I diversi livelli di lettura

La descrizione del luogo d'origine delle storie indica a quale complessità d'influenze un testo è sottomesso. l'opera che noi leggiamo ha dunque diverse dimensioni, diversi livelli di comprensione.
La dimensione più immediata, più evidente, è quella che potremmo chiamare "informativa". Il racconto informa, veicola delle idee, narra dei fatti, descrive situazioni, presenta una trama, racconta una storia.
Ma il testo ha anche una funzione "espressiva". Il narratore ci partecipa la sua interiorità, ci comunica le sue emozioni, in qualche modo si racconta lui stesso. E questo a un doppio livello: conscio e inconscio.
Il linguaggio del narratore non si limita unicamente comunicare delle idee, ma è anche espressione-proiezione di elementi non intenzionali. Bisogna dunque andare al di là del senso immediato, approfondire il testo, per giungere al livello dei simboli, delle evocazioni, delle allusioni. Bisogna oltrepassare la soglia del senso primario della parola, per entrare nel mondo esoterico dei simboli dove la parola rivela "il volto nascosto dell'universo e i rapporti insospettabili che tessono fra loro i fenomeni, le cose, le forze della natura, fra cui l'uomo".
Questa dimensione simbolica si ritrova in ogni opera letteraria, ma essa è particolarmente presente nell'universo delle fiabe, delle favole, delle leggende, dei miti, dove il mondo del quotidiano si sovrappone al mondo dei simboli.
In terzo luogo il testo orale ha una funzione "impressiva", o reattiva: è un costante appello all'uditore. Il testo proclamato suscita emozioni, reazioni in colui che lo ascolta. L'ascoltatore non può rimanere passivo: è costantemente invitato a prendere posizione davanti ai problemi sollevati o evocati.
Si tenga presente infine che la comprensione di un testo dipende in gran parte dal lettore medesimo. Un europeo non comprenderà questi testi nello stesso modo di un ivoriano immerso nell'universo descritto da queste storie. E nello stesso ordine di idee un Bona avrà una percezione più completa di un ivoriano estraneo alla sua cultura.
Anche all'interno della medesima etnia, un testo sarà compreso in modo diverso secondo lo statuto della persona. Un bambino o un giovane resteranno molto spesso alla superficie dei testi.
Raramente potranno andare molto in profondità. La percezione globale del messaggio, ai vari livelli, è di solito riservata agli anziani che poossiedono tutti, o gran parte, degli elementi della loro cultura.
Ma c'è un correttivo. Non tutti gli anziani arrivano alla stessa comprensione di un medesimo testo. Questo dipende dalla natura essenzialmente simbolica dei testi. La simbologia non è un sistema semantico che produce necessariamente e sempre lo stesso significato. Il dispositivo simbolico permette ad una cultura di organizzare la sua memoria, la sua esperienza, il suo spazio e la sua funzione dell'universo, ecc... Per conseguenza è in funzione della sua esperienza e della sua conoscenza delle diverse possibilità del simbolo, che l'uditore potrà approfondire la portata simbolica del racconto.
Ed è lo statuto sociale dell'uditore che gli permette l'accesso ad una conoscenza più o meno profonda del suo gruppo.

