C'era una volta una donna e suo marito. Hanno messo al mondo un
figlio: una bambina bellissima.
Tutti i giovani della regione, una regione grande come di qui
a Bondoukou, Tankessè e Abengourou, venivano a chiedere
la mano di questa fanciulla. Ella rispondeva sempre che non li
voleva sposare. Questo durò a lungo, a lungo. Ella non
trovava l'uomo che amava.
Un giorno andò da sua madre e le disse:
- Il giorno che incontrerò l'uomo che amo, prenderò
questo sasso e ti colpirò nel centro della testa. Quando
dunque prenderò questo sasso per colpirti in mezzo alla
testa, allora sappi che il marito, il marito che amo, finalmente
l'ho trovato.
Un giorno che tutti erano là tranquilli, ecco un annuncio:
la Regina è morta. Poiché era deceduta ecco che
ovunque dove bisognava annunciare i funerali, si va ad annunciare
i funerali.
I forestieri, gli abitanti del villaggio, tutti i geni della foresta,
si sono trasformati in umani e sono arrivati al villaggio.
Quando tutta questa gente arrivava al villaggio, la donna stava
preparando il suo pasto. Vede laggiù un giovane che passa.
Prende il sasso e colpisce sua madre proprio in centro alla nuca.
La donna cade svenuta.
La si cura a lungo, a lungo. Quando i suoi occhi cominciarono
ad aprirsi, chiesero a sua figlia:
- Cosa hai avuto con tua madre per prendere un sasso e colpirla
così al centro della testa?
La madre rispose:
- Lasciate perdere, perché mia figlia m'aveva detto che
il giorno in cui avrebbe trovato suo marito, avrebbe preso un
sasso per colpirmi alla testa. Infatti tutte le sue amiche si
sono già sposate, hanno avuto dei figli, mentre mia figlia
non ha ancora trovato nessuno per sposarsi. Dunque, se oggi mi
ha colpita non è per farmi morire. Al contrario, sono molto
felice: ora so che ha visto suo marito, il marito che ama, colui
che sposerà. Ora mia figlia e i miei nipoti, quando morirò,
potranno farmi dei bei funerali.
Si era là tutti insieme. La sera, mentre tutti danzavano,
il giovane va a cercare la ragazza, la quale acconsente. Restano
insieme. Passano tre giorni. Alla fine i funerali terminano. Il
giovane dice:
- Moglie mia, miei cari, ritorno al mio villaggio.
Quando aveva annunciato che voleva ritornare nel suo villaggio,
la donna gli disse:
- Se te vai, partirò con te.
Il marito rispose:
- Eh! Come farai a venire con me? Quando ho lasciato il villaggio
non li ho avvertiti che sarei ritornato con una moglie. Dunque
adesso parto, al mio ritorno potremmo partire insieme, e lo faremo
con rispetto e educazione.
La donna rispose:
- Non sono d'accordo. Se dici che non posso venire con te, bene,
ma a partire da oggi e per sempre, non dire mai più che
hai una moglie qui o una fidanzata.
- Eh! Se le cose stanno in questo modo, voi miei suoceri, cosa
ne dite?
Si consultano dunque i suoceri. La suocera rispose:
- Questa ragazza la si veniva a cercare da tutta la regione, da
Bondoukou, Tankessè, Abengourou. Venivano da tutte le parti.
Rispondeva sempre: non voglio nessuno. Ma appena ti ha visto,
ti ha amato. Tu l'hai cercata, ella ha acconsentito. Dunque se
insiste per partire con te, io veglierò su di voi.
Suo suocero, da parte sua, disse:
- Se parti con lei, anch'io veglierò su di voi. Se siete
d'accordo per partire insieme, anch'io sono d'accordo.
Al momento della partenza il padre offre a sua figlia due cavalli.
Anche la mamma le dà un cavallo. Il cavallo che la mamma
le aveva dato aveva un occhio solo e una narice sola.
Lasciano il villaggio e se ne vanno. Eccoli là in strada.
La strada è lunga, lunga. Mentre camminano ecco che il
cappello del giovane vola via e cade a terra.
- Eh! Marito mio, il cappello, il tuo cappello, non vedi che è
caduto a terra?
Rispose:
- E' là che l'ho preso.
Continuano il cammino. Anche i pantaloni si sfilano e cadono a
terra:
- Ma cosa sta succedendo?
- E' lì che li ho presi, rispose.
La sua camicia, la bella camicia che aveva indossato, anch'essa
vola via e cade a terra.
La donna grida:
- Eh, marito mio, e la tua camicia?
