Prestate tutti attenzione. Mi chiamo Kwaku Kra Benoît. Sono
il sorvegliante della chiesa di Tanokoffikro.
La vicenda che sto per narrarvi è una vecchia storia dei
tempi antichi: è questo che sto per raccontarvi. Non è
un racconto come quelli che stiamo narrando. Non è la stessa
cosa. Colui che sa scrivere prenda il quaderno e scriva. E' una
vicenda dei vecchi tempi che sto per raccontare. E' una storia
vera dei tempi antichi che racconterò.
Si dice: "il bambino che sa lavarsi la mano si sederà
a mensa con gli anziani". Tu che sei seduto vicino agli anziani
sentirai le vicende degli anziani.
Dunque racconterò questa storia perché il Padre
è venuto qui nel villaggio e tutti siamo qui riuniti. La
narrerò perché tutti la trattengano nella loro memoria
e se la ricordino: bambini e vecchi.
Nei tempi antichi un uomo mise al mondo un figlio. Era un bimbo
maschio. Appena nato il bimbo chiese:
"Qual è il senso della vita e del mondo?"
Gli si rispose che il senso della vita e del mondo non è
che menzogna.
"Ma questo non è il vero senso. Finché non
vedrò io stesso con i miei occhi non saprò la verità
su questo problema."
"Ah, piccolo mio, veramente?"
"Si, sicuramente!"
"Bene, un giorno comprenderai il vero senso della vita e
del mondo".
In quel tempo per spostarsi si utilizzavano i cavalli, perché
non esistevano biciclette, non esistevano motorini. Il padre del
bimbo aveva un cavallo. Prese il cavallo e lo consegnò
a suo figlio, perché questi aveva detto che voleva andare
alla scoperta del senso della vita e del mondo.
"Ecco la strada, prendila! Ma il cammino è lungo e
ti porterà lontano."
"Bene, ho capito", rispose il figlio. Prese il cavallo
ed eccolo per strada.
Ecco la prima cosa che vide. Arrivò in un campo di granoturco:
una parte del granturco era piccola, una parte era matura, una
parte aveva steli secchi. Ecco che in un unico campo una parte
del granturco era di piccola dimensione, una parte portava frutti
maturi sui fianchi, un'altra parte era secca.
"Che significato ha tutto questo?" si chiedeva il bambino.
Osservò con attenzione e continuò il suo cammino.
Camminò a lungo, molto a lungo.
Ad un certo momento gli sembrò di sentire un rumore di
rami spezzati, di alberi divelti, che veniva verso di lui.
"Ma che sarà mai?"
Ecco sbucare un elefante proprio là davanti a lui: gli
veniva incontro correndo.
Ascoltate bene eh!...
Ma cos'è questo grande rumore?
Era un elefante con una freccia in corpo che fuggiva.
L'elefante disse:
"Questo dolore non lo posso sopportare, è per questo
che fuggo da qui. me ne vado in Ghana.
Eccolo partito.
"Ma cos'è questa cosa misteriosa che ancora una volta
ho visto? Continuo il mio cammino. Avanti"!
Dopo aver camminato per un po' ecco gli apparve un cerbiatto reale.
Il suo corpo era interamente trafitto da frecce. Il cerbiatto
gli disse:
"E' qui che abito, questo è il villaggio di mio padre,
è qui che soffro".
Il bambino lo guardò con attenzione, poi proseguì
il suo cammino. Arrivò in un grande campo. Alcuni contadini
stavano lavorando. Vide un neonato deposto in cima al campo. Si
avvicinò, salutò i contadini che lo fecero sedere
vicino al neonato.
I contadini smisero di lavorare, si avvicinarono al neonato e
lo tamburellarono con piccoli colpi. Il neonato si svegliò:
i suoi capelli erano bianchi: era il più vecchio di tutti.
"Eh! Ecco ancora un mistero!"
Il neonato chiese al nuovo venuto la ragione del suo viaggio.
Rispose:
"Mio padre m'ha messo al mondo. Io gli ho detto: non conosco
il significato della vita e del mondo. Dunque me ne vado alla
sua ricerca. Sono giunto qui per conoscere il significato della
vita e del mondo."
