YANGUMAN: (Guardando con sorpresa e sgomento il messaggero) Cattivo augurio. Quale notizia spaventosa mi porti, ancora? Avrei voglia di farti tacere per sempre, messaggero di sventure. MESSAGGERO: Ascoltami, Regina, anche se potrà esserti duro. I Gaman, nostri vassalli, si sono rivoltati; hanno ucciso il governatore, tuo figlio. Al suo posto hanno eletto uno di loro, il capo stesso della rivolta. YANGUMAN: Gran Dio! E L'esercito? MESSAGGERO: L'esercito è stato massacrato. Io sono uno dei rari superstiti. YANGUMAN: Un esercito di femminucce ha sbaragliato una intera guarnigione di Abron ben armati. MESSAGGERO: Siamo stati presi di sorpresa. Chi mai avrebbe potuto prevedere questa rivolta? E' avvenuto cosi' all'improvviso che il tuo stesso figlio è stato sgozzato nel suo letto. YANGUMAN: La maledizione è sulla mia testa. Non potrò dunque mai più rivedere mio figlio… ? MESSAGGERO: Ahimé! YANGUMAN: Quando dunque potrò trovare la pace? Quando il mio cuore cesserà di farmi del male, di bruciare nel mio petto, come una pentola sul fuoco? MESSAGGERO: Infatti, o mia Regina, c'è di che essere pessimisti sull'avvenire. YANGUMAN: La pace mi ha lasciato. Ogni giorno è per me un giorno maledetto! Ed ogni mattino vedo con inquietudine il sole alzarsi, e mi domando quale maledizione mi riservi… MESSAGGERO: La rivolta è stata veloce come il falco che si getta sui pulcini. YANGUMAN: Ah! Bisogna reagire! Questa volta io la soffocherò. La repressione sarà dura, crudele, terribile! Si, hanno ucciso una ventina di soldati ubriachi; ma ora sentiranno su di loro la morsa del vero esercito abron. MESSAGGERO: I nostri guerrieri saranno vendicati nel sangue….! YANGUMAN: Esci! Vai a farti curare, uccello di sventura! La prossima volta che mi porterai notizie del genere, ti farò tagliare la testa. |