Tre enigmi per sposarsi


Voi anziani qui riuniti, ascoltate bene. Mi chiamo Kwaku François. Sono io che vi narro il racconto che ora ascolterete. Ciò che vi dirò e insegnerò è una piccola parabola che racconta come l'intelligenza è entrata nel mondo. Vi svelerò l'origine di questa
avventura.
Una volta c'era una fanciulla. Era ormai cresciuta e in età da marito. Decise in cuor suo di sposare solo un giovane che fosse intelligente quanto lei. Ogni giorno, al calar della sera, preparava del cibo, poneva il recipiente sul suo capo ed usciva.
Entrava in una casa e chiedeva:
- Non è per caso arrivato qui un forestiero?
- No, rispondevano, nessun forestiero è arrivato qui.
Allora usciva e continuava a cercare. Entrava in un'altra casa e faceva la stessa domanda:
- Avete qui da voi un forestiero?
- No, nessun forestiero è arrivato qui.
La fanciulla ripartiva.
Un giorno entrò in una casa e domandò
- Signori, non c'è per caso un forestiero che è arrivato qui da voi?
- Sì, riposero, un forestiero è arrivato proprio oggi, ma è uscito.
- Bene, disse la fanciulla, quando rientrerà ecco la sua cena.
Prese il cibo e lo depose a terra.
Caro mio! Qualche tempo dopo il forestiero rientrò. Coloro che l'avevano ospitato avevano già terminato di mangiare. Gli dissero:
- Eravamo qui in casa, quando poco tempo fa, una donna è venuta
ed ha portato da mangiare per te.
- Come, sono appena arrivato, non ho fatto neppure in tempo a salutare tutti gli abitanti del villaggio, come ha fatto questa donna a vedermi per portarmi la cena? Bene, ad ogni modo mangiamo.
Aprì il recipiente e... sopra il cibo c'era un pezzo di corteccia dell'albero di Dio. Sulla corteccia c'era un po' di cenere e un osso spolpato. Il giovane esclamò:
- Ecco il mio vero cibo, è questo che mangerò.
Le persone che stavano attorno gli dissero:
- Eh! Non mangiare questa roba, vogliono avvelenarti. Se ne mangi morrai.
- So quello che devo fare, rispose il giovane, è questo il mio cibo che mangerò.
Gli altri allora dissero:
- Va bene, mangia, ma noi non ne assaggeremo.
Il forestiero prese il piatto, tolse l'osso e lo mise in tasca, raccolse la cenere e la depose a terra, infilò nel suo sacco il pezzo di corteccia tolta dall'albero di Dio, poi consumò tutta la cena. Terminato il pasto rimasero a lungo a chiacchierare insieme.
L'ora di coricarsi era arrivata. Il forestiero disse:
- Signori, so bene che voi mi avete ospitato e che sono alloggiato qui da voi, ma prima di coricarmi voglio fare due passi.
- Va bene, risposero gli altri.
Caro mio! Il forestiero si alzò, prese il suo sacco, tolse la chiave dalla serratura, la mise in tasca, ed uscì. Cercava il luogo dove si trovava l'albero di Dio. Passeggiò a lungo. Improvvisamente scorse uno steccato. Si avvicinò e guardò all'interno: in mezzo al cortile vi era l'albero di Dio. Osservò attentamente: all'albero era stato tolto un pezzo di corteccia. Disse allora:
- E' da qui che è uscito il mio regalo.
Aveva appena aperto il cancello che un grosso cane accorse. Il cane era feroce e mordeva. Si mise ad abbaiare e stava per avventarsi su di lui. Il giovane tolse l'osso dal sacco e glielo gettò. Non aveva neppure fatto in tempo a lanciarlo che il cane lo afferrò e si ritirò in un angolo a rosicchiarlo.
Caro mio! Il giovane entrò e cominciò a camminare piano piano. Dopo qualche passo scorse una porta con un mucchietto di cenere. La cenere era deposta in un angolo della porta.
- E' qui che abita la mia donna, pensò il giovane.
Battè le mani dicendo:
- Permesso?
La donna rispose ed egli entrò. La donna gli offrì da sedere. Si scambiarono i convenevoli, poi la donna domandò:
- Ma come hai fatto per capire che era qui che abitavo?
- Sei stata tu a rivelarmelo con i segni che mi hai inviato, rispose il giovane. Infatti con la corteccia dell'albero di Dio, che si trovava sul cibo, mi hai indicato che dovevo mettermi in cammino e cercare questo albero. La tua casa era situata là dove si trovava questo albero cui era stato tolto un pezzo di corteccia. L'osso che hai deposto sul cibo l'ho preso e messo nel mio sacco. Avevo intuito che qui ci doveva essere un cane. Una volta arrivato e aperto il cancello si sarebbe gettato su di me. Io non dovevo far altro che lanciargli l'osso . Dopo aver afferrato l'osso si sarebbe ritirato in un angolo, così mi avrebbe lasciato tranquillo. Infatti è proprio quello che è successo. Appena il cane ha afferrato l'osso mi sono messo ad osservare attentamente: ho cercato la camera dove si trovava la cenere davanti alla porta. Sapevo che era lì che abitavi. E' così che ti ho trovata.
La donna rispose:
- Tu sei veramente intelligente come me.
I due si sposarono.
Ecco come il matrimonio e l'intelligenza sono entrati nel mondo.

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