Ecco la mia storia.
Un tempo noi eravamo là nel mondo. Vivevamo nella pace.
Un giorno scoppiò una guerra, una grande guerra. Caro mio!
Furono uccisi tutti gli abitanti del villaggio. Soltanto tre vecchie
riuscirono a nascondersi. Non erano riuscite a trovarle e ad ucciderle.
Esse rimasero dunque in vita. Vissero a lungo, a lungo, sole.
Nel villaggio gli uomini non esistevano più. Ma ecco che
una di loro ebbe le mestruazioni, l'altra si trovò incinta
e la terza mise al mondo un bambino.
Subito, appena nato, il bambino domandò:
- Mamma, tu che mi hai dato la vita, dove sono gli abitanti del
villaggio?
- E' questo che desideri sapere?, rispose la madre, ebbene è
scoppiata la guerra e ha ucciso tutti. Noi ci siamo nascoste,
così non ci hanno trovate e ti abbiamo messo al mondo.
Il bambino rispose:
- Ma qual è il villaggio da cui i soldati sono partiti
per venire e distruggere tutta la nostra gente?
- Non posso dirtelo, rispose la madre.
- Anche se non puoi dirmelo, bisogna che lo sappia, disse il figlio.
Il bambino si alzò ed andò ad affilare la sua sciabola.
La sua sciabola si chiamava koriba. L'affilò a lungo, a
lungo. Continuò ad affilarla per sette giorni, poi la depose
là in un angolo. Una formica vi camminò sopra: fu
tagliata in due d'un colpo netto.
Il bambino si recò da sua madre:
- Mamma, ecco che la mia sciabola è diventata affilata
e tagliente. Ora dimmi da quale villaggio sono venuti per fare
la guerra qui.
La madre rispose:
- C'è un villaggio lontano, lontano. Il suo re si chiama
Borokoteananzi, è questo Re che è venuto a fare
la guerra qui. E' lui che ha distrutto il nostro villaggio.
Il bambino rispose:
- Bene, andrò a combatterlo. Andrò a combattere
Borokoteananzi là dove vie.
- Ahi! A causa tua ritornerà e ucciderà di nuovo
tutti.
- Non temere, sta tranquilla, parto. Se nel mio viaggio non riesco
a raccogliere molti uomini e condurli qui per ripopolare il villaggio
che sono venuti a distruggere, allora, al mio ritorno, tagliatemi
la testa e buttatela a terra.
Le donne risposero:
- Abbiamo capito.
Era come se la testa del bambino fosse già stata tagliata.
- Vedrete, disse il bambino.
Caro mio! Il bambino prese la sua sciabola e si mise in cammino.
Camminò a lungo, a lungo. Arrivò laggiù sulle
colline di Bondoukou. Aveva percorso 400... 800 km, e continuava
a camminare. Quando attraversava un villaggio, intonava una canzone.
Ascoltate bene questa canzone, cantatela con me. La storia che
sto raccontando è una storia dei tempi antichi. Mi chiamo
Kwaku Kra. So io stesso che vi sto narrando questa storia.
Arrivato, per esempio, a Koun Abronso, intonava la canzone:
TRE VECCHIE MI HANNO MESSO AL MONDO
TRE VECCHIE MI HANNO MESSO AL MONDO
DAMMI DELL'ACQUA DA BERE
DAMMI DEL CIBO DA MANGIARE
IO KWAKU AMANVI
NON HO VERGOGNA DI NESSUNO
NON HO PAURA DI NESSUNO
KPIM KPIM KUN
KWE KWE KUNO
DICO: EH ADJA
DICO: GHEDEGHE ADJE
PASSO DI QUI
VADO AD UCCIDERE BOROKOTEANANZI
Caro mio! Ecco che continua la sua strada. Cammina, cammina. In
tutti i villaggi dove passa intona la sua canzone.
Eh! Ovunque la gente trema. Tutti coloro che avevano avuto i loro
cari uccisi, tutti spegnevano i fuochi.
- Ma chi è colui che va in giro proclamando il nome di
Borokoteananzi? Chi è questo giovane che viene sulle nostre
strade pronunciando il nome del Re che ha distrutto tutti i nostri
villaggi?
Caro mio! Tutti fuggono, fuggono lontano, in foresta.
Uno gli dice:
- Se riesci ad andare laggiù ed ucciderlo, al tuo ritorno
ti darò metà dei miei campi e metà del mio
villaggio.
Arriva in un villaggio. Intona la sua canzone. Gli dicono:
- Il Re ti manda a dire: tu piccolo come sei, come osi andare
in giro da solo così, pronunciando questo nome? Non sai
che l'uomo di cui proclami il nome in giro per le strade, ha attraversato
tutta questa regione? E tu vai in giro proclamando così
il suo nome? Ascolta! Se arrivi da lui e lo uccidi, ti darò
metà del mio villaggio con tutto quello che vi si trova.
- Bene, d'accordo!
Lascia il villaggio e arriva in una campo. Un contadino stava
piantando delle frasche nel terreno per legarvi gli steli degli
ignami. il contadino gli disse:
- Aspetta che devo dirti qualcosa. Il tuo modo di vantarti, mio
caro, è fuori posto. Se, come dici tu, arrivi da Borokoteananzi
e lo uccidi, al tuo ritorno taglierai il mio piede e lo sotterrerai
là dove inizia il campo.