Menzogne vere

Più sopra si è accennato alla differenza fra le "storie vere", i miti, che fondano una visione del mondo, della divinità, dell'uomo, e le fiabe, le favole le storie fantastiche, storie con gli animali, streghe, spiriti. Questi testi sono di un altro tipo. I narratori le chiamano "storie non vere", favole. Ma come sottolinea molto giustamente Jean Cauvin:
"Anche se certi autori affermano di aver trovato la loro storia nel paese della finzione, anche se il racconto ha aspetti menzogneri, ebbene queste menzogne non sono vere menzogne, sono menzogne vere: tutti lo sanno".
Dunque davanti a questi testi, anche ai più semplici, non bisogna lasciarsi trarre in inganno. Si può ingenuamente pensare di trovarsi di fronte ad una letteratura puerile, anodina, senza nessuna portata particolare. Di fatto, senza che noi ce ne rendiamo conto, tutte le storie, hanno, fondamentalmente, la stessa funzione del mito: ci introducono nel mistero della vita, dell'uomo, della divinità.
Quando si accostano questi testi in tutte le loro dimensioni, ci si rende conto che possiedono un senso nascosto a portata metafisica, un significato quasi segreto. Ma tutto questo è proiettato in una dimensione umana e sociale tale, che si possono raccontre queste storie senza essere coscienti dei tesori che racchiudono.
Qualche studioso afferma che questi testi contengono in germe il sapere nelle sue più alte espressioni:
"Il sapere... è là tutto intero, implicito, latente. Il seguito dell'iniziazione non sarà che un lavoro di spiegazione, un far emergere qualcosa già dato all'inizio... le verità essenziali devono essere estratte dalla ganga infantile che nello stesso tempo le veicola e le nasconde".
Dopo aver frequentato per diversi anni questi testi, pare di poter dire che tutti, miti e favole, ci invitano ad una comprensione in profondità della realtà. La loro essenza non coincide quasi mai con l'apparenza. Bisogna attraversare il mondo delle apparenze per giungere alla struttura essenziale.
Come dicevano i Rabbini, dei testi fondamentali della Bibbia, essi sono suscettibili di essere letti ad una moltitudine di livelli, diciamo più semplicemente a livelli molteplici. Lo stesso vale per questi testi. Possono essere studiati sotto l'aspetto documentario, letterario, psicanalitico, sociologico, religioso, ecc. Nelle introduzioni si daranno alcuni spunti di lettura mettendo in luce ora l'uno ora l'altro aspetto.
Di solito la dimensione più studiata è la sociologica. Il racconto è un pò come una "valvola di sicurezza" della società, con diversi tipi di discorsi sottesi: la legittimazione dell'ordine stabilito e dei privilegi acquisiti, ma anche la contestazione sociale. Da una parte si trovano i detentori del potere sociale, i gruppi dominanti che mobilizzano le istituzioni e i valori per difendere l'ideologia e i loro interessi, e d'altra parte i gruppi dominati che si difendono, resistono, protestano. Questi ultimi sono rappresentati dal povero, il debole, l'orfano, Lepre, Ragno, qualche volta Iena.
Dall'altra parte troviamo Dio (sempre rappresentato come un grande sovrano), il Re, i notabili, i ricchi, i geni, e gli animali regali (Elefante, Leone, Pantera). Attraverso personaggi allegorici con funzioni e comportamenti specifici, i racconti permettono di ridicolizzare ciò che nella vita sociale non può essere contestato, e soprattutto di lanciare messaggi.
Fra tutti gli aspetti possibili di approccio, di lettura, di analisi, vorrei soffermarmi su uno poco studiato ed offrire qualche indicazione per una lettura simbolico-cristiana dei testi.
Visti con occhi di un cristiano queste storie offrono messaggi che dobbiamo decifrare e che ci concernono intimamente. Si tratta del nostro incontro col sacro, col mistero.

L'incontro col mistero

Per Paolo e i Padri della Chiesa la nozione di mistero indica il fatto che Dio stesso, infinito, trascendente, inaccessibile e inconoscibile, si manifesti nel Verbo fatto carne, crocifisso, morto e risorto. Le sue gesta salvifiche sono rese presenti nella chiesa attraverso le azioni sacre che ha istituito (i sacramenti), in modo che possa nascere, crescere, morire e risuscitare in ciascuno di noi, e compiere così la nostr propria divinizzazione, invitandoci ad una unione vera, totale, e perenne, col suo essere e la sua gloria.
Mistero è dunque il termine che ricapitola, nella sua essenza e il suo dinamismo, la traiettoria che il cristiano deve compiere, con Cristo, in Cristo, e per Cristo, per realizzare la sua vocazione.
In alcuni racconti anyi, come pure in diverse fiabe europee, si trova spesso una struttura, uno schema di discesa e risalita, di andata e ritorno di exitus e reditus, che sono caratteristiche del mistero cristiano.
Come i Bona riconoscono la presenza e la saggezza di Nyamian, il dio del cielo, nelle loro storie (si veda il testo introduttivo, "Come le favole sono entrate nel mondo": le storie erano proprietà del dio del cielo, il quale le ha affidate a Ragno per inviarle sulla terra), così si può scoprire in personaggi celebri come Cappuccetto Rosso, Biancaneve, un itinerario che è strutturalmente quello di Cristo e del cristiano.
E' ovvio rammentare che queste corrispondenze non sono mai perfette. Si tratta di movimenti d'insieme, di toni diffusi, di risonanze, di effetti sul lettore, di evocazioni.
L'economia di questo lavoro non permette di entrare in dettagli più particolareggiati. Si vuole unicamente offrire al lettore una proposta di lavoro, presentando alcune tracce di lettura. Basandosi sull'itinerario di Cristo e del cristiano, saranno presentate indicazioni per due testi classici, che il lettore conosce, più una traccia per tre storie del volume: "Il Neonato dalla barba bianca", "Ti inghiotto e diventi bella", "Anima, Granchio e la strega". Partendo da questi spunti il lettore potrà poi analizzare altre storie per ricercare itinerari simili.

