Il figlio di Dio e la strega

Yao, sono qui eh! Mi chiamo Kwabena Kra André. Sono io che racconto questa storia. Vi spiegherò la ragione per cui quando qualcuno agisce male, non lo si scaccia dal villaggio.
Un tempo il Signore Dio aveva deciso che quando qualcuno commetteva dei reati, oppure quando era accusato di stregoneria, bisognava scacciarlo e esiliarlo in foresta. Non doveva più vivere con gli altri, né in famiglia, né nel villaggio: era scacciato dal mondo degli uomini.
Ecco che un giorno una donna ebbe un problema in famiglia. Mio caro! Hanno dato torto alla donna. L'hanno presa e l'hanno condotta in una foresta nera, nera... perché aveva disobbedito agli anziani.
La donna dunque si installò laggiù. Le sue unghie sono cresciute... i suoi capelli sono cresciuti... La donna restò laggiù a lungo, a lungo, non si sa bene quanto tempo. Era là che viveva.
Quando andavano a trovarla per portarle un po' di cibo, era del riso che le si dava. Lo si deponeva là, ella ne preparava un po' e mangiava.
Ora il figlio del Signore Dio era cacciatore. Si chiamava: Tiedu Bofuo. Ogni giorno andava in foresta, cacciava selvaggina e la portava al Signore Dio. Tutti i giorni andava in foresta, camminava a lungo, a lungo, e ritornava con la selvaggina.
Un giorno partì in foresta.
Camminò a lungo, a lungo, a lungo, ma non incontrò nessun animale. Camminò a lungo a lungo, ma senza nulla trovare. Camminava, camminava... Era là in foresta: era come se gli animali fossero stati avvertiti che qualcuno stava ricercandoli. Diceva fra sì: "Veramente, questi animali non posso più vederli"! Camminava, camminava, ogni tanto cadeva, si rialzava, cadeva di nuovo, si rialzava, inciampava, si rialzava... Intanto il tempo passava, e lui camminava, camminava, a lungo, a lungo. Là dove era arrivato, cadde la notte. Il giorno si levò, ma di selvaggina non se ne vedeva. Era ormai il terzo giorno che era in foresta, e lui sempre alla ricerca di cacciagione.
La notte si avvicinava di nuovo, ma non riuscì a ritrovare il sentiero che conduceva al villaggio. Caro mio! Era là, si guardava attorno, vide un sentierino mezzo nascosto. Si incamminò su questo sentiero. Mentre camminava sentì come un odore di fumo, e il crepitio d'un fuoco. Si diresse in quella direzione.
Una volta arrivato... eh! Scorse laggiù una vecchia . Appena la vide ebbe un fremito, e si fermò! Mio caro! Anche se voleva continuare, non aveva più coraggio. La donna era là e l'osservava. Dopo un momento gli disse:
- Ebbene, vieni avanti, figlio mio, avvicinati.
Lasciò il suo posto e si avvicinò.
- Piccolo mio, da dove sbuchi?
Rispose:
- Sono venuto in foresta e mi sono perso.
Era dunque partito in foresta e si era perso. Chiedeva alloggio per la notte, l'indomani sarebbe ripartito. Aggiunse: da tre giorni non mangiava, e la pelle del ventre si incollava alle ossa, non aveva trovato niente da mangiare, niente da bere.
La vecchia rispose:
- Bene, poiché le cose stanno così, vieni dunque, siediti, quando il giorno si leverà, potrai ripartire.
Mio caro! La vecchia prese il suo riso, gliene restava ancora un poco, lo pulì, e disse:
- Amico mio, prendo un po' di riso e lo metto nella pentola. Quando sarà cotto, tu ne mangerai un po', e io ne mangerò un po', poi andremo a dormire.
Prese dunque il riso e lo versò nella pentola che depose sul fuoco.
Mio caro! Tiedu Bofuo era là, seduto accanto alla vecchia. Decise di alzarsi e di andare a sedersi un po' più lontano, perché aveva paura della vecchia donna. Si alzò dunque. Mentre camminava, inciampò e cadde proprio sul focolare. La pentola si rovesciò e tutto il riso si sparse a terra. Eh! Dove poteva fuggire? Caro mio! La vecchia era là. Lanciò il suo sguardo verso Tiedu Bofuo... e... pum! cadde a terra fulminato morto. Tiedu Bofuo era morto, era là disteso a terra.
Eh! Che fare? La vecchia era là, non sapeva cosa fare. Disse fra sì:
- Bene, non è niente di grave, fabbricherò una lettiga.
