Eccomi qui pronto a narrare la mia storia.
Quale storia?
Ebbene ascoltate!
C'era una volta una donna che era andata a lavorare nei campi.
Portava con sé il suo bambino il quale era piccolo, piccolo.
Aveva deposto il bambino in un angolo e si era messa a togliere
l'erba dal campo.
Lavorava di buona lena. Il campo era lungo, lungo. La donna si
allontanava sempre più da suo figlio.
Improvvisamente ecco davanti a lei una leonessa. La Leonessa si
avventò sulla donna, la uccise e la portò con sé
in foresta. Arrivata a casa la mangiò coi suoi figli. Ne
rimase una coscia che affumicarono.
Il bambino era là nei campi: piangeva, piangeva. Pianse
tutto il giorno, pianse tutta la notte. ma nessuno udiva i suoi
gemiti.
L'indomani mattina il figlio della leonessa intese il suo pianto.
Si diresse verso il luogo da cui provenivano i lamenti e trovò
il bambino. lo prese nelle sue braccia e gli disse:
- Amico mio, ti porto con me, andremo ad abitare insieme nella
foresta.
In quel momento chi era presente? Kwadio Nzian, ascolta bene,
eh! Il figlio del leone portò con sé il figlio dell'uomo
e i due vissero insieme in foresta.
Caro mio! Quando mamma leonessa andava a caccia, il figlio faceva
uscire il bambino e giocavano insieme. Quando la mamma tornava
il bambino andava a nascondersi, I due vissero insieme a lungo.
Un giorno il figlio dell'uomo disse:
- Amico mio, devi uccidere tua madre.
- Bene, sono d'accordo, rispose il suo compagno.
Il leoncello andò a scavare una buca che dissimulò
coprendola di rami. Sua madre, rientrando, camminò sui
rami e cadde nella buca. Il figlio uccise in quel modo la madre.
Il figlio del leone disse allora al figlio dell'uomo:
- Amico, ora che ho ucciso mia madre, tu ed io siamo una cosa
sola.
- E' vero, siamo diventati una stessa cosa.
I due vissero in foresta. Mangiavano insieme, chiacchieravano
insieme, facevano tutto insieme. Tutti e due erano orfani. Vissero
a lungo, molto a lungo, insieme in foresta.
Un giorno il figlio dell'uomo disse al figlio del leone:
- Amico mio, desidero ritornare al villaggio.
L'amico gli domandò:
- Perché vuoi ritornare al villaggio? Ho ucciso mia madre
a causa tua, e ora mi vuoi abbandonare?
Il figlio dell'uomo disse:
- Quando sarò al villaggio, non ti dimenticherò
mai, verrò spesso a trovarti.
Il figlio del leone disse allora al figlio dell'uomo:
- Prima che tu parta voglio rivelarti il mio tabù: quando
sarai a casa, non dovrai mai dire che la mia bocca esala un cattivo
odore. E' qualcosa proprio che non posso sopportare.
- Bene, ho capito, rispose il figlio dell'uomo, non dirò
mai una cosa simile.
Il figlio dell'uomo ritornò al villaggio e vi si installò.
Ogni volta che aveva bisogno di qualcosa andava a trovare il suo
amico in foresta. L'amico gli procurava tutto ciò che gli
occorreva.
un giorno ci furono grandi funerali al villaggio. Gli fu chiesto
di portare sedici buoi. L'amico leone andò a cercarli in
foresta e glieli portò. Ogni volta che l'uomo del villaggio
aveva bisogno di qualcosa, bastava andasse a trovare il suo amico
che gli procurava tutto ciò che desiderava,
L'orfano di una volta era diventato molto ricco. Aveva case e
diverse mogli. Viveva in mezzo alle ricchezze e possedeva tutto
ciò che desiderava. Era circondato da un nugolo di parenti.
La sua famiglia era diventata veramente numerosa.
Un giorno sentì il suo amico piangere laggiù in
foresta. Disse:
- Gli è senz'altro successo qualcosa, devo andare a trovarlo.
Si recò dal suo amico e lo trovò in lacrime. Gli
chiese;
- Che cosa è successo?
- Dopo la tua partenza anche mio padre è morto. Portami
qualcosa dal villaggio perché possa fare i funerali.
Cosa desideri?, gli chiese.
- Un pollo, rispose.
- Non é niente, l'avrai subito.
Andò a prendere un pollo e lo portò all'amico. Insieme
l'offrirono in sacrifico al padre defunto, poi l'uomo del villaggio
tornò a casa.
Un altro giorno, mentre era là casa, sentì ancora
i pianti del suo amico laggiù in foresta. Sbottò
allora:
Eh! Quel leone comincia ad importunarmi adesso! In questo momento
che ho le mie mogli con me, e che ci riposiamo nella frescura
di questa brezza che spira dolcemente su di noi, ecco che piange
a non finire. Ah! Quel leone laggiù con le sue fauci puzzolenti,
non mi lascia tranquillo un momento!
Rimase a casa ancora a lungo, poi andò a trovarlo. Giunto
laggiù il leone gli disse:
- Amico, il vento m'ha riportato tutto quello che hai detto laggiù
a casa.
L'uomo gli chiese:
- Ma cosa ho detto?
Il leone rispose:
- Ho sentito tutto, colpiscimi con quest'ascia.
L'uomo disse:
- Non posso colpirti con quest'arma, dopo tutto quello che hai
fatto per me. Hai ucciso tua madre dopo la morte della mia, no,
non posso colpirti.
Il leone gli disse:
- Se non mi colpisci vedrai cosa ti succederà.
L'uomo non sapeva veramente cosa fare: esitava e aveva paura,
solo laggiù in foresta.
Il leone insisteva:
- Colpiscimi!
- No, amico mio, non poso portare quest'arma su di te dopo tutto
il bene che mi hai fatto.
Il leone era furente. Si mise a ruggire e stava per balzare sull'uomo,
quando questi, con un colpo secco, lo percosse con l'ascia. Il
leone disse allora:
- Osserva bene. La ferita che mi hai inferto con quest'arma un
giorno guarirà, ma l'ingiuria che mi hai rivolto non guarirà
mai: resterà per sempre nel mio cuore.
Ecco perché quando rivolgi ingiurie a qualcuno feriscono
e fanno soffrire.
Questo é il senso del racconto.