Bighia nel villaggio di Morte

Dunque, ecco un racconto molto antico, signori! Mi chiamo Joseph Koffi Mouroufié di Kongodia.
Una volta dunque, in quei tempi, Morte aveva il suo villaggio. Nessuno andava laggiù. Se tu andavi laggiù, Morte ti uccideva.
Ecco che a quell'epoca viveva uno dei nostri re. Aveva dei figli. Uno dei suoi figli si chiamava Bighia. Non si poteva pronunciare il nome degli altri figli poiché il re li amava. Ma detestava Bighia. Lo detestava talmente che cercava, in tutti i modi, di ucciderlo.
Per essere sicuro di poterlo uccidere, andò a far visita ad un boia, cioè l'uomo che taglia la testa della gente. Gli ordinò di mettersi ad un incrocio, come da qui a laggiù, verso Broukro.
In seguito prese due cavalli e li diede a due dei suoi figli che egli amava, mentre a Bighia diede un Capro.
C'era là una vecchia. Bighia disse alla vecchia:
- Nonna, mia madre mi ha messo al mondo e tu mi hai allevato. Papà ha preso un cavallo e l'ha dato ai suoi figli, a me, ha dato Capro. Continuò: dobbiamo partire, chi cadrà a terra sarà ucciso, chi rimarrà indietro sarà ugualmente ucciso. Tu lo sai bene: può correre Capro, può correre come un cavallo?
Mio caro! Bene, non è grave. Se le cose stanno così, partiamo.
Amico mio! Sua nonna andò là dove si trovava Capro: Hin, hin! Si avvicinò e fece qualche cosa. In seguito disse:
- Partite!
Amico mio!, Eccoli: Capro e Cavallo, sono là: pra pra pra...Giunti davanti al boia, Capro fece un mezzo giro e ritornò sui propri passi, ed eccolo di ritorno. Il bambino che il padre amava di più, arrivò laggiù, era lui l'ultimo: kpo! Gli fu tagliata la testa.
Mio caro! Al loro ritorno il padre chiese:
- E mio figlio?
- Eh! Noi siamo arrivati laggiù, e l'uomo che si trovava là... ha ucciso tuo figlio
- Eh! Bighia, te l'ho detto: ti ucciderò, ti ucciderò, ti ucciderò. Bene, non è grave, ma ti assicuro, ti ucciderò, ti ucciderò. Bene, vieni, ti mando al villaggio di Morte.
Dovete sapere che una volta Morte aveva il suo villaggio. Se tu non andavi laggiù, non ti uccideva. E' la seconda volta che ripeto la stessa cosa.
Padre disse dunque:
- Ti mando al villaggio di Morte.
Rispose:
- Papà, ho capito.
Se ne andò in seguito a portare la notizia alla sua vecchia nonna: "Papà mi ha ordinato di andare nel villaggio di Morte.
- Ah! Tuo padre ti ha detto di andare al villaggio di Morte? Bene, non è molto grave! Parti! E cosa ti ha detto di fare? Prima di partire chiedigli che cosa gli devi portare.
Partì. Il padre gli diede queste consegne: quando sarai laggiù chiedi di darti il mortaio e il pestello d'oro per pestare il tabacco, e la sua tabacchiera. Me li porterai.
Il bambino rispose:
- Non è grave, ho capito.
Se ne andò a dare la notizia a sua nonna.
Sua nonna disse:
- Se le cose stanno così, farò in modo che tutto ciò non significhi assolutamente nulla per te.
Prese allora delle medicine e gliele diede. Queste medicine erano sette.
Amico mio! Disse a suo padre:
- Padre, sono pronto.
Rispose:
- Ti ricordo le commissioni che ti ho dato, non le dimenticare. Parti!
Amico mio! Cavalcò il suo Capro ed eccolo in viaggio. Amico mio! Capro era migliore di Cavallo: frè frè frè.. Eccolo partito, per lontano, lontano, lontano... Arrivò in un luogo sulla strada e si fermò: Non c'era più strada davanti a lui. Capro disse:
- E allora che cosa c'è?
Rispose:
- Eh, la strada finisce, dove andiamo?
- Guarda l'albero, la strada sale lassù.
- Sei in grado di arrampicarti sull'albero? Come faremo per salire lassù?
Disse
- Va bene, ci vado.
Mio caro! Ecco che Cavallo, si arrampicò sull'albero. Capro si era trasformato in Cavallo: pra pra pra... Appena arrivato in cima all'albero, eccolo giunto al villaggio di Morte.
