Gli undici fratelli


Nel tempo in cui l'Eterno creò l'uomo, ne fece due: un uomo e una donna. Essi misero al mondo undici figli. Costoro non sapevano chi fosse il maggiore, e non c'era un capo nel mondo.
Ogni giorno, quando vanno ai campi e ritornano, ognuno, quando la moglie prepara il pasto, lo consuma da solo. Invece il minore, una volta che sua moglie gli ha preparato il pasto, depone il cibo su di una tavola, va ad attingere dell'acqua, e la pone accanto. Chiama in seguito i suoi fratelli che vengono così a mangiare con lui tutti i giorni.
In quel tempo là Dio parlava agli uomini. Un giorno si sono recati dal Signore Dio, e gli dissero:
- Nostro Signore, noi, undici fratelli, non sappiamo chi sia il nostro capo, ecco perché siamo venuti a porti la domanda.
Dio rispose:
- Andate, e domenica prossima vi indicherò il vostro capo.
Quando arrivò la domenica Dio produsse un gran fragore di tuono alle otto in punto. Poi una grande catena discese dal cielo accompagnata da una amaca e da ogni sorta di ricchezze. Un altro fragore di tuono, ed ecco delle zappe e dei maceti cadere a loro volta.
Al terzo fragore di tuono ecco che il più giovane degli undici fratelli si trovò nell'amaca portato dagli altri fratelli. Riconobbero allora: Dio ha indicato loro il capo!
Ecco perché la questione dell'eredità regale è di grande importanza: è Dio che ce l'ha trasmessa.
Da allora sono i parenti di colui che ha avuto la carica di capo, che gli succedono, e non tutti gli uomini. Anche se sei molto anziano, ma se non provieni da questa famiglia, non potrai ereditare della carica. Anche se è un giovane colui che riceve l'eredità di capo, è obbligatorio che tutti gli ubbidiscano.

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