- E' là che l'ho presa.
La moglie disse allora:
- Ho capito, andiamo.
L'uomo aveva ormai soltanto un piccolo slip. Camminano, camminano,
fanno una cinquantina di km. Eccoli che arrivano in un luogo dove
si trovano 5 formaggeri. Uno qui, l'altro là, l'altro da
una parte, l'altro dall'altra. Il quinto era in mezzo agli altri.
La donna chiese:
- E' qui il tuo villaggio?
L'uomo ripose:
- Sì, è qui il mio villaggio.
L'uomo batte le mani: permesso!
Appena aveva detto: permesso! che tutti i cinque formaggeri si
sono aperti.
L'uomo entra e arriva all'interno. Eccolo entrato con la fidanzata
che aveva scelto e aveva amato.
Devi sapere che quest'uomo era ammalato. Tutto il suo corpo era
coperto di ulcere. Non si poteva trovare un altro più ammalato
di lui. Per curarsi aveva bisogno di 32 recipienti di medicinali.
Ogni giorno bisognava preparare questi 32 recipienti di medicamenti
per curarlo.
La donna disse:
- Ma io non posso fare questo!
- Non puoi! Tu potrai! Ecco quanto ti avevo detto. Era per questo
che t'avevo detto di non venire. Eccoti qui adesso. Se ti sposavi
nel tuo villaggio, non avresti incontrato questi problemi.
Sai quali sono il cane e il gatto dell'ammalato? Il suo cane è
un leone, il suo gatto un gattopardo.
Sono dunque là insieme. Al sopraggiungere della sera il
marito dice:
- Metti i miei medicamenti sul fuoco.
La donna prende i 32 recipienti e li depone sul fuoco. Poi pulisce
tutte le piaghe del marito, premendo leggermente su ogni piaga.
Infine va a coricarsi.
Quattro giorni dopo, il leone, che è accucciato là
accanto, dice:
- Padrone, ho fame.
- Dici che hai fame? Non è forse per questo che sono venuto
qui con tutta questa carne? Prendi dunque un cavallo e mangia.
Ecco che il leone prende uno dei cavalli della donna, gli spezza
il collo e lo mangia.
Vivono là insieme. Il tempo passa. Quattro giorni più
tardi ecco che il leone dice di nuovo:
- Ho fame!
Prende un altro cavallo e glielo dà.
Restava il solo cavallo della mamma. Il cavallo che la mamma aveva
dato alla figlia, quello che aveva un sol occhio e una sola narice.
Sai che quando il quarto giorno arriverà di nuovo, sarà
il suo turno di essere ucciso e mangiato. Ecco che il cavallo
dice alla donna che considerava come sua madre:
- Signora, partiamo!
- Che cosa dobbiamo fare? Io non conosco la strada di ritorno
che riporta al villaggio da dove siamo partiti e che abbiamo lasciato.
In quel tempo c'era un villaggio dietro al villaggio dove la donna
era arrivata. Dalla nascita del villaggio, una donna che è
donna, non aveva mai messo piede nel villaggio. Ma il villaggio
cresceva ugualmente.
Dunque poiché le cose stavano in quel modo, il cavallo
disse:
- Noi partiremo da questo villaggio.
La donna risponde.
- Quando arriviamo laggiù ci uccideranno.
Il cavallo dice:
- Non ci uccideranno, non temere nulla, andiamo!
La donna risponde:
- Se dobbiamo partire, partiamo in fretta.
Dunque partono e se ne vanno. Arrivati vicino al cimitero il cavallo
dice:
- Signora, scendi.
La donna allora è scesa. Il cavallo le dice:
- Batti un colpo sulla mia coscia.
Allora la donna batte un colpo sulla coscia del cavallo: scarpe,
camicia, cravatta, e tutto quello che era necessario per un uomo,
ecco era tutto lì.
Il cavallo dice:
- Signora, mettiti questi abiti.
La donna li indossa. Ecco che come arrivano sulla strada del villaggio,
è un uomo che fa la sua entrata nel villaggio. Devi sapere
che in quel villaggio c'era un grande indovino. Conosci questo
indovino?
- No!
Ebbene è Scorpione, è lui che fa le consultazioni
coi cauri.
Quando arrivano nel villaggio lo attraversano tutto. Si offre
loro un alloggio in fondo al villaggio, come laggiù verso
il fiume.
Una volta alloggiati, Scorpione si mette a consultare. Dice:
- A partire da oggi e per sempre il nostro villaggio è
rovinato, perché oggi stesso una donna è entrata
nel villaggio.
