I geni non tagliano i capelli

Sapete qual è la ragione per cui ogni lavoro è diventato veramente un lavoro? Conoscete a fondo questa faccenda?.
Un tempo esisteva una donna che aveva messo al mondo parecchi figli. Un giorno convocò i ragazzi, Erano diventati tutti grandi e bisognava metterli al lavoro. Quando furono tutti riuniti disse loro:
- Siete diventati grandi, è necessario che vi mettiate al lavoro. Scegliete il lavoro che più vi piace e comunicatemelo, affinché sappia ciò che farete.
Uno si alza e dice:
- Io voglio diventare apprendista meccanico.
Un altro si alza e dice:
- Io voglio andare a scuola.
Un altro ancora dice:
- Io sarò contadino.
Tutti i lavori che erano nel mondo, furono scelti. Restava un figlio. Costui disse:
- Io desidero tracciare strade.
Sua madre obbiettò:
- Fra tutti i lavori che esistono nel mondo, tu scegli quello di tracciare strade?
- Mamma, quanto a me voglio veramente tracciare strade.
- Se sono le strade che ti interessano, da parte mia, non ti considero più come figlio, puoi andare dove vuoi. - Poiché tu hai parlato in questo modo. anch'io sono d'accordo. Andrò là dove desidero andare.
Il giovane andò dunque a stabilirsi in foresta. Costruì una piccola fattoria e vi si installò. Aprì una strada di qui, un'altra di là.
Un giorno sua madre era nei campi. Era là intenta a pulire il suo campo, quando sopraggiunse un bambino che non conosceva. La sua capigliatura era talmente lunga che scendeva fin sulle spalle. La donna, vedendolo, gli domandò:
- Ma come, piccolo come sei, come mai hai lasciato crescere i capelli in quel modo? Tua mamma certo non ha forbici se ha lasciato crescere i tuoi capelli così senza mai tagliarteli!
- E' così che è la mia testa, rispose il bambino.
La donna disse allora:
- Se la tua testa è così, vieni, andiamo a casa, così ti raso prima che rientri a casa.
Il bambino replicò:
- Eh! Da quando mio padre e mia madre mi hanno messo al mondo, non mi hanno mai tagliato i capelli. Anche i miei familiari, tutti, hanno la testa così.
- Suvvia, niente storie, riprese la donna , credi che sia nata oggi? Da quando sono al mondo non ho mai visto una testa come la tua.
Prese dunque il bambino per mano e lo condusse a casa dove gli rasò completamente il capo. Poi gli disse:
- Bene, ora torna a casa. quando arriverai a casa tua madre vedrà bene se va meglio la testa che hai adesso, o quella che avevi prima.
Questo bambino era un genio della foresta. Quando arrivò a casa sua madre urlò:
- Ma cosa mi è mai capitato oggi? Dove sei andato per ridurre la tua testa in questo stato?
Rispose:
- Mamma, passeggiando ho incontrato una donna che mi ha preso e rasato la testa.
- Ah! E' così dunque? Bene, vieni, andiamo, e mi mostrerai questa donna che ti ha tagliato i capelli.
La madre prese il bambino e lo fece camminare davanti a sé. Arrivarono là dove si trovava la donna. Aveva lavorato a lungo, i suoi occhi erano arrossati dalla fatica.
I due nuovi arrivati augurano buon lavoro. La donna risponde al loro augurio.
- Signore, come mai hai tagliato i capelli di questo mio figlio?
La donna rispose:
- Poiché sei venuta qui te lo dirò. Non hai visto come i suoi capelli erano cresciuti? Gli cadevano sulla schiena! Tuo figlio è arrivato qui, mi ha incontrata, allora gli ho bagnato il capo e gli ho tagliato i capelli. Ed eccolo così.
- Come? Gli hai versato dell'acqua sul capo e poi lo hai rasato? Non sai che da quando siamo qui nel mondo le nostre teste non sono come le vostre? Le nostre capigliature non devono mai essere tagliate! Dunque, poiché hai rasato la sua testa, andrai a cercare i suoi capelli per rimetterglieli sul capo come prima, poi mi ridarai mio figlio e ce ne andremo.
- Ma come devo fare? I capelli tagliati li ho gettati. Non posso più rimetterli al posto di prima.
- Io non voglio sapere nulla, rispose la madre-genio. Ciò che desidero è che tu rimetta di nuovo i capelli sul capo di mio figlio: è questo che voglio. Avanti, andiamo a cercare i capelli.
Se ne vanno al villaggio. Là giunti la donna racconta l'accaduto.
Rispondono:
- Signora, tu lavori nei campi e i tuoi figli sono andati un po' di qui e un po' di là. Noi non abbiamo mai saputo che si possa prendere una testa a rimettervi sopra i capelli tagliati. Qui al villaggio non si possono rimettere i capelli sul capo del figlio. Va a cercare altrove il luogo dove si possono rimettere i capelli sulla sua testa.
La donna se ne riparte. Va a trovare uno dei suoi figli. Costui le dice:
- Mamma, per quanto mi riguarda, io so guidare le macchine, ma quanto a rimettere i capelli sul capo, veramente questo non lo so fare.
