Attraverso la sua personalità carismatica il profeta attualizza e riassume
in termini moderni tre tipi di pratiche tradizionali: quella del curatore
psicosomatico, il quale è un terapista o un taumaturgo; quella del capo della
comunità che è nel contempo mediatore, sacerdote capo e oratore; e quella di
veggente, il quale diagnostica o scopre pratiche occulte e metodi subdoli.
Ma, al contrario dei "feticisti" tradizionali, distinti e specializzati in
ruoli diversi, il profeta unifica i poteri del sacro e del profano,
sintetizzati dalle sue qualità di parola e di azione.
È contemporaneamente
araldo e guida: è anche taumaturgo e nuovo interprete di istituzioni locali
o importate, ambasciatore di Dio e degli Antenati; egli personifica la
necessità di riforme socio-morali, l'attesa e la ricerca del popolo di
cambiamenti radicali e totali.
Già nel contesto tradizionale, il campo di azione del veggente e del
curatore, in quanto specialista che conversa con poteri invisibili e
meccanismi occulti, non era limitato agli stretti confini di un clan o
di un popolo.
Inoltre, certe organizzazioni esoteriche che, attraverso i
loro riti iniziatici, formano le corporazioni nelle quali si sviluppano i
mestieri e l'industria, radunano i loro aderenti da vari centri familiari
e tribali. Il profeta subentra a loro e in un certo modo li riassume.
Secondo la sua influenza personale, diversa da un individuo ad un altro,
egli si estende ben oltre le frontiere etniche e linguistiche di un popolo e
di un clan.
L'universalismo del profeta, che sintetizza il veggente, il curatore e il
maestro delle iniziazioni, scaturisce dalla sua vocazione sovrumana che lo
pone come pietra d'angolo in una società globale di dimensioni sopra-etniche.