- Ma come, il forestiero arrivato oggi è un uomo, non una
donna!
Scorpione risponde:
- Non è vero, è una donna, è una vera donna
che è arrivata qui.
- Se le cose stanno così, voi giovani andate a vedere,
controllate se è un uomo o una donna, fate di tutto per
vedere.
Si sono dunque messi a spiare l'uomo vicino al bagno per osservarlo
da vicino quando si sarebbe lavato.
Il cavallo disse:
- Signora, la gente afferma che sei una donna. Sono andati ad
attingere acqua per te. Quando andrai a lavarti verranno a sorvegliarti.
Se scoprono che sei una donna, per te è finita. Ma se Dio
ce l'accorda, farò di tutto perché tu possa avere
degli attributi maschili. Quando ti laverai, non nascondere nulla,
lascia che tutti vedano.
La donna rispose.
- Bene, ho inteso.
Aveva appena terminato di parlare che il cavallo aggiunse:
- Signora, eccoli che arrivano, vai a lavarti, ma quando ti lavi
lascia che tutte le parti del tuo corpo siano così come
sono.
Avevano dunque portato dell'acqua. Ecco che un giovane, che era
là accanto, disse:
- Il tuo asciugamano è qui, te lo porto io.
Eccolo che se ne va verso la donna. Arriva: i suoi attributi maschili
erano là. Vanno trovare il Re:
- Maestà, sai quell'uomo è veramente un uomo, ha
tutti gli organi sessuali maschili.
L'indovino ricomincia le sue consultazioni. Dice:
- Una donna è entrata nel nostro villaggio. Oggi è
arrivato un forestiero. Sappiate che il nostro villaggio è
rovinato per sempre.
- Ma non è nelle nostre mani la donna? Se è veramente
una donna, domani ci metteremo in viaggio con lei, faremo una
corsa coi nostri cavalli. Gli uomini e le donne non hanno lo stesso
modo di cavalcare. Domani faremo una corsa come da Bondoukou ad
Agnibilekrou. Poiché la donna e l'uomo corrono insieme,
se è un uomo correrà come un uomo, così vedremo
se è un uomo o una donna.
Il giorno dopo il cavallo disse alla donna:
- Signora hanno deciso da fare una corsa da Bondoukou ad Agnibilekrou,
ma non inquietarti, non è nulla.
Il giorno si leva. Ci si prepara e si parte. Alcuni sono già
arrivati fino a Tankessè, venendo da Bondoukou. Il cavallo
della donna è ancora molto indietro. Ma ecco che quando
arrivano a pochi km da Agnibilekrou, il cavallo della donna li
oltrepassa tutti e se ne va. Poi ritorna indietro al punto di
partenza.
La gente dice:
- Ma non è possibile, una donna non può cavalcare
in quel modo?
Scorpione getta di nuovo i suoi cauri per la consultazione:
- Ah, voi dite che non è una donna colei che è entrata
nel nostro villaggio, bene, ma come mai allora il nostro villaggio
sta andando in rovina?
Se le cose stanno così, il modo di nuotare delle donne
e degli uomini non è lo stesso. Vedremo!
Il loro villaggio era un po' come il nostro qui a Kongodia. C'era
un fiume come il nostro Baa. Poiché avevano un fiume vicino
al villaggio, avevano costruito il loro villaggio, come il nostro
di una volta. Mai un uomo si è annegato in quel fiume,
ma non si sa se sarà sempre così. Hanno dunque dato
l'annuncio al villaggio.
Il cavallo dice:
- Signora, hanno annunciato che domani si farà una gara
di nuoto. Quando andremo a nuotare prendi questa polvere bianca
e mettila sul tuo ombelico. Vedrai, rimarrai a galla senza nessun
problema.
La donna andò a gettarsi in acqua. Le sue gambe restavano
fuori. Dicevano:
- Non c'è donna che possa nuotare in questo modo. Bene,
abbiamo capito! Cercate il cavallo e il suo proprietario e uccideteli.
Quando un forestiero arriva nel villaggio, non devi forse portargli
da mangiare? Si offre loro da mangiare. Mangiano. Alla fine del
pranzo vengono convocati nella casa del Re: sarà laggiù
che taglieranno loro la testa.
Il cavallo dice:
- Signora, se andiamo nella casa del Re, allora per noi è
finita. Dunque, adesso che abbiamo finito di mangiare, andiamocene.
La donna risponde:
- Ma come fare per tornare indietro? Che strada prendere? Dietro
di noi la strada è chiusa, davanti c'è il fiume,
che fare?
