Cacciatore, Pantera e Antilope regale

Eccomi pronto a narrare la mia storia.
Un tempo c'era Cacciatore che aveva costruito un cascinale. In questo cascinale, che aveva costruito, viveva solo.
Un giorno non andò a caccia. Rimase a casa. La ragione era che il fucile che aveva tante volte adoperato per andare a caccia, cominciava a guastarsi. Era dunque seduto là, intento a riparare il suo fucile.
Mentre era là seduto, sollevò la testa e guardò: ecco Antilope regale che correva, correva. Alla fine della corsa si avvicinò e si nascose fra le sue gambe.
Il cacciatore chiese:
- Ma cosa ti capita?
- Cacciatore, aiutami, Pantera vuole catturarmi!
- Vedremo! Siediti qui. Vedremo se ti catturerà.
Sono là insieme. Dopo un po' ecco sbucare Pantera. Si avvicina e dice:
- Buongiorno Cacciatore.
Poi si ferma davanti a Cacciatore e dice:
- Cacciatore, da quando è spuntato il giorno, non ho ancora mangiato. Dammi Antilope regale perché possa mangiare.
Cacciatore rispose:
- Antilope regale è venuto a chiedermi aiuto. Di voi due nessuno ha ancora mangiato oggi. Tu mi chiedi di consegnarti Antilope per divorarlo, trovi giusta la tua richiesta? Secondo la legge del Creatore è bene quello che fai? Vai a cercare un altro animale se vuoi mangiare. Antilope è venuto da me, anch'io sono cacciatore, dunque è sotto la mia protezione. Oggi lasciamo che questo animale se ne vada. Nessuno di noi lo toccherà.
Pantera insisteva:
- Ti prego, dammelo!
- No, rispose!
Allora Pantera gli presentò una scatola piena di monete d'oro. Cacciatore replicò:
- T'ho detto che non sono d'accordo, non ho bisogno del tuo oro, vattene!
Pantera se ne andò. Cacciatore disse:
- Guarda bene da dove è passato Pantera, hai visto? Non andare da quella parte, passa di là!
Pantera se ne era andato. Se ne andarono tutti e due.
Dopo un certo tempo, era passato circa una settimana, ecco che un messaggero lasciò il villaggio e arrivò al cascinale. Cacciatore gli domandò la ragione che l'aveva condotto fino a lui. Rispose:
- Eh! Amico mio! E' qui che tu abiti. Il padre del Signore Dio che abbiamo tanto curato, non è più. Gli anziani mi hanno incaricato di venire ad annunciartelo. Sai, si tratta di qualcosa di veramente grave! Tutti hanno offerto qualcosa per i funerali. Ora rimani tu solo. Amico mio, tu sei cacciatore e abiti qui. Ciò che tu darai noi non lo sappiamo, se hai denaro, se non ne hai, noi non lo sappiamo, ma la tua presenza oggi è necessaria al villaggio.
- Bene, va bene.
Il messaggero si alzò e disse:
- Andiamo!
Partirono. Tutti erano riuniti nella corte del re. Gli domandarono sue notizie. Disse:
- Eh! E' laggiù in foresta che io abito. Ed ecco che vedo un messaggero. Mi annuncia che il padre del Signore Dio è trapassato. Allora mi sono messo per strada, e piano piano, sono arrivato qui.
Gli risposero:
- Va bene, ognuno di noi ha già portato quello che doveva dare. Non resti che tu solo. Cacciatore si alzò, si mise a riflettere un momento, poi disse che avrebbe offerto una coda d'elefante.
- Ah! Bene! Hai tre giorni di tempo.
- Eh! Tre giorni non sono sufficienti, ci vuole qualche giorno di più. -
Bene, te ne accordiamo sei.
- Va bene, sono d'accordo, rispose Cacciatore.