- D'accordo, rispose il ragazzo.
Caro mio! Il ragazzo continua la sua strada. Il villaggio in cui
sta per arrivare è l'ultimo prima di raggiungere quello
di Borokoteananzi. Prima di entrare nel villaggio intona la canzone
che vi ho cantato e che avete udito. Arrivato nel villaggio il
Re gli dice:
- Come, tu piccolo come sei, osi pronunciare il nome di Borokoteananzi?
Ebbene, se vai laggiù, e se riesci ad uccidere quell'uomo,
al tuo ritorno, tutto questo mio villaggio sarà tuo. Ed
inoltre mi aggiungo anch'io. Tu ci condurrai tutti con te e saremo
tuoi sudditi.
Caro mio! Eccolo nel villaggio di Borokoteananzi. Ha di nuovo
ripreso la canzone. Dopo aver udito quel canto, tutti sono usciti.
Tutti escono a vedere. Sussurrano:
Chi è colui che nomina il nome del nostro Re?
Un bambino coperto di piaghe si mette a gridare:
- E' proprio vero, stano parlando del nostro Re!
- Ah! Ne sai tu di cose! Via di qui!
Lo afferrano, gli gettono dell'acqua addosso, e gli riempiono
le piaghe di pepe.
Qualcuno, arrivando di corsa, dice:
- Maestà, stanno pronunciando il tuo nome, laggiù
sulla strada.
Viene preso e hop! Gli mozzano la testa.
Un altro ancora arriva e dice:
- E' vero, stanno veramente proclamando il tuo nome!
- Come!, risponde il Re.
Anche la sua testa è a terra.
Si sussurra:
- E' vero. è vero, sta proprio arrivando.
La gente si alza e resta in ascolto: ascoltano, ascoltano...Ora
il nome del Re si sente in modo distinto. Il ragazzo canta e avanza
proclamando il nome del sovrano.
Eh, caro mio! Le cose si stanno mettendo male. Il ragazzo è
arrivato e si è fermato. I consiglieri del Re si alzano
e si recano dal loro sovrano:
- Maestà, non bisogna più uccidere nessuno. Ciò
che si dice è vero. Quell'uomo sta veramente arrivando.
- Bene, risponde il re, se le cose stanno così, andate
e sbarrategli la strada.
Gli uomini del Re sono là sulla strada. Il ragazzo è
là davanti a loro. Nel momento preciso in cui il ragazzo
ha smesso di cantare... eh, caro mio! Gli uomini del Re non hanno
che da difendersi. Il ragazzo prende la sua sciabola e la fa roteare:
le teste cadono. Mille persone giacciono a terra. Le ha uccise
tutte. Cammina in mezzo a loro, incontra gli uomini del Re e li
fa a pezzi.
La strage dura a lungo. Arriva là davanti al sovrano. Il
Re è là assiso sul trono. Con un sol colpo gli mozza
la testa, così: chio! La prende in mano e se ne va.
Sulla strada di ritorno, il primo villaggio che incontra, è
quello del Re che aveva detto: "se vai e torni ti darò
tutti i miei sudditi con me in aggiunta".
Arrivato sulla piazza dice al Re:
- Guarda, ecco la testa di Borokoteananzi.
- Bene, risponde il Re, ho capito. Ecco la lettiga regale. Prendila,
ormai è tua. I miei uomini ti porteranno. Con la folla
ci sarò anchi'io. Verremo tutti con te.
Caro mio! Il ragazzo entra nella lettiga e viene portato a spalla:
lui davanti, dietro la folla. Sono talmente numerosi che una nuvola
di polvere si leva sulla strada.
Arrivano nell'altro villaggio. Il Re esclama:
- Eh... sei qui!
- Niente eh! Sono venuto a prendere ciò che mi aspetta.
Dammi i miei uomini perché devo tornare a casa.
Gli vengono consegnati i suoi uomini. Insieme partono.
Arriva dall'uomo che lavorava nei campi. Eccolo là davanti
al contadino:
- Avvicinati!
Il contadino è là. Gli mozza il piede. chio!, e
va a piantarlo in cima al campo.
Continua la sua strada. Arriva in un altro villaggio. Il re gli
dice:
- Eh, sei venuto?
- Non dire "sei venuto", risponde, sono i miei uomini
che voglio.
Il Re divide il suo villaggio e gliene dò metà.
Cammina a lungo, a lungo. Arriva nel suo villaggio. Ritrova sua
madre, le tre vecchie donne. Le saluta e dice loro:
- Mamma, sono partito e sono tornato. Il villaggio di cui voi
mi avete raccontato la distruzione, vi assicuro che non sarà
più distrutto. Io stesso sono andato alla ricerca della
gente di cui il nostro villaggio ha bisogno. Oggi sono ritornato.
Se un tempo questo villaggio era piccolo, a partire da oggi, sarà
molto più grande di una volta.
E' a causa di questo bambino che ha preso tutte quelle persone
per condurle a casa che il villaggio è diventato grande.
E' stato proprio lui che è andato ad uccidere Borokoteananzi
e che ha raccolto quel gran numero di persone per condurle nel
suo villaggio.
Ecco la fine del mio racconto.