L'influenza preponderante e onnipresente degli Antenati, più che ben conosciuta
è proverbiale. Essa scaturisce dagli imperativi esistenziali di un popolo.
"Dovunque, l'Africano definisce se stesso anzitutto in rapporto ad un Antenato"
. Infatti, nella maggioranza dei casi, il gruppo di parentela è l'unico e il
solo possibile quadro di riferimento.
Anche oggi, dopo l'indipendenza, la parentela rimane la suprema garanzia,
nonostante l'impatto della modernità urbana e professionale. Al contrario
dell'abitante del "vecchio mondo", che è conscio di essere un cittadino dello
Stato e riceve da quest'ultimo la massima attenzione e sicurezza (educazione,
impiego, pensione, salute...), l'Africano, da parte sua, è pienamente
assistito dal suo proprio gruppo di parentela. A parte i Religiosi, che sono
gli unici oggi ad essere largamente indipendenti dall'aiuto del clan,
l'Africano è conscio di dover ogni cosa ai suoi; egli conosce che ogni persona
può contare sull'altra e sull'intero gruppo. A tal punto che è stato detto
del clan africano: "Nessuno ha fame o tutti sono affamati"...
Il capitolo degli Antenati è senz'altro il meglio conosciuto e il più
ricercato nel campo della religione africana. Verranno dunque presentati solo
alcuni dettagli essenziali.
Coloro che l'Africa tradizionale venera come Antenati non sono semplicemente
i morti in generale, ma i migliori fra di essi (e non soltanto i capi del clan)
i quali condussero una vita esemplare sulla terra.
In questo senso, il concetto di "Antenato" è analogo a quello di "Santo", ma
differisce da esso in un aspetto importante: i Santi infatti sono persone
storicamente localizzate nel tempo e nello spazio, mentre gli Antenati sono
persone-simbolo in cui sono incarnati gli ideali di virtù del clan, di
responsabilità, di preoccupazione, di sicurezza ed i valori più alti. Questo
diventa più comprensibile quando si ricorda che tra le famiglie africane ogni
membro è l'intero clan, l'intero universo in miniatura. Ogni persona -
sia essa brutta o bella, in salute o inabile, stupida o saggia - è un tesoro
per il semplice fatto che essa appartiene al gruppo di parentela.
Similmente
il capo non è un individuo distinto totalmente, ma il simbolo di pienezza,
saggezza, benedizioni, fecondità, buona fortuna, ecc... La parola o il gesto
più insignificanti devono riflettere la purezza delle disposizioni più
profonde di ognuno. Ogni intento malevolo è capace, una volta formulato,
di produrre un effetto dannoso: un favore può essere perso a causa di una
osservazione frivola, e una mormorazione può causare sterilità; la sorgente
deve essere costantemente purificata.
Per di più, anche nelle rappresentazioni figurative, mentre l'agiografia
mette in risalto le caratteristiche individuali di ogni santo, l'Africa
tradizionale conferisce agli Antenati un carattere comune, stilizzato e
universale, privo di tutti gli elementi che li individualizzano.
Per quanto riguarda il culto degli Antenati, c'è tutta una serie di
pubblicazioni di ineguale valore che cercano di chiarificare e di
interpretare questo argomento; molto resta ancora da dire sul soggetto.
Rimane il fatto che, se esso è interpretato alla luce della concezione
africana di una mediazione vitale, il culto degli Antenati, praticato con
molto fervore e assiduità, è insieme coerente e comprensibile.
I luoghi dove è praticato il culto ancestrale e le forme che esso assume sono
diversi e propri della popolazione di una determinata regione, ma l'interesse
mostrato ad esso da tutte le popolazioni è ovunque della stessa natura
primordiale. Il luogo dove gli Antenati sono venerati può essere il cimitero,
i campi, il fiume o la casa, ma qualunque sia la località, gli Antenati non
possono essere trascurati impunemente, o dimenticati senza la perdita
dell'identità personale.
Anche oggi, prima di bere, gli Africani versano alcune gocce per terra, e
prima di mangiare tagliano e gettano una porzione di cibo come segno di
condivisione con gli Antenati. Vi sono alcuni che, anziché esprimersi con
questi gesti, preferiscono "dare" al prossimo ciò che essi stanno mangiando,
nel medesimo spirito e con il medesimo intento di condividere con gli Antenati.
Questo uso che è molto diffuso in Africa, sembra possa essere considerato
come la prova, ormai evoluta, che testimonia il culto degli Antenati.
Ma c'è un culto più profondo e c'è una testimonianza di pietà filiale più
sincera che non la cerimonia sacrificale o la supplica pubblica: esso è
incarnato dal rispetto, dalla fedeltà, dall'attaccamento alle tradizioni
degli Antenati, simbolo vivente della loro presenza.