Comprendere e comprenderci

Dopo i padri Joseph Gorju, autore di La Côte D'Ivoire Chrétienne e Henry Mouezy, autore di Assinie et la Royaume de Krinjabo P. Silvano Galli, della stessa congregazione, la Società delle Missioni Africane, ci offre Il Neonato dalla Barba bianca, portando così un altro tassello, quanto mai prezioso, al Ramo d'Oro di Frazer, il quale dimostra che in generale, attraverso i racconti, la ricerca di tutti gli uomini nel mondo è la stessa: cioè salute, giustizia, felicità, pace...
Altrove si parla di fate malefiche o benefiche che si chinano su culle, di buone stelle, cattive stelle, orchi ed altri esseri fantastici. Racconti che ci trasportano fuori dal nostro mondo dai molteplici problemi, e ci fanno sognare. Sognare? No! Ci proiettano nel tempo all'incontro degli altri, di tutti coloro che, con noi, sono alla ricerca della felicità.

Fiabe per meglio conoscerci

Favole, fiabe, storie puerili! pretendono alcuni che si vogliono staccati da tutto ciò che si svolge quotidianamente attorno a loro. E pertanto che cosa denunciano queste storie? Gelosie, egoismi, avarizia, orfani maltrattati, ecc. per suggerire tutto ciò che unisce gli uomini, tutto ciò che concorre a mantenere la pace nelle famiglie, nei villaggi, e che permette ad ognuno d'essere in pace con se stesso.
Storie puerili? Suvvia! Favole e fiabe non fanno forse parte delle ricchezze culturali di tutti i popoli? Non ci istruiscono forse, mentre ci divertono? Questi testi costituiscono non soltanto una base di insegnamento, ma hanno la funzione di una vera scuola permanente.
L. Tauxier, amministratore coloniale, ha scritto un tempo: Religion, moeurs et coutumes des Agni de la Côte d'Ivoire.Il capitolo VII parla di folklore.
Folklore? La parola potrebbe infastidire, come un tempo ci infastidiva la parola "indigeno" pronunciata con altezzoso disprezzo da certe persone. Ma il folklore non è forse la "scienza delle tradizioni, usi, credenze, leggende e letteratura popolare?"

Armonia e buon vicinato

"Nyamian Dio del cielo e della terra"! Noi sappiamo che esiste, ma che fra Lui e noi ci sono gli altri, tutti gli altri di cui parlano le nostre storie. Per noi non è un Dio né di guerra, né di fulmini e saette. Come potrebbe esserlo, Lui, che un tempo ha abitato con noi?
Fra Lui e noi ci sono gli altri. Ecco perché fra i popoli delle lagune e della foresta tutto è questione di buon vicinato: vicinato coi "vicini" : - parentela scherzosa che ci permette di trovare soluzioni felici agli inevitabili conflitti -; buon vicinato con tutti gli "altri": la Terra, gli Antenati, gli Spiriti, Dio. E le nostre pratiche ancestrali lo dimostrano.
I vecchi coloni che andavano a piedi, con l'amaca, potevano osservare, studiare, scrivere. Ci hanno così lasciato opere preziose. Sopraggiunta la sera, dopo una giornata estenuante, si chinavano sulla cultura dei loro amministrati. Così li comprendevano meglio.
Ai nostri giorni, con l'aereo e la macchina, si sorvola e gli uomini e la loro cultura e i loro problemi. Non ci si ferma più, non ci sono più locande, luoghi per sostare, per riposare, prima di riprendere la marcia.

Sostare e ascoltare

La velocità - Il turbine che tutti travolge -, le occupazioni e le preoccupazioni, la corsa sfrenata per essere e parere, hanno ucciso, in tutti, la curiosità. Ebbene no! Non in tutti. Infatti p. Galli, dopo un contatto prolungato ed immediato con l'ambiente descritto, ci offre una raccolta di storie sugli Anyi-Bona, prova dell'interesse che porta alle popolazioni della regione dove ha esercitato il suo ministero dal 1972.
Non ci resta che felicitarci con lui, per aver trovato il tempo di sedersi ad osservare, ascoltare, salvare queste ricchezze da un sicuro naufragio. Come ama spesso ripetere: batracan bo o se ji sa wunzi ne, jie one mgbaimo di alie o: il bambino che sa lavarsi le mani, si siederà a tavola con gli anziani. E' stato accettato a dagli anziani dei villaggi Bona, e ha potuto gustare qualche vivanda perché ha saputo , cioè avvicinarsi a loro con rispetto e amicizia.
P. Galli ci invita ad assaporare qualche briciola della cultura tradizionale Agnyi-Bona. Questo è sufficiente per permetterci di intravedere quale sia la qualità e la quantità del cibo che gli anziani Bona ci offrono accogliendoci alla loro mensa.
Grazie anche a tutti coloro che, da noi, sanno o possono ancora fermarsi per guardare gli altri andare e venire, per poi cercare di comprenderli... Comprendere! Comprenderci gli uni gli altri, non è forse ciò a cui tutti dobbiamo tendere? E p. Galli e tutti i suoi predecessori non ci danno forse la chiave che ci mette in contatto con tutti gli altri?

Abidjan
BERNARD DADIE'
Scrittore

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