Andò dunque a tagliare dei rami di palma e intrecciò una specie di lettiga. Poi vi mise una stuoia e depose il corpo di Tiedu Bofuo avvolgendolo nella stuoia.
Guarda bene: Può la vecchia portare quel peso? Non sapeva come fare! Era là e si guardava attorno, guardava, guardava...Poi, piano, piano cercò di sollevare la lettiga fino sulla testa. Alla fine ci riuscì e la depose sul capo. Una volta che fu ben a posto, disse: "Bene, adesso me ne vado"!
Eccola in cammino: kpitikpara, kpitikpara, kpitikpara.
Attento bene, eh! Era una vecchia, che aveva difficoltà a camminare anche con un bastone... se ne andava, se ne andava, mio caro, camminava, camminava...
Le liane e le radici che trovava sul suo cammino... ebbene, le sue unghie sradicavano tutto. Dopo un certo tempo, dopo aver percorso un buon tratto di strada, si fermò e si mise a cantare:
SIGNORE DIO, SIGNORE DIO, TUO FIGLIO, TIEDU BOFUO,
E'ARRIVATO DA ME E MI HA CHIESTO DELL'ACQUA DA BERE,
E IO GLI HO DATO DELL'ACQUA DA BERE...
E LUI HA ROVESCIATO IL RISO CHE AVEVO PREPARATO
NZIGHI, NZIGHI, TIEDU E' MORTO,
IL FIGLIO DI DIO, TIEDU,
NZIGHI, NZIGHI, TIEDU E' MORTO
Mio caro! La vecchia continuava a camminare, avanzava, avanzava: kpakpara, kpakpara, kpakpara... andava, andava...
Arrivata laggiù sulla strada, si mise a intonare di nuovo la sua canzone. Mio caro, quelli che andavano ai campi, come di qui a laggiù sulla strada di Damé, sentivano la canzone! Se tornavano indietro e andavano a riferire: Signore Dio tuo figlio.... Ebbene, eri preso e hop! Ti si tagliava la testa. Mio caro, se qualcuno rientrava dai campi e annunciava quello che aveva sentito, era preso e lo si uccideva.
Eh! Che fare? Intanto la vecchia avanzava e si avvicinava. La gente era là e attendeva... La vecchia era molto vicino. Mio caro! Adesso erano in tanti ad aver capito il problema, ma nessuno osava parlarne apertamente. Si suggerì: bisogna chiamare Lepre, lui ha delle buone orecchie, e se parla gli si crederà.
Andarono a cercare Lepre per farlo venire. Partirono dunque. Lepre rispose che le sue orecchie erano lontane, e che bisognava raccoglierle. Ne raccolsero una: era lunga come di qui a Bondoukou. Poi si cantò la canzone. Mio caro! Lepre disse:
- Bene, questa orecchia ha sentito. Bisogna raccogliere anche l'altra.
Era laggiù verso Abengourou. Caro mio! Si cantò ancora il canto. Disse allora:
- Rimane ancora il mio feticcio, anche lui deve sentire la canzone.
Si intonò di nuovo la stessa canzone. Alla fine decise di parlare:
- Signori, volete che vi dica ciò che ho sentito?
Risposero:
- Sì!
- Bene, allora parlerò! Il figlio del Signore Dio, Tiedu Bofuo, il suo unico figlio, è partito in foresta. Viaggiando si è perduto. Là dove è arrivato... ha incontrato una vecchia... il riso della vecchia si trovava sul focolare. Quando Tiedu Bofuo ha voluto spostarsi, il suo piede è scivolato e ha rovesciato il riso. La vecchia l'ha fulminato col suo sguardo, e Tiedu Bofuo, il figlio di Dio, è morto. Ora (la vecchia) sta arrivando col suo cadavere.
La gente bisbigliava :
- Eh, un affare del genere non l'abbiamo mai sentito, signori, apprestate una stuoia e avvertite tutti quanti di tenersi pronti.
Tutti si riunirono. Si preparò una stuoia, e andarono incontro (alla vecchia). Presero Tiedu Bofuo, il figlio di Dio, e lo deposero nella stuoia. Una volta che fu a posto, il Signore Dio disse:
- A partire da oggi e per sempre, se qualcuno fa del male, non lo si scaccerà più, non lo si manderà più via dal villaggio.
Se vedi che qualcuno agisce male, e non lo si manda via, eccone la ragione.

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