Una fame da Pitone

C'era una volta un Re, un Re come quelli dei tempi antichi che aveva tutti i poteri. Questo Re aveva fatto una cosa che non doveva fare. Aveva preso Pitone e si era messo ad allevarlo. Nessuno poteva rivolgere la parola a questo Re. Se andavi per parlargli ti tagliava la testa.
Aveva dunque preso Pitone per allevarlo. Pitone cominciare ad ingrossare, cominciava a catturare i polli, ma nessuno poteva dire qualcosa. Pitone diventava sempre più grosso. Aveva due anni. Ora erano le pecore e le capre che catturava. Il Re continuava ad allevarlo. Pitone ingrossava sempre di più.
All'età di circa 4 anni cominciò a catturare i bambini. Se andavi nei campi e lasciavi il tuo bambino a casa, al tuo ritorno, Pitone l'aveva divorato. Ecco che i bambini che si trovavano nel villaggio erano quasi stati divorati tutti da Pitone.
- Eh! Bisogna andare a trovare il Re per raccontargli ciò che sta capitando, per dire che Pitone ha divorato quasi tutti i ragazzi e le ragazze del villaggio.
Un giorno tutti si riunirono. Dissero:
- Amici, il Re sta distruggendo il nostro villaggio: Bisogna dunque che noi tutti abbandoniamo questo villaggio.
Con loro c'erano anche due cacciatori. Questi due cacciatori abitavano nel villaggio. Quando andavano a caccia uccidevano sempre molta selvaggina.
Nel momento in cui tutti fuggivano dal villaggio, ecco che una donna aveva dato alla luce un bambino. Era proprio il mattino di quel giorno che il bambino era nato.
Esiste una grande giara chiamata songbo.
Quando andarono via lasciarono il bambino deposto nella giara. Anche sua madre era andata via e l'aveva abbandonato. Il coltello che era servito per tagliare il funicello ombelicale dell'infante, lo si era deposto accanto alla giara.
Gli abitanti del villaggio erano fuggiti al mattino. Quando fu mezzogiorno, e mezzogiorno in punto, Pitone uscì e cominciò a passeggiare nel villaggio. Ecco che si mise a cantare:

HO FINITO DI MANGIARE
MA NON HO AVUTO SANGUE DA VERSARE (tre volte - narratore)

MIA MAMMA MI HA MESSO AL MONDO
MI HA ABBANDONATO IN UNA GIARA
E SE NE E' ANDATA (tre volte - folla)

Pitone disse:
- Non c'è nessuno al villaggio per rispondere al mio canto? Eh! Voglio ben vedere!
Intonò di nuovo la sua canzone. Mentre passeggiava udì un canto che veniva da lontano. Si mise alla ricerca del luogo dove proveniva il canto. Giunto là dove si trovava l'infante, intonò di nuovo la sua canzone:
CANTO
Ora Pitone ha visto la giara dove era deposto il neonato. Questo bimbo era Dio che l'aveva inviato. Pitone andò a posarsi vicino alla giara. Il coltello che era servito per tagliare il funicello ombelicale era il neonato che lo teneva nella sua mano. Nell'istante preciso in cui Pitone stava per afferrare il bambino, costui prese il coltello e lo infisse nelle fauci di Pitone: ecco: prrrrr....tengherennnnnn...Pitone è morto.
Gli uomini che aveva divorato, le pecore che aveva mangiato, tutti uscirono.
Ora coloro che erano fuggiti in foresta udirono un grande rumore laggiù al villaggio. Erano le pecore che belavano, le galline che starnazzavano. Tutti gridavano: le capre stavano belando, gli uomini vociferando.
- Eh! Bisogna andare a vedere ciò che capita laggiù nel villaggio!
Nessuno voleva muoversi. I cacciatori dissero:
- E' proprio necessario che si vada a vedere quello che è successo laggiù.
I cacciatori partirono. Giunti vicino al villaggio ecco gli uomini: tutti coloro che Pitone aveva divorato, erano tutti usciti. Le galline erano tutte uscite. Le capre, erano tutte uscite. Le pecore, erano tutte uscite.
Cos'è successo?, domandarono i cacciatori.
Risposero:
- Eh! Il Neonato ha ucciso Pitone, è per questo che siamo tutti liberi.
- Bene, andiamo dal Re.
Ecco la ragione per cui oggi il Re non alleva più pitoni. Ecco anche la ragione per cui si trova oggi a fianco del sovrano n buon portavoce. Quando c'è una questione da trattare o un affare da giudicare, se il Re dice: "Questa questione deve essere risolta così", e al contrario il suo portavoce afferma: "No, bisogna agire così", ecco che il Re ascolta il suo portavoce e lascia cadere l'affare.
Ecco il mio racconto.

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