L'uomo che comprendeva il linguaggio degli animali

Sono qui pronto a raccontare la mia storia. Ascoltate!
Una volta c'era un uomo. Sua moglie era guercia. Tutti sapevano che quest'uomo era pieno di debiti. Tutti gli abitanti del villaggio, un villaggio grande come il nostro di Koun Fao, tutti, gli avevano prestato del denaro. Quest'uomo aveva una seconda moglie. Un giorno, improvvisamente, dice alle mogli:
- Me ne vado a vivere in un cascinale in foresta.
Andò dunque a stabilirsi in foresta dove costruì un cascinale in cui visse con le mogli. Ogni giorno andava a caccia e si appostava dietro ad un albero. Un giorno, non lontano da lui, appostato per la caccia, c'erano anche Pantera e Pitone. Anche loro erano là nascosti a braccare la selvaggina.
Erano là da parecchio tempo. L'alba stava sorgendo. Guardarono: si avvicinava un'antilope. Pitone lanciò un getto di saliva sul muso dell'antilope. Nello stesso tempo anche Pantera tirò col suo fucile. pa!
I due affermavano di aver colpito la preda nello stesso tempo. Si misero a discutere. Ora quando l'uomo del villaggio era là in agguato, pitone l'aveva visto. Pitone disse allora.
- A proposito della questione che stiamo discutendo, io ho un testimone.
- Chi è il tuo testimone?
- Il mio testimone, disse Pitone, è l'uomo del villaggio che è nascosto laggiù.
Lo si chiamò. venne. quando fu sul posto ognuno lo voleva dalla sua parte. Gli chiesero:
- Uomo del villaggio, a chi appartiene veramente l'animale? E' proprio vero che Pitone ha lanciato dalla sua bocca la saliva sul muso dell'animale prima che Pantera sparasse col suo fucile?
L'uomo rispose:
- Sì, è stato proprio Pitone.
- Allora a chi appartiene la selvaggina?
- Appartiene a pitone.
- Poiché la questione è chiusa dammi l'antilope e andiamo.
Pitone prese l'antilope e se ne andò col cacciatore. Arrivati a casa, i figli di Pitone appena videro i due arrivare, gridarono:
- Ehhhhhh! Papà è arrivato con della selvaggina!
Erano tutti contenti. Il padre disse:
- Suvvia, tacete. Oggi è capitato qualcosa. Avete già visto altre volte l'uomo del villaggio qui con me?
Caro mio! Sopraggiunta la sera l'uomo fu alloggiato. Il suo cuore batteva forte, forte. Tremava dalla paura. Se Pitone lo avesse catturato, cosa poteva fare? Non sapeva proprio che fare. Andarono a coricarsi. Pitone gli disse:
- Quando ti corichi devi mettere il capo dal lato della porta, non avere paura.
- D'accordo, rispose l'uomo.
Pitone aggiunse:
- Non devi temere nulla.
- Ho capito, rispose l'altro.
L'uomo andò dunque a coricarsi. Quando furono tutti coricati, cambio improvvisamente posizione delle gambe. Pitone lasciò il suo giaciglio e s'avanzò lentamente. Arrivato vicino all'uomo disse:
- Come! Ti avevo detto di non cambiare posizione e che non bisognava avere paura. Se avessi voluto catturarti, non avrei mica atteso la notte.
L'uomo cambiò allora posizione e rimise il capo dal lato della porta. Era coricato da un po' di tempo, quando vide Pitone che si avvicinava. Pitone arrivò al suo fianco. Aveva un farmaco che fece colare nelle orecchie dell'uomo: crrrrr... Disse poi all'uomo:
- Adesso puoi comprendere il linguaggio di tutti gli animali. Ecco ti rendo il bene che mi hai fatto. Ora non ti devo più nulla. Te ne puoi andare. L'uomo se ne andò col suo farmaco. Arrivò sulla strada e vide dei cinghiali accovacciati sotto un albero. Imbracciò il fucile per tirare. Improvvisamente uno dei cinghiali disse:
- Eh! L'uomo del villaggio è proprio sciocco. Non vede l'oro che è nascosto là sotto l'albero. Potrebbe prenderlo, ma lui pensa solo a tirare col suo fucile per ucciderci.