Cacciatore prese il suo fucile e ritornò in foresta alla ricerca della coda d'elefante. Camminava, camminava e sospirava: - Eh! Sono veramente mal preso, come farò? Continuò la sua strada camminando nella foresta. Camminava e osservava, camminava e osservava. Ecco che nei contrafforti di un baobab vede una vecchia - ti giuro che quello che ti dico è la verità eh! - Le unghie dei suoi piedi arrivano come di qui a Gura. Era vecchia, vecchia, molto, molto vecchia. Appena la intravvide volle fuggire. La vecchia gli disse: - Vieni qui, tu stai cercando qualcosa, mi hai vista e... perché vuoi fuggire? Avvicinati, io non divoro gli uomini, capisci?
L'uomo rimase là immobile un momento. La vecchia continuò:
- Se non vieni, sarà peggio. Si avvicinò. La donna gli disse:
- Ecco da sedere.
Si sedette.
- Cosa fai da queste parti?
- Eh! nonna! Da quando sono al mondo il mio mestiere è la caccia. Sono andato a costruire un cascinale in foresta. Qualche giorno fa un messaggero, venendo dal villaggio, mi ha annunciato che il padre del Signore Dio era morto. Tutti hanno offerto qualcosa. Anch'io devo portare qualcosa. Ero troppo sicuro di me stesso. Ho promesso di dare la coda di un elefante. Ho percorso la foresta in lungo e in largo, oggi è il terzo giorno, ma non ho ancora trovato traccia di elefanti, ed ecco che sono capitato qui da te. Appena ti ho vista... eh! Da quando sono al mondo, non ho mai visto nessuno come te... ecco perché ho avuto paura e ho cercato di fuggire. Tu mi hai invitato ad avvicinarmi, ed ecco che sono venuto.
- Ah! E' dunque una coda d'elefante che cerchi?
- Sì, rispose.
Ella disse allora:
- Siediti qui. Si sedette là accanto.
- Vedi, io vivo qui con gli elefanti. Dormono laggiù su quel promontorio di laterite. Se tu potessi vedere il posto che occupano... è vasto come di qui ad Abidjan, ci sono elefanti dappertutto. Sta tranquillo, li vedrai subito.
Mentre la donna parlava confezionava degli amuleti. Erano come delle sfere di diverse dimensioni. Ce n'erano di piccole, di media grandezza e di grandi. Una volta terminato il lavoro le metteva al sole. I due sono là seduti e chiacchierano, chiacchierano. L'uomo ha paura della donna. Ma che può fare? La vecchia gli dice:
- Ascolta, vedi quegli amuleti? Va a prenderne uno e portamelo.
L'uomo andò e fu il più piccolo di tutti gli amuleti, fu proprio quello, che scelse. La vecchia gli disse.
- Ritorna laggiù e rimettilo al suo posto. Prendine un altro.
L'uomo andò a deporlo. Poi scelse ancora lo stesso e lo portò alla vecchia. Ella disse allora:
- Bene, va bene! Se è quello che vuoi, prendilo e mettilo in tasca. Dovrai fare tutto quello che ti dirà. Non disubbire. Fa bene attenzione. Ha un totem: le relazioni sessuali. Ne ha anche un secondo: le discussioni. Se ti ordina qualcosa e ti dice di farlo, se non lo farai, per te sarà finita. Devi mettere in pratica tutte le parole che usciranno dalla sua bocca. E' lui che ti indicherà il luogo dove si trovano gli elefanti e che ti spiegherà come devi trattarli. Prendi dunque l'amuleto e mettilo in tasca. Vedi, noi siamo qui. Quando sentirai: "Dormiamo, dormiamo, dormiamo, dormiamo" significa che sono ancora svegli. Se invece diranno: "Non dormiamo, non dormiamo, non dormiamo", allora dormono.
Rispose:
- Ho capito!
Sono dunque là insieme. Trascorre parecchio tempo. Verso le 20..."Dormiamo, dormiamo, dormiamo...".
La donna disse:
- Senti? - Sì, rispose.