Arrivato là salutò e si sedette. Morte ordinò:
- Portategli dell'acqua.
Gli si portò dell'acqua. Bevve. Ma non bevve l'acqua, poiché suo nonna gli aveva detto che se avesse bevuto l'acqua, sarebbe morto. Non doveva mai bere acqua laggiù. Gli fu offerta dell'acqua.
Rispose:
- Ho bevuto.
Morte disse allora:
- Chiedetegli la notizia.
Rispose:
- Padre mi ha chiesto di venire qui, di arrivare da te per salutarti.
- Come? Tutti sanno che io uccido gli uomini, e un uomo ti ha detto di venirmi a salutare? Ma che cosa vuole che gli faccia se non mandargli la morte! Bene, non è grave, ho capito. Voi giovani, cercate una stanza per ospitarlo.
Gli fu dato alloggio. Dove fu alloggiato? Gli fu data una camera come laggiù, verso la casa di Pascal.
Rispose:
- Non ci sono problemi!
La sera gli fu portato cibo e acqua. Ma, prima della sua partenza, sua nonna aveva messo nel ventre del cavallo il cibo, l'acqua per lavarsi, e tutto ciò di cui aveva bisogno.
Gli fu dunque portato il cibo e fu messo là a fianco. Raccolse questo cibo posto presso di lui e lo buttò. Andò dietro il suo cavallo, gli picchiò la groppa: Questa si aprì: ne uscì' acqua per lavarsi, acqua per bere e cibo per mangiare. Fu sazio. Picchiò di nuovo: la groppa si chiuse.
Una volta che si è dato alloggio a qualcuno si va forse a disturbarlo?
Legò il suo cavallo a fianco della sua porta. Era lì da poco ed ecco che incominciò a farsi buio. Morte si alzò e si preparò per andare ad uccidere il bambino.
Arrivò nelle vicinanze. Cavallo lo chiamò:
- Eh eh eh!
- Si, rispose, che cosa c'è?
- Morte sta arrivando, alzati e siediti.
Si alzò e si sedette.
Morte gli chiese:
- Come! Non dormi ancora?
Rispose
- Se fossimo stati a casa, mio padre mi avrebbe dato la sua tabacchiera il mortaio ed il pestello d'oro per pestare il tabacco, prima di addormentarmi.
Morte rispose:
- Ho capito, te li porto subito.
Andò a cercarli. Ritornò con il tutto. E' questa la ragione per cui Morte è arrivata nel mondo, è ciò che sto raccontando.
Dunque Morte venne con tutto ciò che aveva chiesto. Bighia allora disse:
- Va bene, ora dormo un po'.
Mio caro! Dopo un momento ecco che Morte si alza di nuovo e si avvicina. Il cavallo lo chiamò:
- Eh eh eh!
- Si! Cosa c'è?
Gli disse allora:
- Morte sta arrivando, non te ne accorgi? Alzati dunque e siediti.
Allora si alzò e si mise a sedere.
Morte si avvicinò:
- Ma Bighia, non dormi ancora?
Rispose:
- Non dormo ancora. Infatti se fossimo a casa, papà mi avrebbe mandato sua figlia, quella che ama veramente di più, quella che porta nel suo cuore, per farmi coricare con lei prima di addormentarmi: Se non si fa questo, io non posso dormire.
Amico mio! C'era là una delle sue figlie. La notte era profonda, era già passata mezzanotte. La chiamò:
- Alzati, in fretta, cosa fai?
La ragazza lascia la camera e va a coricarsi con il ragazzo. Appena a letto, - sai che si era appena alzata ed era ancora appisolata - piombò di nuovo nel sonno.
Il ragazzo tolse allora la collana di perle dalle reni della ragazza e la mise sulle sue reni. Prese il suo vestito e tutto quello che aveva su di lui e lo mise sul corpo della ragazza. Ecco che il ragazzo si era trasformato in ragazza
Morte arriva per ucciderlo. Il cavallo è là. Non dice più nulla. Caro mio! Morte entra e... sua figlia: kporo! L'ha uccisa. Poi esce e se ne va. Il cavallo chiama di nuovo:
- Eh eh eh!
Rispose:
- Cosa c'è?
- Ha appena ucciso sua figlia, cosa facciamo?
- E' arrivato il momento di partire, bisogna andarsene in fretta
Il cavallo di Morte è veloce come il vento, è un vero cavallo.
Le medicine che sua nonna gli aveva dato erano sette.
