Discorso del Papa ai sacerdoti del Vodun


Una visita per incoraggiare

Cari amici,
Sono lieto di avere questa occasione d'incontrarvi e vi saluto molto cordialmente. Come sapete, sono venuto in Benin, innanzi tutto, per rendere visita alle comunità cattoliche, per incoraggiarle e confermarle nella fede. Inoltre, ho sempre pensato che il contatto con persone che appartengono a tradizioni religiose diverse, fosse una parte importante del mio ministero.

Un Papa che dialoga

La Chiesa cattolica è favorevole al dialogo: dialogo con i cristiani di altre chiese e comunità ecclesiali, dialogo con i credenti di altre famiglie spirituali, e dialogo, anche, con coloro che non professano alcuna religione. Essa desidera instaurare rapporti positivi e costruttivi con le persone e con i gruppi umani di diverso credo, in vista di un arricchimento reciproco.
Il Concilio Vaticano II, che ha tracciato il cammino della Chiesa per la fine di questo millennio, ha riconosciuto che, nelle diverse tradizioni religiose, c'è del vero e del buono, dei semina verbi.
Esso ha esortato i discepoli di Cristo a scoprire "quali ricchezze, Dio nella Sua munificenza, ha dato ai popoli" (Ad Gentes, n.11, EV 1\1112.).
Questi sono i fondamenti di un dialogo fruttuoso, come diceva l'apostolo Paolo ai primi cristiani: "Tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto di vostri pensieri" (Fil. 4,8).

Rispetto per i valori e per l'uomo

Da ciò il nostro atteggiamento di rispetto: rispetto per i veri valori, dovunque essi siano, rispetto soprattutto per l'uomo che cerca di vivere di questi valori, valori che lo aiutano ad allontanare la paura.
Siete fortemente attaccati alle tradizioni che vi hanno tramandato i vostri antenati. E' legittimo essere riconoscenti verso i più anziani, che vi hanno trasmesso il senso del sacro, la fede in un Dio unico e buono, il gusto della celebrazione, la considerazione per la vita morale e l'armonia della società.
I vostri fratelli cristiani apprezzano, come voi, tutto ciò che è bello in queste tradizioni, poiché sono, come voi, figli del Benin.
Ma essi sono altrettanto riconoscenti ai loro "avi nella fede", a partire dagli apostoli, fino ai missionari, per aver portato loro il Vangelo. Questi missionari hanno fatto conoscere loro la "buona novella", che Dio è Padre e che è sceso tra gli uomini attraverso suo Figlio, Gesù Cristo, portatore di un gioioso messaggio di liberazione.

Un Vangelo ricevuto e trasmesso

Se andiamo più indietro nella storia, constatiamo che gli antenati di questi missionari, giunti dall'Europa, avevano essi stessi ricevuto il Vangelo, quando avevano già una religione ed un culto.
Accogliendo il messaggio di Dio, essi non hanno perduto niente. Al contrario, hanno avuto la possibilità di conoscere Gesù Cristo e di divenire, in Lui, per mezzo del Battesimo, figli e figlie del Dio d'amore e di misericordia.
Tutto ciò è stato fatto nella libertà. Infatti i Vangeli sottolineano che Gesù non ha costretto nessuno. Agli apostoli, Cristo ha detto: "Se vuoi seguimi"; ai malati: "Se vuoi puoi essere guarito". Ciascuno deve rispondere all'appello di Dio, liberamente ed in piena responsabilità.
La Chiesa considera la libertà religiosa, un diritto inalienabile, un diritto che si accompagna al diritto di ricercare la verità.

Chiamati a collaborare

E' in un clima di rispetto per la libertà religiosa di ognuno, che il dialogo interreligioso può svilupparsi e dare i suoi frutti.
Questo dialogo non è rivolto solamente ai valori del passato e del presente. Esso guarda anche all'avvenire. Esso implica la collaborazione, allo scopo di "difendere e promuovere , per tutti gli uomini, la giustizia sociale, i valori morali, la pace e la libertà".(Nostra aetate, n°3; EV 1\860).
Queste parole del Concilio Vaticano II, malgrado siano situate in un contesto diverso, delineano un programma per i credenti di un paese come il vostro, in cui i cristiani ed i mussulmani vivono insieme ai membri della religione tradizionale africana.

L'unione dei credenti

Il Benin, per svilupparsi, ha bisogno della partecipazione di tutti i suoi figli e nessuno deve chiudersi in se stesso. Cristiani, membri della religione tradizionale e mussulmani sono chiamati a rimboccarsi le maniche per operare insieme per il bene del paese. Quest'azione solidale dei credenti è importante per lo sviluppo integrale la giustizia e la liberazione umana. Quest'opera sarà portata avanti meglio se accompagnata da una preghiera fervente a Dio, creatore e Padre, fonte di ogni bene. Che le voci di tutti si uniscano per chiedere a Dio di concedere la prosperità e la pace a tutti gli abitanti di questo caro paese!
Da parte mia, siatene certi affido al Signore le vostre preoccupazioni e le vostre speranze. Che Dio benedica voi e tutte le vostre famiglie!

Cotonou, Benin, 4 Febbraio 1993