Passò ancora del tempo. Sono là e attendono. Quando si avvicinavano le 23..."Non dormiamo, non dormiamo, non dormiamo". Allora gli disse:
- Alzati e parti, vai in fretta. Troverai una distesa di elefanti come di qui a Tanda. Cammina sulla loro schiena senza paura. Il capo degli elefanti usa la sua grande coda per imitare il canto del gallo, al risveglio. Va dunque tagliare la coda del loro capo. Là vicino si trova il grande albero dove si riuniscono per trattare le loro questioni. Quando avrai la coda, sali sopra. Ad ogni modo, poiché l'amuleto ti darà tutte le istruzioni, non è necessario che ti dica altro.
Aveva appena lasciato la vecchia, non ebbe neppure il tempo di fare pochi passi, che trovò gli elefanti. Occupavano una superficie come di qui ad Iguila. Si mise a camminare sulla loro schiena, ma aveva paura. L'amuleto gli disse:
- Ah! Perché fai così, cammina senza timore, dormono.
Eccolo camminare sulle loro teste. va, va, va... L'amuleto gli dice:
- Il loro capo dorme laggiù in mezzo, continua a camminare.
Improvvisamente vede il capo degli elefanti che dorme in mezzo a tutti. L'amuleto gli dice:
- Taglia la coda.
Tagliò la coda e se ne andò. Quando aveva tagliato la coda, il capo dormiva. Nessuno si era accorto che gli avevano fatto qualcosa. L'amuleto dice.
- Vedi l'albero sotto il quale si riuniscono per discutere, l'albero che si trova laggiù, sali sopra!
Allora salì. Verso l'alba, quando la luce cominciava ad apparire, il capo prende la sua coda per annunciare la sveglia. Ma la coda non fa che kpokpokporokpo...
- Amici miei, alzatevi, hanno tagliato la mia coda, hanno tagliato la mia coda! Tutti si svegliano. Constatano che hanno tagliato la coda del loro capo. Era come se l'avessero ucciso, come se tutti fossero in lutto. Si alzano tutti insieme e dicono:
- Colui che ha tagliato la coda si trova forse laggiù sull'albero sotto il quale ci riuniamo per le nostre discussioni. Oggi, ve lo giuro, quell'albero deve cadere, e oggi stesso.
Furono subito inviati alcuni al villaggi. Alcuni si sono trasformati in fanciulle, altri in giovani. Sono tutti partiti ad acquistare vino di palma. Portano la bevanda e depongono i recipienti vicino all'albero. Poi la versano in grosse giare poste sotto l'albero. L'uomo era là in alto col suo amuleto. Dopo un po' l'amuleto gli dice:
- Urina nel loro vino di palma, ti dico di urinare nel loro vino di palma, urina nel vino di palma che vedi là sotto. Hai forse paura? Attento che ti faccio scoprire!
Allora l'uomo si mise ad urinare: kyoro kyoro kyoro... urinò nel vino di palma. Qualcuno gridò:
- Ah! Eccolo lassù!
Altri dicevano:
- Ma no, non è vero, sono degli insetti.
Non parlano più della faccenda. Non si occupano più dell'urina. Danzano, danzano, a lungo, a lungo. Danzano e bevono il vino di palma. Qualcuno dice ancora:
- Bisogna cercare chi ha urinato nel nostro vino di palma. Eccoli a discutere:
- Ma non è urina! Continuano a bere. Ad un certo punto l'amuleto dice:
- Mettiti a defecare nel vino di palma, ti dico di defecare nei recipienti del vino di palma, su coraggio. Allora: pata... pata... pata... defecò nel vino di palma. Gridarono.
- Ecco, quando urinava, cosa dicevate?
- Ma non sono mica escrementi la roba che cade!
Vanno a cercare delle scuri e si mettono ad abbattere l'albero: kpo kpo kpo... Nel momento in cui l'albero sta per toccare il suolo... hop! si raddrizza. Si colpisce di nuovo. Quando si piega per cadere eccolo che si rialza. Alla terza volta, mentre l'albero si piega verso il suolo, l'amuleto prende l'uomo e vola via, assieme a lui, fino alla casa della vecchia. La vecchia gli dice:
- Hai visto? Se avessi discusso un po' troppo, era laggiù che saresti morto. Rispose:
- Eh! nonna, è vero. Nonna, ora ti chiedo il permesso di partire. Ecco che il sesto giorno è arrivato. Devo tornare. Può darsi che, quando arriverò, mi facciano delle storie, mi rimproverino perché in ritardo.