Caro mio! Montò sul suo cavallo, ed eccolo partito: kpogbogbo. Marciarono a lungo, a lungo, a lungo... fino alle sette del mattino. Eccoli molto lontano.
Caro mio! Spuntò il giorno. Morte disse:
- Il re ha inviato il suo uomo, ecco che l'ho ucciso, è là coricato nella sua camera, andate a cercarlo e sotterratelo.
Quando qualcuno arrivava nella camera e vedeva che Morte aveva ucciso sua figlia, non aveva più coraggio di tornare indietro. Diceva: "Se ritorno da Morte mi ucciderà!".
Morte non capiva perché avevano paura. Ecco che tutti quelli che andavano laggiù... eh il villaggio si svuotò, tutti fuggirono e partirono molto lontano.
Morte disse allora:
- Ma come mai io invio i miei uomini, partono ma non tornano a darmi la notizia? Dunque vado a vedere.
Lascia i luoghi e se ne va laggiù. Quando arriva ecco che sua figlia, la figlia che amava, giaceva là, morta.
Disse allora:
- Bene, non è grave! E' il re, lui stesso, che mi ha fatto ciò? Non è grave. Se le cosa stanno così anch'io lo detesto.
Caro mio! Il suo cavallo può volare come un aeroplano. Caro mio! Là dove i due erano arrivati nella fuga, era veramente lontano: se ne andarono al galoppo: fio fio fio fio fio...
Mentre procedevano, ecco che il cavallo lo chiama:
- Eh eh eh!
Chiese:
- Cosa c'è?
Cavallo rispose:
- Morte arriva, ci ha quasi raggiunto, dammi una delle medicine che ti ha dato tua nonna.
Prese una medicina e gliela diede. La gettò a terra: kpai! Eh! L'acqua che ne uscì era come un fiume di fuoco. Non si poteva entrare.
Oh! Morte arrivò là davanti, entrò e passo dall'altra parte, e continuò il suo inseguimento.
Cavallo disse ancora:
- Morte arriva, dammi ancora una medicina.
La gettò a terra: kpai! Ecco della sabbia: il cumolo arrivò sino al cielo.
Morte arrivò e passò in mezzo.
Hein! Non è grave, andiamo: frè frè frè frè... Arrivati un po' più lontano, Cavallo disse ancora:
- Eh! Morte arriva!
Ecco che suo padre, proprio nel luogo in cui stavano dirigendosi, aveva costruito degli steccati, degli steccati per circondare il villaggio. Questi steccati erano sette.
Bene, non è grave! Andiamo! Arrivati là davanti, era verso mezzogiorno, nessuno, proprio nessuno si trovava nei paraggi. Arrivarono dunque, e iniziarono a fare il giro: passavano di qui, arrivavano di là, continuavano a girare, girare....
Eh! Il suo cavallo, cioè Capro, può andare così veloce come un vero cavallo?
Arrivati vicinissimi al villaggio, come da qui alla chiesa, il cavallo disse:
- Ci fermiamo qui, poiché Morte ci ha trovato.
Rispose:
- Se ci fermiamo qui ci uccide. Ci sono sette barriere che circondano il villaggio.
- Ci fermiamo qui.
Morte arrivò. Non era molto lontano, si avvicinava sempre più. Quando fu molto vicino, come da qui all'entrata della casa, cavallo disse:
- Ora arrampica.
Si era appena arrampicato sulla prima barriera che aveva attraversato le sette barriere. Era Bighia, lui stesso che si era arrampicato e aveva attraversato le sette barriere.
Anche Morte si arrampicò. Oltrepassò solo tre barriere, ce n'erano ancora quattro prima di raggiungere la casa.
Il suo cavallo era un po' come un cane. Annusava di qui e di là: ha ha ha ha ha! Il re era là che si riposava. Chiese:
- Cosa c'è?
Morte disse:
- Buongiorno signore, buongiorno, buongiorno.
Gli si rispose.
- E la notizia?
E' il re che chiede:
- E la notizia? Sei venuto, sei venuto per fare che cosa?
Rispose:
- Sire, chi ha inviato il ragazzo al mio villaggio?
Rispose:
- Io
- Tu l'hai mandato, ma per quale motivo? L'hai mandato perché io lo uccida. Ma è lui che ha ucciso me. A partire da oggi e per sempre, io Morte, non vado più in nessun luogo, mi siederò davanti alle case.
Ecco la ragione per la quale quando Morte volge il suo viso verso l'interno delle case, allora si dice che qualcuno è morto.
Ecco il significato della storia che vi ho appena raccontato.


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