L'uomo lasciò cadere il fucile. Si avvicinò all'albero, lo sradicò e lo gettò da un lato. Sotto le radici... ecco una grande quantità di oro. Ce n'era tanto che non si poteva raccoglierlo. Fabbricò allora un canestro. Uscì dal bosco e arrivò a casa. Le sue mogli si misero a gridare:
- Eccolo che arriva!
- Zitte, disse il marito, state tranquille, oggi sono proprio felice. Andate al villaggio, cercate un muratore e tornate in fretta.
Andarono a cercare un muratore. Demolirono la loro baracca e costruirono una nuova casa. L'uomo andò poi al villaggio. Si fermò in mezzo alla strada e gridò:
- Fra tutti gli abitanti del villaggio quali sono coloro coi quali ha dei debiti?
Uno disse:
- Mi devi tanto.
Un altro disse:
- Mi devi tanto.
Caro mio! Metteva la mano in tasca e pagava tutti i suoi debiti.
Gli restò ancora molto denaro. Tutti i debiti che aveva contratto furono pagati.
Un giorno la prima moglie gli disse:
- Non voglio più rimanere con te, ho trovato un altro marito, me ne vado con lui.
Il marito rispose:
- Se non vuoi più restare con me, sei libera di partire.
Rimase dunque con una sola moglie. La donna rimasta era quella che aveva l'occhio guasto. I due si coricarono. Improvvisamente arrivano due topi. Sono là non lontani da loro. Uno dei topi dice:
- Attento! Togliti di lì perché possa orinare sull'occhio ammalato della donna.
L'uomo, che era coricato accanto alla donna, poiché comprendeva il linguaggio degli animali, si mise a ridere. Sua moglie gli chiese:
- Che cos'hai?
Il marito rispose:
- Non è niente. Ieri sono andato in foresta, mi è capitato una cosa strana che mi ha molto stupito. E' per questo che sto ridendo.
Una sera sua moglie preparava da mangiare. Le pecore stavano mangiando le bucce d'igname che gettava a terra. Una attraversava il cortile. Il montone le disse:
- Passa laggiù dal lato dell'occhio ammalato, io passerò di qui, vicino al focolare. quando sarà occupata a scacciarmi, tu potrai mangiare l'igname.
L'uomo si mise di nuovo a ridere.
- Ehi! Marito mio, cos'hai visto ancora oggi su di me? L'altra notte hai riso a lungo, oggi ridi di nuovo!
- Non posso parlare di questa questione, rispose il marito.
- Ah, bene! Ma io non sono per nulla d'accordo, replicò la moglie.
Si misero a discutere. Discussero a lungo. Arrivarono al villaggio dove tutta la gente si riunì.
L'uomo, dal canto suo, sa che se confessa di comprendere il linguaggio degli animali, è destinato a morire. Restarono al villaggio a lungo. Discussero animatamente. L'uomo non voleva parlare. La donna voleva costringere il marito a raccontare le sue faccende. Il marito non voleva parlare. L'uomo sa che, se parlasse, morirebbe. Dunque preferisce non parlare. Pensa:
- Farò quello che devo fare per restare in vita.
Tutti erano riuniti. Erano veramente numerosi, numerosi come gli abitanti di questo villaggio. Ecco che improvvisamente un gallo rincorre una gallina in mezzo alla folla: crè crè crè crè... Il gallo dice alla gallina:
- Fermati che voglio possederti!
- No, non voglio risponde la gallina.
- Fermati che voglio possederti, le grida ancora il gallo.
- No, non voglio, gli risponde la moglie.
- Se non vuoi, allora divorzierò.
L'uomo, poiché comprendeva il linguaggio degli animali, disse allora:
- Ho capito. Va bene. Se le cose stanno così, cara mia, mi vedo costretto a lasciarti libera, piuttosto che morire, mentre tu rimani in vita.
Ecco che ora le due donne l'hanno abbandonato. Che farà? E' rimasto solo.
Ecco come il divorzio è entrato nel mondo. E' questo il significato del racconto.

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