L'uomo prese la coda dell'animale, la coda dell'elefante, e se ne andò. Arrivato vicino al villaggio, mandò dire al capo villaggio:
- Annunciategli che sto per arrivare e porto il dono promesso. Poi si presentò e disse:
- Ecco la coda dell'elefante che sono andato a cercare, l'ho trovata, è vostra. La consegnò.
Tre giorni passarono. Tu stesso sai che gli elefanti, il sui capo era stato mutilato, si trasformeranno alcune in donne, altri in uomini per andare al villaggio. Eccoli dunque che si accordano là in foresta:
- Poiché le cose stanno così, andiamo. Alcuni non hanno che da trasformarsi in belle fanciulle e recarsi al villaggio, così scopriremo, comunque stiano le cose, fra i cacciatori del villaggio, colui che ha tagliato la coda al nostro capo.
Uno di loro si trasformò in una bellissima donna. Era la bellezza in persona. Eccola in cammino, va, va, va.... I bambini, come quelli del nostro villaggio, sono là al fiume, giocano e fanno il bagno. Ecco che improvvisamente spunta una donna: era giovane e molto elegante. Indossava un meraviglioso vestito, ed era bellissima. I bambini la notano e dicono:
- Ma questa donna da dove viene, da dove arriva? La donna si avvicina e passa dall'altra sponda del fiume, poi si ferma e domanda:
- Fra di voi che siete qui, chi conosce coloro che cacciano gli animali? Chi fra i vostri fratelli va a caccia? Chi fra i vostri papà uccide gli animali? Allora rispondono. Uno dice:
- Eh! Papà non uccide gli animali.
Un altro dice:
- Mio fratello non va mai a caccia.
C'era là in mezzo un bambino coperto di piaghe. Dice:
- Eh! l'altro ieri mio papà aveva tagliato la coda di un elefante. Aveva appena terminato di dire: "Mio papà aveva tagliato la coda dell'elefante", che la donna lo prese in braccio. Lo lavò ben bene, poi lo depose, ben pulito, sul suo dorso.
- Dove si trova la tua casa?
Il bambino le indicò la strada. I suoi familiari erano partiti ai campi. Arrivano. Ecco una forestiera là seduta, come una grande dama. Porta il bambino malato sul dorso.
- Ma come hai avuto una mamma, dove l'hai trovata?
Risponde:
- Eravamo laggiù al fiume. Si è avvicinata ed è stata molto gentile con me. Mi ha lavato e mi ha deposto sul suo dorso.
Gli rispondono:
- Bene! La donna era là seduta in casa. Dice:
- Amo il cacciatore che abita in questa casa, è per causa sua che sono venuta. Ho sentito parlare molto di lui, e lo amo veramente.
Le rispondono:
- Va bene, si chiama Kwame, verrà.
Al suo ritorno dai campi gli dicono:
- E' arrivata una bellissima fanciulla. Ha detto che ti ama, ti ama molto.
Risponde:
- Davvero?
Quando era per strada il suo amuleto l'aveva messo in guardia. Gli aveva detto:
- Troverai una fanciulla, dirà che ti ama, fa ben attenzione. Non andare con lei. Io sono qui nella tua tasca, ti avverto. Siamo quasi arrivati a casa, adesso, attento. Te lo ripeto. Tu mi hai sempre tenuto con te e io continuo a proteggerti. Fa bene attenzione. Fra tutti gli elefanti, del cui capo hai tagliato la coda, ce n'è uno che si è trasformato in donna.
Aveva risposto.
- Ah! Adesso cominci ad annoiarmi. Sto trovando una moglie e tu mi dici questo e quello. Quello che tu dici non mi riguarda. Mi ammonisci: non fare questo, non fare quest'altro. Mi stai lanciando degli insulti. Ho già avuto la mia coda e quello che dici non mi riguarda più!
