Se il ciclo cerimoniale scandisce il calendario a tempi lunghi, è il ciclo dei mercati a segnare le scadenze temporali più brevi. Sono quattro i principali mercati nella regione tangba e ognuno si anima a turno, dando luogo a una "settimana" tradizionale di quattro giorni. Per descrivere l'importanza del mercato nella vita dei Tangba, è assai illuminante un episodio di cronaca al quale ho assistito direttamente tra il 1992 e il 1993.
Nel luglio 1992, durante il mio soggiorno in territorio tangba, ho avuto l'occasione di assistere a una riunione pubblica indetta
dal sottoprefetto di Kopargo per l'approvazione di un progetto proposto dalla Cooperazione Francese relativo alla costruzione
di un nuovo mercato.
Quello tradizionale sorge su di un ampio spiazzo al bordo della strada che collega Djougou con Natitingou, attorno a un grande
e ombroso albero di neré. Il nuovo progetto prevedeva una serie di tettoie in cemento e lamiera da costruirsi in un'area spostata
circa 500 metri più a sud, di fronte alla sede della gendarmeria.
Alla riunione erano invitati tutti gli abitanti dei villaggi. La panca in prima fila era interamente occupata dai capi e dagli anziani
nel loro abbigliamento tradizionale.
La spiegazione del progetto, che comportava anche una partecipazione da parte dei Tangba, venne esposta affrettatamente,
poi, senza attendere una risposta, il sottoprefetto e i cooperanti uscirono considerando il progetto approvato. Nella sala si
accese subito la discussione. La maggioranza era contraria al progetto. Il mercato viene fatto in un certo luogo che venne scelto
dagli antenati e non può essere rimosso con tanta facilità.
Come in tutto il Benin settentrionale, anche nel territorio tangba, il ciclo dei mercati è di quattro giorni. Ogni area ruota attorno
a quattro località che a turno "si animano" e diventano yake, mercato. In questi giorni convergono al mercato i contadini
provenienti da tutte le fattorie sparse nel territorio tangba e in parte in quello kabyè e sorouba.
I Tangba adottano la sequenza dei mercati per determinare i giorni. Infatti la "settimana" tangba è costituita da un ciclo di
quattro giorni che indicano i mercati attorno ai quali ruotano i villaggi e le fattorie della zona. Il ciclo settimanale viene così
definito:
TAM = mercato di Kopargo
YAKE = mercato di Djougou
DUR = mercato di Pabegou
BARHA' = mercato di Katabam
Il mercato non costituisce solamente un luogo di compravendita o di scambio commerciale.
In tutta l'Africa il mercato è un luogo caratterizzato dall'intensa celebrazione di scambi sociali. In una situazione, come quella
dei Tangba, la grande maggioranza quali vive in fattorie sparse su di un territorio vasto e non abita quindi in villaggi concentrati,
il mercato diventa luogo di incontro con i membri della propria famiglia e del proprio villaggio d'origine. Il grande albero che
sorge nel centro della piazza è un vero e proprio "arbre a palabre" dove gli anziani si riuniscono per lunghe discussioni e fumate
di pipa.
Dopo lunghe discussioni, la questione del mercato venne concordata da tutti e quattro i villaggi tangba. Venne accettato
il luogo, anche se con qualche riluttanza, perché di fronte alla gendarmerie. Nessun compromesso invece sulla cadenza:
il mercato doveva animarsi ogni 4 giorni.
Il Sottoprefetto si impunta ed…è cambiato Nel settembre 1993, a lavori ultimati, il sottoprefetto ha ordinato la chiusura
del vecchio mercato imponendo una cadenza settimanale a quello nuovo. I Tangba si sono rifiutati continuando a
frequentare "l'ancien marché" secondo il loro ciclo. Il 24 settembre i Tangba vedono arrivare sulle colline alcuni Hausa
di Kopargo trafelati: gente di Pabegou, villaggio tangba di pianura, tradizionalmente rivale dei Tangba di collina,
sta abbattendo il vecchio mercato su incarico del sottoprefetto. La voce si sparge in fretta e tutti scendono a Kopargo
armati di archi e frecce. Lo scontro causa sei feriti, due dei quali gravi. Il mercato tradizionale è stato completamente distrutto
e l'albero di neré abbattuto.
A nulla sono valse le rappresaglie compiute dai militari nei villaggi e l'arresto del sawa. I Tangba hanno resistito sulle loro
posizioni. La questione è arrivata sul tavolo del ministro degli interni il quale, dopo aver consultato i capi tradizionali,
ha trasferito il sottoprefetto (altrettanto è stato fatto con il rappresentante della cooperazione francese) e dato il permesso
di continuare con il ciclo tradizionale. Nell'agosto del 1994 il vecchio mercato, con le tettoie ricostruite, ha nuovamente
iniziato ad animarsi.
Questa storia, oltre a fornire un'ottima chiave di lettura antropologica del ruolo svolto dai mercati in Africa, e sul conflitto
tra le autorità governative e i capi tradizionali, è un vero e proprio atto di denuncia contro certa cooperazione indifferente
a qualsiani espressione delle culture autoctone. Una cooperazione che, fermamente convinta dei propri valori, basati su una
presunta razionalità universale, che è invece solo un'interpretazione occidentale della realtà, trasforma in atti disgreganti
quelli che dovrebbero essere invece interventi umanitari di aiuto.