Dio creatore, sorgente di vita e pienezza di bene

Al culmine della scala degli esseri - o meglio ancora, alla sorgente di tutta la vita - gli Africani, unanimemente e senza esitare, affermano che esiste un Dio essenzialmente creatore, che è pienezza di Vita e pienezza di Bene. Nessun male può essergli attribuito. Quando si trovano nella sofferenza e nella disgrazia, essi escludono risolutamente che Dio possa esserne la causa.

La teoria del male

La teoria africana del male è formulata in termini chiari: poiché Dio è essere perfetto, non è nel suo interesse far del male all'uomo che lui stesso ha creato. Perciò il male nasce solamente dalle sue creature. Al fine di realizzare un proposito perverso, per esempio, l'uomo può contare sulla complicità del cosmo (esseri inferiori) popolato dagli spiriti (esseri superiori). Secondo il principio gerarchico delle forze, un essere inferiore non può effettivamente danneggiare un essere superiore a lui. Per influenzare o danneggiare l'uomo è necessario l'aiuto di un essere uguale o superiore a lui. Fulmini, morsi di serpenti, spine, funghi velenosi e simili non possono da soli ferire l'uomo: essi lo possono fare unicamente se sono sotto l'influenza di un essere superiore e mal intenzionato.

Nomi e attributi del Dio creatore

Il titolo "Creatore", implicitamente, include tutte le altre qualità che provengono da esso: sollecitudine paterna, provvidenza, giustizia, onnipresenza, ecc... Perciò l'attributo "Creatore" è negato ad ogni altro essere. Così in quasi tutte le lingue africane, solo l'Essere Supremo porta, in senso proprio, il nome personale ed esclusivo: Nzambi (Congo); Mawu (fon, ewe); Mungu (swahili); Kalunga (ciokwé); Munkulnkul (zulu); Mvidi-Mukulu(luba); Nzakomba (mongo); Zamba (ewondo); Loba (duala); Nzam (toke); Sambi (tetela); Olorun (yoruba); Ngai (kikuyu); Rong Sen (serere).

Le creature spirituali e i loro titoli

A meno di una solida evidenza contraria, basata sulla lingua locale e su interpretazioni autorizzate, il titolo divino dato alle creature spirituali deve essere ritenuto come un'ingiustificata appropriazione, facilitata forse dallo schema mitologico greco-romano. Infatti l'esistenza di gerarchie di esseri spirituali angelici con nessun attributo divino specifico è attestato anche nell'antichità greco-romana, nelle lettere di S. Paolo, nei libri apocrifi, nell'Apocalisse di Giovanni e nella "Città di Dio" di S. Agostino.