Il cavallo risponde:
- Oggi attraverseremo il fiume.
- Va bene, disse la donna, se è così, andiamo, abbiamo
finito di mangiare.
Ecco tre messaggeri che arrivano. Rispondono:
- Poiché il Re ci ha invitati, quando arriverete da lui
ditegli che stiamo arrivando, prenderemo quella strada.
Appena i messaggeri erano arrivati dal Re, che la donna vola sul
suo cavallo. La gente grida:
- Ecco il forestiero che se ne va, inseguitelo!
Quelli che avevano un cavallo nel villaggio, tutti, si mettono
ad inseguirli. La donna e il cavallo arrivano davanti al fiume:
con un sol balzo ecco che si trovano dall'altra parte del fiume.
Il cavallo della donna aveva dunque saltato e attraversato il
fiume. Gli abitanti del villaggio arrivano al fiume. Saltano anche
loro, ma cadono tutti in acqua. Quando la donna era saltata al
di là del fiume, i suoi abiti erano caduti: era tutta svestita:
aveva il collare di perle alle reni. Allora Scorpione si mise
a dire:
- Che cosa vi avevo detto?
Va davanti al Re e gli dice:
- Maestà quando affermavo che il villaggio stava andando
alla rovina, che cosa dicevate? E se adesso mi metto a danzare
le mie danze, credetelo, è per il vostro bene.
Risposero:
- Le cose stanno proprio come tu dici. Ebbene, toglieremo dal
villaggio tutto quello che resta di questa donna, affinché
il villaggio possa continuare ad esistere.
Il luogo dove la donna e il suo cavallo erano arrivati, era completamente
deserto. Non c'era né un villaggio, né un cascinale,
e neppure qualche stradetta di campagna. Una volta arrivati il
cavallo disse a sua madre:
- Signora, come dobbiamo fare per uscire da questo luogo dove
siamo arrivati?
La donna rispose:
- Figlio mio, succederà quello che Dio vorrà. Se
oggi stesso morirò, non sarai certamente tu che mi avrai
ucciso.
Il cavallo ripose:
- Va bene!
Voi sapete che le donne che vanno troppo in giro non sanno essere
riconoscenti. Adesso comprenderete meglio la ragione per cui queste
donne non sanno fare del bene, anche quando tu ne fai a loro.
Vi spiegherò la ragione di tutto questo.
Il cavallo disse:
- Eh! Signora, le donne non sono capaci di fare il bene.
La donna replicò:
- Come, figlio mio, come puoi affermare che io non sono capace
di
fare il bene?
- Se dici che sei capace di fare il bene...allora, attenta: vedi
la legna secca che c'è laggiù? Raccoglila, e accendi
un fuoco. Quando il fuoco avrà preso bene, mi metterai
in mezzo alle fiamme. Una volta che sarò tutto consumato,
raccoglierai le ceneri che si sono sparse qua e là, poi
ti adagerai sopra.
La donna rispose:
- Dopo tutto quello che hai fatto, devo ucciderti?
Il cavallo disse:
- Bisogna farlo. Se non lo farai non sarà colpa mia se
morirai.
La donna rispose:
- Va bene, ho capito.
La donna comincia dunque a spezzare la legna. Non fa che piangere.
La donna prepara dunque la legna. Vi depone in seguito il cavallo.
Il cavallo si consumò completamente: non restò più
nulla. Allora la donna si mise a raccogliere tutte le ceneri.
Quando tutto fu raccolto, vi si adagiò sopra.
Si era appena coricata che qualcuno viene a scuoterla, come se
io prendessi il mio braccio, Adou Kwame, e ti scuotessi, così:
- Ehi, svegliati! Siete arrivati qui ieri notte e non avete ancora
mangiato nulla. Alzati, prepara il cibo perché possiate
mangiare.
La donna allora si alza. Una volta in piedi vede sua madre, suo
padre e tutta la sua famiglia. Eccola alzata. Saluta tutti, poi
se ne va a sbucciare i suoi ignami. Ecco che il suo cavallo è
là, attaccato vicino alla porta. Ha finito di sbucciare
gli ignami. Mentre se ne sta andando a gettare le bucce, il cavallo
dice:
- Signora, il giorno si è levato e non abbiamo ancora mangiato.
Dammi le bucce dei tuoi ignami affinché possa saziarmi.
- Io devo darti del cibo! Tu con un solo occhio e una sola narice,
tu conciato in quel modo?
Il cavallo rispose:
- Signora, che cosa ti avevo detto un giorno?
Ecco spiegato perché una donna che va troppo in giro, non
sa essere riconoscente.