Nel ventre di Pitone

Eccomi qui pronta a narrare la mia storia.
Una volta c'era una donna che aveva messo al mondo due figli: un maschio e una femmina. Erano talmente belli che al mondo non se ne trovavano di eguali. La manna costruì una casa tutta per loro. Il fratello viveva all'interno della casa, la sorella stava davanti alla porta.
i due giovani crescevano e diventavano sempre più belli. Tutte le fanciulle desideravano sposare quel giovane. Arrivavano davanti alla casa, salutavano la sorella e domandavano:
- Tuo fratello dov'è? Siamo venute per sposarlo.
Il fratello domandava:
- Sono belle?
La sorella rispondeva:
- Sono belle, ma non come me.
- Bene, dì loro di tornare a casa.
Le fanciulle ritornavano a casa. Ogni volta succedeva la stessa cosa: arrivavano e ripartivano.
Un giorno alcune fanciulle decisero anche loro di tentare la sorte. Queste fanciulle avevano una sorella ammalata: tutto il suo corpo era ricoperto di piaghe. La sorella ammalata disse:
- Voglio venire anch'io con voi.
- Tu non verrai, riposero le sorelle, le persone sane non riescono ad avere un marito, e tu che sei tutta coperta di piaghe, credi di trovarne uno?
La malata insistette:
- Per favore, portatemi con voi.
- In qualsiasi posto noi andremo, tu non verrai mai con noi.
Le sorelle si prepararono. L'ammalata era là accanto. Nel momento in cui stavano per partire, l'ammalata disse alle sorelle:
- Deponete questo pettine sulla strada che prenderete. quando sarete partite, io vi seguirò da lontano.
Le sorelle partirono e deposero il pettine sulla strada che conduceva da Pitone.
L'ammalata era là a casa. Trascorsero cinque giorni. Disse:
- Vado a raggiungere le mie sorelle.
Arriva là sulla strada e trova il suo pettine. Lo raccoglie e segue la strada indicata. Cammina, cammina, cammina, Arriva là in mezzo alla foresta... guarda e... vede un enorme Pitone. Piena di paura con un gesto brusco si ferma.
- Non avere paura, disse Pitone, non fermarti così, vieni avanti.
La ragazza si avvicina e giunge davanti a Pitone. Pitone le chiede:
- Come mai sei arrivata fin qui da me?
- Abito con le mie sorelle, risponde la ragazza. Un giorno decisero di partire nel villaggio di un giovane. Ho chiesto loro di accompagnarla, ma esse hanno rifiutato. Allora ho consegnato loro il mio pettine. Lo hanno deposto sulla strada che conduce qui da te. Sono dunque arrivata e ti ho trovato.
- Cosa c'è laggiù al villaggio?
- Un bellissimo giovane. Le mie due sorelle se ne sono andate per sposarlo. Anch'io desidero sposarlo.
- Bene, ascolta! Io ti inghiottirò, ma non avere paura. Ti inghiotto e ti vomito per tre volte. Diventerai bella, molto bella, poi potrai andare laggiù.
- D'accordo, risponde la ragazza.
Pitone inghiotte la ragazza e la vomita: tutte le sue piaghe sono sparite. La inghiotte una seconda volta. La vomita. Il corpo della fanciulla diventa molto bello. La inghiotte una terza volta. Ora la sua bellezza è tale che non se ne trova una simile nel mondo intero. La fanciulla si prepara a partire. Pitone le raccomanda:
- Ora tu sei la più bella di tutte le ragazze del mondo, ma fa attenzione. Quando arriverai da quel giovane non dovrai rivelargli che sono stato io a renderti così bella, altrimenti, quando passerai di qui, ti ucciderò.
- Ho capito, rispose la ragazza.
Appena partita Pitone chiama Rospo e gli dice:
- Seguila. Giunto là nella loro casa ti nasconderai sotto il loro letto. Appena la sentirai dire a suo marito che sono stato io a renderla bella così come è, ritorna ad avvertirmi. Quando ripasserà di qui la catturerò.
- Ho capito, risponde Rospo.
La fanciulla cammina, cammina. Dietro Rospo la segue. Arrivata alla casa del giovane, saluta la sorella. La sorella le chiede la ragione della visita.
- E' a causa di tuo fratello che sono venuta.
Il fratello domanda:
- Chi è?
- Una ragazza molto più bella di me.
- Bene, falla entrare.
La fanciulla entra. Il giovane le chiedeva sempre:
- Ma come mai sei così bella? Che cosa ti hanno fatto perché tu sia così bella?
La ragazza rispondeva:
- Ciò che tuo padre e tua madre hanno fatto per renderti bello, mio padre e mia madre l'hanno fatto per me, è per questo che sono così bella.
Per dieci giorni il giovane le pose sempre la stessa domanda. Alla fine la donna disse:
Se vuoi veramente la mia morte va a comperare l'alcool dei bianchi e portamelo.
Il giovane le offrì la bevanda. La ragazze bevve, bevve, e si ubriacò. Disse allora:
- Le mie sorelle ed io ci apprestavamo per venire da te. Ma esse non volevano che le seguissi. Ho consegnato loro il mio pettine. Lo hanno deposto sulla strada che conduceva da Pitone. Sono arrivata da lui. Mi ha inghiottita e sono diventata bella come tu mi vedi.
Aveva appena terminato di parlare che Rospo saltò fuori. Si presentò davanti a lei e disse:
- Ah! E' questo che fai?
La donna conosceva ormai il suo destino. Non poteva più fare nulla. Tre giorni dopo disse:
- Me ne vado!
Si mise in cammino. Non era neppure completamente arrivata da Pitone, che costui, da lontano, le gridò:
- Lo sai che per te ormai è finito tutto.
La ragazza rispose:
- Scusami, non devi arrabbiarti per quel che è successo. Conserva la tua calma. Dammi del mais, ti preparerò una bevanda e te la offrirò.
Pitone le diede del mais . La donna lo pesta, ne prepara della birra e la offre a Pitone. Pitone beve e si ubriaca. Pitone si mette a danzare: saltella di qui, saltella di là, saltella di là, saltella di qui. Alla fine cade immobile.
Frattanto tutto l'oro che era sul suo corpo, cadde a terra. La ragazza dietro lo raccoglieva, lo seguiva, lo raccoglieva, lo seguiva, lo raccoglieva.
Dopo parecchio tempo gli occhi di pitone si aprirono e diventarono chiari. Quando fu sveglio la ragazza gli disse:
- Ecco il tuo oro, ed ecco ciò che mi ha spinto a svelare il segreto della mia bellezza.
- E' dunque questo che ti ha fatto parlare?
- Sì, rispose la ragazza.
- Ti perdono tutto quello che hai fatto, il male che hai fatto te lo condono, puoi andare.
La ragazza si incamminò e se ne andò.
Ecco la ragione per cui quando si vive insieme, bisogna andare d'accordo. Se succede qualcosa tutti devono darsi da fare per trovare un accordo e regolare la questione. Ecco il senso del racconto.

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