Il dinamismo religioso dell'Africa moderna è legato al fenomeno profetico che
sta alla base della sua fondazione, la motiva e la anima. Esso è
caratterizzato dalla sua natura eclettica, e noi possiamo accuratamente
afferrare l'originalità del suo sincretismo solo se ricordiamo le funzioni
distinte della visione del mondo dell'Africano, la cui struttura esistenziale
ho sottolineato sopra. Infatti, come ho evidenziato, la religione africana,
incentrata sulla mediazione degli Antenati - e quindi sull'uomo - anima la
comunione vitale e termina il suo esercizio nel contesto etnico e clanico.
Ogni attività dei membri è incanalata, condizionata, controllata da questo
contesto. Da questo punto di vista, l'iniziativa profetica sembra una rottura
pienamente rivoluzionaria con la tradizione.
Il campo geografico in cui emergono i movimenti profetici si stende dall'Africa
australe fino al Kenya da una parte, e al golfo di Guinea dall'altra parte. E
questo copre l'area di "quelle persone che furono addomesticate, cristianizzate
e imbastardite".
Nel passato, più di un sociologo, tentando di spiegare l'origine del fenomeno
profetico o messianico attraverso ricerche psico-sociologiche (che, incidentalmente,
sono spesso degne di nota), aveva la tendenza a sottolineare gli obiettivi politici
coinvolti in questi movimenti. Secondo questi interpreti, il sorgere del profetiamo
africano ebbe per fine l'azione politica e la religione servì da semplice mezzo strategico.
E fino a che la religione fu, in quel tempo, il solo potere in cui i popoli colonizzati
potevano esprimersi senza impedimento, il profeta, così asseriscono, la usò come piattaforma
per ottenere rivendicazioni specificamente politiche.
Storicamente, dobbiamo ammettere,
presso la maggioranza dei veri profeti, l'impegno politico si manifestò come conseguenza
delle provocazioni e delle repressioni delle autorità coloniali, con alcune complicità
missionarie. Questo è evidenziato dal fatto che là dove i profeti non erano perseguitati
e oppressi, furono in grado di mantenere l'orientamento socio-religioso con le sue esigenze
di riabilitazione morale della società e di liberazione psico-spirituale.
Così, quei motivi socio-economici-politici che furono, in parte, validi e
comprensibili durante il periodo coloniale, oggi si stanno mostrando
inoperanti e incapaci di provare la persistenza e, più particolarmente,
la recrudescenza delle religioni profetiche nell'Africa indipendente. È
significativo constatare che, senza gli interventi contrari delle autorità
amministrative, al giorno d'oggi le deviazioni prendono un carattere
socio-economico piuttosto che politico (raggiri, imposture, sfruttamento
della credulità popolare, e così via).
Diamo uno sguardo breve e attento all'evoluzione del profetismo africano:
durante la prima fase di evoluzione, la colonizzazione portò quasi a una crisi
totale e irreversibile delle strutture tradizionali: economiche, sociali,
politiche e religiose. All'improvviso la comunità tradizionale si trovò
privata della sua religione che era il supporto essenziale di tutti i valori
vitali adattati all'ambiente naturale e strutturati attorno ai simboli sociali
e rituali (quali l'apparato ascetico e pedagogico dei tabù, riti e "feticci"),
che servivano come codice morale di una società di tradizione orale. Così
improvvisamente decapitato e obbligato a respirare con polmoni artificiali,
il mondo africano fu obbligato a vivere con un'anima presa a prestito.
Provocato dagli effetti del colonialismo a recuperare la sua forza perduta,
era condannato a perire o, come minimo, a trascinarsi senza speranza.
Poi venne la seconda fase: il profetismo cominciò ad assorbire la provocazione
coloniale, producendo a sua volta una crisi delle istituzioni imposte e
gradualmente portò alla rivincita dei valori vitali africani, ma non senza
discernimento. E questo perché i valori furono difesi da veri profeti, non
con uno spirito ottuso e conservatore, ma con uno sguardo al progresso. Il
vero profeta prese su di sé la causa africana solamente allo scopo di
rinnovarla. In breve, egli operò un aggiornamento, una sintesi del "mondo
africano tradizionale e moderno": con antichi e nuovi contributi,
armonizzandoli con i valori religiosi, egli tese a costruire una società
africana rinnovata e aggiornata. Di conseguenza il profetismo è una vigorosa
e solenne sfida alle autorità, siano esse coloniali (ecclesiastiche e civili)
o tradizionali; e più specificamente è una sfida a tutto ciò che è degradante
e disumanizzante nel loro operare.
Quindi lo scopo unanime, costante e
preponderante dei profeti è una ristrutturazione radicale e etica della
società, e questo sforzo caratterizza ogni nuova e genuina avventura profetica.
Nel nome di Dio e degli Antenati, il profeta restaura la salute della mente
e del corpo: egli combatte la perversione, gli abusi e le deviazioni dei
sistemi, siano essi tradizionali o moderni. Nel contesto della vita
tradizionale, egli è inesorabilmente contrario agli incantesimi malvagi:
lotta contro l'empietà, la gelosia e la stregoneria, l'insieme dei mali
ossessionanti che l'Africano teme nel più profondo del suo essere.
Per quanto riguarda la vita moderna, egli denuncia e ostacola, con misure concrete, la cupidità, l'oppressione e lo sfruttamento; in breve, le diseguaglianze introdotte nel disprezzo dello spirito comunitario tradizionale. Ciò spiega perché, nonostante alcuni ritocchi o addizioni locali, il decalogo ovunque imposto mantiene gli stessi articoli di base, sempre centrati sull'uomo concreto individuale in vista di una società che deve rinascere ed essere purificata, con il suo restaurato equilibrio e con la sua forza rinnovata. Indubbiamente questi articoli si focalizzano sull'amore di Dio e del prossimo e sono adatti alla vita concreta di ogni giorno:
non bisticciare;
non fabbricare talismani dannosi;
non ferire;
non rubare;
non dire bugie;
non aiutare la stregoneria;
non uccidere;
non disobbedire ai superiori;
non lavorare di domenica;
non odiare il tuo vicino.
La dottrina e l'organizzazione sociale che risultano dall'impatto profetico presentano tendenze comuni perché abbracciano:
un Dio creatore divenuto accessibile, grazie alla missione del profeta;
un Salvatore - lo stesso profeta - che è qualche volta consapevole di essere un fondatore di religione, ma più spesso semplicemente il punto di riferimento di una organizzazione che egli non ha deliberatamente fondato e coscientemente animato;
fede che guarisce grazie ad uno speciale atto di Dio;
proibizioni di alcuni cibi o leggi simili, spesso cristianizzate
feste e cerimonie in onore degli Antenati;
un clero con la sua gerarchia;
molto materiale e rituale preso dal Cristianesimo, ma "applicato" su una visione puramente africana del mondo.
Ci sono molti studi sociologici ben condotti sul profetismo africano. Così al fine di evitare ripetizioni, esaminerò brevemente il carattere profetico e sincretistico delle religioni popolari africane moderne e spiegherò i loro aspetti problematici che richiedono dettagli complementari di ordine religioso (nel senso africano del termine, perché in una società globale la religione è parte integrante e inseparabile della cultura del popolo).