"Eh! Veramente! Bene! Se è per questo che sei venuto,
va' laggiù. Vedi la buca che c'è laggiù,
va' e guarda dentro... Il senso della vita e del mondo si trova
in fondo alla buca."
Rispose:
"Ho capito!"
"Guarda dentro la buca, lungamente, attentamente e bene!"
Guardò dunque a lungo, a lungo, molto a lungo...
Gli domandarono:
"Che cosa hai visto là dentro?"
Rispose:
"Non ho visto nulla."
Gli dissero:
"Guarda bene di nuovo"
Egli guardò bene di nuovo.
Egli guardò, guardò, guardò...
Gli chiesero:
"Hai visto il fondo della buca?"
Rispose:
"Non ho visto il fondo"
"Ritorna a casa. E' in fondo a quella buca che si trova il
significato della vita e del mondo che tu desideri conoscere.
E' la buca che ti abbiamo fatto vedere. Puoi forse vederne il
fondo?"
Rispose:
"Non potrò mai vederne il fondo".
"Va dunque, ritorna a casa e racconta a tuo padre tutto quello
che hai visto per strada."
Il bambino ritornò sui propri passi. Partì. Arrivò.
Raccontò a suo padre...
"Eh, papà, sapessi che cosa ho visto..."
"Non dir nulla, rispose suo padre, Tutto ciò che hai
visto per strada, io da qui, l'ho pure visto. Dunque nel tuo viaggio
non è forse un campo di granturco la prima cosa che hai
visto?"
"E' vero" rispose.
"Hai capito il senso di ciò che hai visto?"
"No, non ho capito."
"Fa bene attenzione; ti spiego il senso di ogni cosa, una
ad una. Dunque il granoturco che tu hai visto all'inizio aveva
un a parte degli steli piccoli, una parte con i frutti, una parte
con steli secchi. Se non lo sai, il granturco piccolo rappresenta
i bambini piccoli che sono nel mondo. Il granturco che aveva prodotto
parecchie pannocchie sono le ragazze e i ragazzi maturi che mettono
al mondo dei figli. Quello secco rappresenta i vecchi che sono
nel mondo. Ecco la prima parte del significato. I bambini non
finiranno mai nel mondo, i vecchi non finiranno mai nel mondo.
Ecco tutto il significato della prima visione.
L'elefante che hai visto fuggire e che diceva: non posso sopportare
questa sofferenza, per questo me ne vado e non ritornerò
mai più qui, è l'uomo che non può restare
nella casa di suo padre, l'uomo che è apprezzato nella
sua famiglia, ma non è all'altezza dei suoi compiti, è
incapace di affrontare una seria difficoltà. Ecco che se
ne va e fugge. Quest'uomo è l'elefante che hai incontrato.
Mentre l'uomo che è capace di sopportare la sofferenza
resta in casa. Quest'uomo è il cerbiatto che reale: è
capace di soffrire. E' stato trafitto da frecce avvelenate, ma
ti ha detto: è qui che vico, nel villaggio di mio padre
e non me ne vado altrove. Il cerbiatto reale rappresenta quest'uomo.
E la buca che sei andato a vedere e che il più vecchio
di tutti ti ha indicato perché potessi scrutarne il fondo?
In questa buca hai guardato lungamente, lungamente... ne hai visto
il fondo?
"Non ho visto il fondo" rispose.
"Hai visto il fondo della buca?" chiese di nuovo il
padre.
"No, rispose il figlio, non ho visto il fondo."
"Se tu non sapevi che il senso della vita e del mondo era
questo, adesso lo sai. Nessuno può conoscere il senso completo
della vita e del mondo, e questo fino alla fine del mondo. Ecco
il significato della buca che sei andato a vedere.
Poiché il padre aveva parlato in questo modo, il ragazzo
credette alla sua parola, e credette anche in Dio, perché
si dice che il senso della vita e del mondo si trova sul cammino
di Dio.
Ecco dunque la visione che ho avuto questa sera.