La donna riparte. Va a trovare un altro figlio. Costui le dice:
- Io studio. Se fosse una questione di libri che devi risolvere, allora ti aiuterei volentieri. Ma se si tratta di rimettere dei capelli su una testa, allora veramente non so farlo.
La donna ha incontrato tutti i suoi figli, ha spiegato il suo problema, ma nessuno ha potuto rimettere i capelli sul capo del bambino. La donna diceva fra sé:
- Che farò? Mi resta ancora un figlio, il figlio che ho scacciato. Questo figlio non è lontano. Bisogna che vada a vederlo. Una volta che l'avrò visto, se anche lui non potrà aiutarmi, allora, se morirò, non saranno i miei figli che mi hanno uccisa.
Eccola per strada. Eh, caro mio! E' proprio stanca. Arriva sulla strada che il figlio aveva tracciato. Era tutta segnalata con tronchetti d'albero. Giunge là dove si trova suo figlio e lo saluta. Il figlio alza lo sguardo ed ecco sua madre.
- Eh, mamma, sei qui, venite, venite a sedervi!
La donna-genio con il figlio era sempre al suo fianco. non la lasciava un istante. Il figlio chiese alla madre lo scopo della visita.
- Stavo togliendo l'erba dal mio campo, quando arriva il figlio di questa donna. I suoi capelli erano lunghissimi. Vedi, io non sapevo che non bisognava tagliarglieli. L'ho chiamato e gli ho tagliato i capelli. poi ecco che sua madre è venuta e mi ha detto: poiché hai tagliato i capelli, bisogna andare a cercarli e rimetterli sul capo. Da allora ho camminato, ho camminato...ma non sono ancora riuscita a farlo. E' per questo che sono venuta qui da te.
Il figlio rispose:
- E' a causa di questo che hai tanto camminato? Che sei andata dappertutto durante questo tempo? E' da molto, molto tempo che non ti vedo. E tu signora, chiese rivolgendosi alla donna-genio, tu che dici che hanno tagliato i capelli al figlio, cos'hai da aggiungere?
- Non ho gran cosa da dire, rispose la donna. Tua madre ha tagliato i capelli di mio figlio. Noi non glieli abbiamo mai tagliati. Poiché tua madre gli ha tagliato i capelli, ora deve rimetterglieli a posto.
- Bene, poiché hai parlato così, é giusto. Tu, tu sei venuta qui, sei arrivata qui con le tue gambe. Dunque poiché questo è il mio villaggio, è necessario che tu raccolga tutti i tuoi passi, Una volta che avrai terminato di raccoglierli, anch'io farò in modo che mia madre raccolga immediatamente i capelli per rimetterli sul capo di tuo figlio. Vedrai che questo non durerà a lungo.
Caro mio! La donna-genio si abbassa e comincia a raccogliere i passi davanti a lei, ma nello stesso tempo calpesta il suolo dietro a lei. Allora ritorna indietro. Ma ecco che se ne raccoglie qui, pesta di là, se raccoglie di là, pesta di qui. Il figlio della donna le dice:
- Eh! Vedo che il tuo lavoro dura a lungo. Fa in fretta perché possa rimettere i capelli sul capo di tuo figlio e possiate ritornare a casa.
Caro mio! La donna si abbassa, ma non riesce a fare il suo lavoro. Se raccoglie qui, pesta di là. Se raccoglie là, pesta di qui. Se raccoglie davanti pesta dietro.
- Eh, signora! Veramente non sai lavorare in fretta. Se non finisci in tempo mia madre non potrà più raccogliere i capelli di tuo figlio per rimetterli sul capo. Allora non avrai più nulla da chiedere a mia madre.
La donna capisce che deve fare in fretta. Lancia uno sguardo sulla strada: è lunga, molto, molto lunga. Intanto il giovane è sempre alle sue calcagna, la invita a fare in fretta dandole delle pacche sulla schiena. La donna raccoglie, il giovane la incita, la donna raccoglie, il giovane la incita...Eh! La donna non sa più cosa fare. Si alza di scatto...budum! Eccola fuggire!
- Mamma, ecco che la questione è risolta. Un giorno tu ci hai chiamati tutti e noi ci siamo riuniti. Ci hai domandato quale genere di lavoro volevamo fare e noi te l'abbiamo detto. Tu dicesti allora che il mio lavoro non ti piaceva e a causa di questo non dovevo più considerarmi tuo figlio. Allora sono venuto in foresta, ho disboscato questo luogo e mi sono stabilito qui. Oggi che una questione difficile ti angustiava, a chi ti sei rivolta?
- E' qui che sono venuta, rispose la madre.
- Un giorno tu mi hai abbandonato. Se fossi andato lontano, in un paese lontano, oggi che tu avevi bisogno di me, cosa ti sarebbe capitato, se non mi avessi trovato?
- Mi avrebbero uccisa.
- Bene, disse allora il figlio.
Ecco la ragione per cui se metti al mondo dei figli, anche se fanno lavori che a te non piacciono, devi sempre considerarli tuoi figli.
Questo il significato del racconto.

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