- Eh! è questo che dici?
- Basta, non voglio più ascoltarti.
La sua famiglia gli diede la fanciulla in sposa. Entrarono subito nella camera e si coricarono insieme. Allora l'amuleto... kporo... kporo... kporo... fu completamente rovinato. L'indomani la fanciulla disse: - Accompagnami, ora devo ritornare.
L'amuleto non dice nulla. Mette la mano in tasca. lo rimuove: nulla! La donna dice di nuovo:
- Vieni, accompagnami.
L'altro rispose:
- Aspetta che vado a cercare delle cartucce, così quando arriverò laggiù in foresta, ucciderò una scimmia e te la darò da portare a casa.
- Ah, no, no! Non mi piacciono le faccende di fucili.
- Come! Non vuoi sentire parlare di fucili? Vado a cercarlo per uccidere qualche scimmia per te, così la porterai con te. Sei venuta da me e non ho potuto avere della carne da offrirti.
- No, ti dico non mi piace la carne di scimmia, e tu non hai bisogno di fucile.
- Va bene, ma aspetta!
- Cosa c'è ancora?
- Vado a cercare il mio macete.
- No, non mi piacciono i maceti.
Eccoli che se ne vanno. Dopo aver camminato un po' ecco che il foulard della donna cade.
- Eh! non è il tuo foulard che è caduto?
- Sì, quando venivo, è qui che l'ho preso.
Un po' più lontano è la sua gonna che si slaccia e cade.
- Eh! guarda la tua gonna!
- Quando venivo è qui che l'ho presa, non ti preoccupare, vieni, andiamo, accompagnami.
Poi fu la volta della sua camicetta. La gettò in un angolo.
- Eh! Non vuoi più la tua camicetta, la butti?
- Se la butto, non ti riguarda. Non è mia, quando venivo è là che l'ho trovata.
Continuano la loro strada. Camminando, poco alla volta, cade tutta la sua biancheria, anche la più intima. Dopo qualche istante... eccola trasformata in elefante: era là su un rialzo di laterite. I due sono là, uno davanti all'altro. L'elefante dice:
- Sei tu l'uomo che ha ucciso il nostro capo. Ora qui non c'è nessuno, tutti sono lontani. Sono qui solo con te, siamo qui soli. Non c'è nessuno, né in cielo né in terra, che possa aiutarti. Oggi per te è finita, oggi ti ucciderò, oggi stesso, perché sei andato a tagliare la coda del nostro capo.
- Ah! E' così! E' un elefante che mi ha ingannato e mi ha spinto a venire qui in foresta.
- Se non lo sai, vedrai! Vedrai che la saliva degli elefanti brucia come la polvere dei fagioli selvatici. Lanciò allora uno spruzzo di saliva su di lui. Poi andò come di qui al torrente laggiù. Tornò e lanciò un nuovo spruzzo di saliva. Durante questo tempo Antilope regale, che un giorno aveva salvato da Pantera, era là nascosto col suo fucile. L'elefante dice allora:
- Ascolta! Vado e ritorno per due volte. Alla terza sappi che per te è finita.
Gli lanciò ancora una volta un getto di saliva. Corse al ruscello e di nuovo ritornò. Era quasi arrivato vicino all'uomo. Nel momento in cui stava per raggiungere la sua vittima, Antilope regale uscì e disse: - Fratello prendi, fratello prendi, fratello prendi il fucile.
Allora Cacciatore, con un gesto rapido, agguantò il fucile. L'elefante arrivava. Si dirigeva su di lui. Veniva per ucciderlo. D'un tratto imbracciò il fucile e, mentre l'elefante stava per lanciarsi su di lui... pum! Lo uccise. Antilope regale uscì: kere kere kere... Gli disse:
- Fratello, un giorno quando Pantera voleva catturarmi, se tu non mi avessi protetto, per me sarebbe stata finita. Oggi è il contrario. Se io non fossi stato qui, eri tu che eri morto.
Ecco la ragione per cui nella vita, se fai del bene, sarai ricompensato.

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