Il cosmo è ritenuto mescolanza di visibile e invisibile, di profano e di
sacro, inevitabilmente incatenati, per la felicità e l'infelicità, per il
benessere o la disperazione dell'uomo. Queste due dimensioni costitutive del
cosmo sono intimamente unite come le due facce di una medaglia.
Ciò che dà validità alle credenze, alle preoccupazioni o alle ossessioni
dell'Africano è la presenza degli Antenati e degli spiriti, costantemente
legati alle attività umane a cui essi presiedono: attività che essi ispirano,
fecondano, proteggono e incoraggiano, oppure ostacolano e rovinano. L'Africano
unisce tutte le sue credenze e le sue pratiche al cosmo che è abitato da
esseri spirituali, quelli benevoli da conquistarsi e quelli malevoli da tenere
lontano.
È un compito intricato e delicato spiegare i legami precisi tra Dio, gli
Antenati e questi o quegli spiriti; quelli, per esempio, che i Fon e gli Ewé
chiamano Vodù, un nome complesso, prestigioso e universalmente conosciuto.
Altri spiriti, la popolazione Kongo (Angola, Congo, Zaire) li chiama Nkisi.
Oggi, entrambi i nomi sono ufficialmente tradotti con la parola "feticcio".
È soltanto riferendoci agli spiriti, e non alle divinità, che noi possiamo
parlare di "pantheon", in senso lato, naturalmente. A dire il vero, sarebbe
più giusto ravvicinare piuttosto la concezione africana degli spiriti a
quella dei santi, degli intercessori e dei protettori a cui i cattolici
attribuiscono guarigioni a ogni sorta di favori. E il ricorso a questi
santi implica una credenza negli spiriti cattivi, i demoni, i quali si
aggirano per il mondo unicamente per portare i più svariati disordini.
"Feticista" (inteso non nel significato comune e popolare, ma in quello etnologico quale verrà ora spiegato) è il titolo comune dato a ogni specialista del cosmo e a qualsiasi esperto iniziato ai misteri, alle tecniche e alle pratiche riguardanti gli Antenati e gli spiriti; il "feticista" è un esperto nel riconoscere e risolvere le difficoltà della vita. Contrariamente a tutto ciò che uno è portato a credere, egli non è una figura uniforme e singola. Il titolo comprende - e facendo questo in qualche modo deforma - quattro categorie di specializzazioni sociali proprie di una "società globale":
* Il mediatore della comunità: specialista del sacro, sacerdote, ministro del culto ancestrale; egli è spesso il capo del clan e a volte ne è messaggero, giudice, arbitro, consigliere e saggio.
* Il curatore, esperto nelle proprietà medicinali e curative delle piante e degli animali, un laboratorio vivente e una farmacia; egli è un dottore specializzato nella scienza della natura e nella salute psico-somatica dell'uomo.
* L'operatore delle meraviglie nella sua triplice funzione:
egli è associato
ai fenomeni metapsichici (ipnosi, telepatia, spiritismo),
alle tecniche di divertimento (prestidigitazione),
alla magia bianca (buona) e alla magia antisociale (nera).
Tradurre queste tre funzioni con una parola singola come "stregoneria", per esempio, è dare un'impressione falsa e ambigua delle vere distinte credenze che esse implicano. Sarebbe molto meglio chiamare colui che pratica l'occultismo e colui che organizza questi "divertimenti" con il termine di "mago"; colui che opera nella magia nera come "stregone" e l'antagonista ditale magia, come "nemico degli stregoni" (o antistregone). Una delle funzioni caratteristiche di quest'ultimo è l"esorcismo" e, per questa ragione, Evans-Pritchard nel suo studio sugli Azande lo chiama "esorcista".
La figura-chiave, l'uomo che governa l'intero apparato "feticcio" è il divinatore, termine inadeguato per designare in Africa colui che diagnostica le cause occulte, colui che investiga nelle cause profonde che sono invisibili agli occhi profani; egli è l'uomo dal microscopio, l'uomo dalle antenne potenti, dai binocoli spirituali di grande portata - il superuomo per eccellenza - da cui dipende l'intero complesso sociale e i suoi diversi meccanismi. È lui che si ritiene investito di potere straordinario, che esamina le indisposizioni del soggetto, che diagnostica le tribolazioni e determina le sue reali cause. Proprio tenendo conto della concezione africana spiritualista e cosmica, questa causa non può mai essere esclusivamente fisica e materiale. Dopo il verdetto del divinatore, le persone interessate sono inviate o al mediatore per un sacrificio di espiazione o di propiziazione, o direttamente al curatore per il trattamento psicosomatico richiesto o - molto più raramente - sono consigliate di rivolgersi direttamente a Dio quando, per esempio, la malattia è dichiarata "naturale", quindi normale e non guastata da interventi malefici degli spiriti o dagli uomini cattivi.