Percorso di Cristo
Percorso dell'uomo
Lascia la casa del PadreEsce da Dio, è il suo soffio
Affronta le potenze del maleE' immerso nel mondo: tentazioni
Assume la vita del mondo con le sue tentazioni e le sue angosce E' sedotto, sommerso, inghiottito dalle prove e tentazioni
Assume la condizione umana fino al limite della sofferenza e della morte Passa attraverso la morte
La potenza di Dio trasforma la sua disfatta in vittoria Grazie al Salvatore rinasce ad una nuova vita
Con la sua umanità trasfigurata reintegra la patria celeste nella speranza di riunire, un giorno, accanto a lui, l'universo intero Ritorna alla Casa del Padre. Sarà unito a Cristo ed avrà una felicità senza fine.


Cappuccetto Rosso
Biancaneve
Lascia la casa materna con una missione Di stirpe regale è tolta dall'affetto e dalla tenerezza di sua madre
La strada della vita le fa attraversare le strade del mondo Si trova in balia di forze malefiche e mortali
Incontra il tentatore che l'invita ad allontanarsi dal cammino, a dimenticare la sua missione, a rivolgersi verso le bellezze del mondo Attraversa le solitudini delle foreste, sfiora la morte. Esseri benefici la raccolgono la soccorrono.
E' inghiottita dal tentatore. Soggiorna nel ventre del mostro. La tentazione la coglie di nuovo: soccombe, muore, è deposta nella tomba
Il cacciatore-salvatore passa nei paraggi. Apre le porte della morte: dalle tenebre risorge la vita. Il principe salvatore passa. Riconosce la presenza di un nucleo spirituale. Fa riscaturire la vita grazie al suo soffio vitale.
Gli scampati siedono a tavola col loro liberatore: pane e vino.
L'eroina ritorna alla casa familiareIl figlio la conduce nel castello del padre


Il Neonato dalla Barba bianca
Ti inghiotto e diventi bella
L'eroe lascia la casa paterna con una missione essenziale: scoprire il senso della vita e del mondo, soprattutto gli aspetti più misteriosi.
L'eroina lascia la casa in cerca di un supplemento di vita: vuole passare da una vita diminuita dalla malattia e la reclusione, ad una vita personale e sociale piena.
Si immerge nella foresta. Se ne va solitario per scrutare il mistero della vita.
Forze invidiose e malefiche vogliono impedirla e macchinano la sua perdita
Poco alla volta "entra" nel mistero, ma senza comprenderlo. Incontra degli enigmi senza poterli decifrare. E' come sottomesso a tre "tentazioni". Incontra Forze neutre,Forze devastatrici e mortifere, Forze costruttive e pacifiche
La morte si trasforma in fonte di vita: rituale di morte e risurrezione: muore alla sua vecchia esistenza, e rinasce ad una vita nuova
Incontro decisivo con un essere misterioso: gli fa capire che da solo non potrà conquistare il sapere: gli offre i mezzi per continuare la ricerca , gli indica il cammino da seguire, lo invita a farsi aiutare
Ottiene una vita sovrabbondante sia a livello personale che sociale
Gli fa capire che il significato della sua vita e quella del mondo si trova sulla strada del "Padre".
Il possesso, la fruizione, non è acquisita una volta per tutte: deve proteggere, difendere il suo bene. E' tentata, resiste, soccombe
Ritorna alla casa paterna dove trova ciò che aveva cercato altrove. Il padre, il "mistagogo iniziatore", lo inizia ai misteri della vita facendogli comprendere che il significato autentico di tutto quanto vede nel mondo, lo scoprirà se prenderà la strada giusta: quella che conduce verso il Padre comune.
Grazie alle energie presenti in lei, alle quali attinge, può neutralizzare gli effetti nefasti della sua fragilità
Reintegra la sua casa col bene acquisito.


Anima, Granchio e la Strega
Lascia la sua casa con una missione: cercare cibo
Forze malefiche si accaniscono contro di lei
Si perde nella foresta, non ritrova più il buon cammino
A sua insaputa è inviata verso la morte. Le forze della morte sembrano avere il sopravvento. La strega è pronta a divorarla
Grazie all'ausiliario Granchio smaschera la strega svelando il suo nome. Il rituale di morte della strega diventa fonte di vita
Il suo salvatore le indica il cibo necessario per lottare contro le potenze mortifere che vogliono divorarla, e le mostra la strada della salvezza
Nella lotta accanita riceve un aiuto vitale dai suoi
Le forze della morte sono definitivamente vinte
Anima può reintegrare la sua famiglia


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