha chiesto al nuovo arrivato di liberarlo dagli animali feroci che circolavano nella zona. Il cacciatore allora ha piantato quattro bastoni nella terra in direzione dei quattro punti cardinali, ha fatto qualche incantesimo e gli animali sono fuggiti.

Sanga allora ha detto: "Non so come tu abbia fatto, ma ha funzionato" e ha chiesto al cacciatore di restare conferendogli il titolo di chef de terre. In seguito sono arrivate altre famiglie provenienti da tutte le parti e il villaggio si è ingrandito.
Un giorno Sangà e sua moglie hanno litigato. Allora Sangà ha detto: "Chiamate il Bariba". Questi ha ascoltato le ragioni di entrambi e poi ha dato torto alla donna insultandola. Da allora il Bariba è stato chiamato Chourou "quello che insulta" e ha sempre giudicato le questioni famigliari.

Così, secondo la tradizione narrata da Chourou, l'anziano chef de terre, nacque Seseirhà, uno dei quattro villaggi tangba, una popolazione di circa 50.000 individui che abita le Colline Taneka, nel Benin nord-occidentale.
Sul significato del nome Tangba (che amministrativamente vengono chiamati Taneka) ci sono due versioni: la prima fa risalire alla radice tana, pietra, il nome di questo popolo che significherebbe "quelli delle pietre". La seconda fa riferimento al termine tangba, i grandi guerrieri, come amano definirsi i Tangba. Entrambe le definizioni, come vedremo, riflettono perfettamente i caratteri principali della cultura tangba.

Tradizione orale e vicende storiche

Il mito dell'origine narra di un Kabre arrivato sulle colline dove incontrò una famiglia di Bariba. Miti riferiti ad altri villaggi narrano analogamente di cacciatori o tessitori venuti da lontano ai quali si aggiunsero in seguito altri stranieri che diedero vita ai villaggi. La tradizione orale riflette perfettamente le vicende storiche di questo popolo che sembra voler smentire tutti i concetti classici di "tribù" o di "etnia", intesi come comunità di individui che condividono un'origine comune.

Un popolo nato dalla storia.

E' sufficiente compiere una sorta di censimento clanico per vedere la grande frammentazione e varietà del panorama etnico tangba. Se si chiede a qualcuno a che gruppo appartiene, la risposta sarà: "Tangba". Approfondendo la questione salterà però fuori l'identità originaria: kabre, sorouba, bariba, gbazantché. Tutti i Tangba vivono una doppia identità: una legata alle proprie radici, l'altra creata dagli eventi storici. «Siamo un popolo unici» affermano, ma si aprono in un ampio sorriso quando si domanda quante famiglie ci sono nei loro villaggi: «Qui c'è gente di tutti le etnie» rispondono, accompagnando la frase con un arco della mano che copre l'orizzonte più lontano.Per comprendere meglio la questione è necessario ripercorrere le vicende storiche della regione dell'Atakora, dove sorgono le Colline Taneka.

In principio c’erano i Kabré

Quest'area, ricca di fiumi e di boschi, vide arrivare, a partire dal VIII secolo, bande di cacciatori bariba provenienti da nord-est e di Gourmantche scesi dall'attuale Burkina Faso. Si trattò di una penetrazione lenta, compiuta da piccoli gruppi che si stabilirono ai piedi delle colline trovando un territorio favorevole per la loro attività venatoria. Le colline della regione, al confine con il Togo, erano abitate per lo più da genti del gruppo kabrè, che possono forse essere considerati gli unici autoctoni della zona. La dimostrazione di questi primi eventi è fornita dall'istituzione del chef de terre, tipica di quest'area, un titolo che spettava alla famiglia che per prima si era insediata in un luogo. Sono infatti numerosissime ancora oggi le famiglie di origine bariba e kabye che detengono la chefferie de la terre.

Il commercio della cola

Un altro fattore determinante nella storia della regione fu lo svilupparsi di un'importante rotta commerciale, basata soprattutto sul commercio della cola. La rotta partiva da Salaga (Ghana) attraversando l'Atakora per poi toccare Kano e Sokoto (Nigeria) fino a raggiungere Port Souakim, sulle rive del Mar Rosso. Questo importante asse commerciale ha favorito l'arrivo di genti dell'est: commercianti, schiavi, guerrieri, le cui tracce si trovano ancora oggi nei villaggi della regione contribuendo a rendere ancora più variegato il panorama etnico. Il 1590 è una data fondamentale nella storia dell'Africa Occidentale. L'esercito marocchino di Al-Mansour sconfigge l'impero del Songhay e ne occupa la capitale Gao. L'invasione provocò un forte movimento di popolazioni che cercarono rifugio a sud del fiume Niger in territorio gourmantche e nel Borgou dominato dai Bariba. Gli sconvolgimenti bellici e una serie di epidemie provocarono una forte accelerazione dei movimenti di genti lungo la rotta della cola verso l'Atakora.

Il regno bariba

Agli inizi del XVII secolo si forma a Nikki il regno bariba del Borgou, ma ben presto conflitti interni alla corte portarono alcuni membri della famiglia reale a spostarsi verso ovest dove fondarono i regni di Birni e Kouandé. Questa seconda penetrazione bariba fu però un'invasione vera e propria, che causò la fuga di molti gruppi residenti nella zona i quali cercarono rifugio proprio sulle Colline Taneka, la cui conformazione rocciosa si addiceva a una guerra di difesa. Negli stessi anni si assiste a due altre forti spinte che causarono movimenti e fughe di popolazione: la prima è l'avanzata (anche questa non pacifica) dei Gourmantche provenienti da nord; la seconda è l'offensiva lanciata nel nord del Ghana, verso la metà del XVIII secolo, dagli Ashanti per razziare schiavi. La tradizione orale è ricca di episodi che raccontano le guerre per difendersi dai razziatori i quali assunsero nelle loro truppe anche mercenari djerma provenienti dall'attuale Niger. Le Colline Taneka divennero sempre di più una roccaforte dove i fuggitivi potevano difendersi dai nemici.

Guerrieri in mezzo alle pietre

Così, costrette dagli eventi, quelle famiglie di origine diversa si costituirono poco a poco in villaggi dando vita a quello che oggi è il popolo Tangba. "Tangba è chi conosce la tradizione" si dice, passando sopra a ogni differenza originaria in favore di un'unità dettata dagli eventi. Si è detto prima che entrambi i significati attribuiti al nome Tangba (o Taneka) si addicevano alla realtà di questo popolo. Il riferimento alle pietre è più che mai vivo, sia nella tecnologia costruttiva delle abitazioni e dei ripari contro i nemici, sia negli aspetti simbolici che fanno riferimento alle grotte della zona come fondamentale elemento di difesa. Anche il nome "guerrieri" è però appropriato: i Tangba si considerano, e sono considerati dagli abitanti della pianura, dei terribili guerrieri. Il non essere mai stati sconfitti è un forte motivo di vanto che viene spesso ricordato quando si parla degli avvenimenti del passato e che ha contribuito in maniera determinante nel formare il carattere di questo popolo