Portoghesi, che furono i primo Europei a stabilirsi sulla "Costa
degli Schiavi", chiamarono il Vodun "feticao", che significa oggetto
fabbricato, manufatto: Questo termine sembra aver migrato verso ovest, cioè
dall’attuale Nigeria fino al Ghana, passando per il Dahomey.
Infatti la lingua Yoruba (il paese Yoruba occupa la parte sud-occidentale della
Federazione Nigeriana) è la base comune delle diverse lingue "sacre"
usate nel Vodun, soprattutto nei riti divinatori del "fa"; rito che domina
sugli altri, poiché sta all’inizio di ogni celebrazione ed ogni intervento del Vodun.
Colpisce il fatto che la maggioranza dei "grandi Vodun" siano
degli "orisha" importati dai regni di IFE e di OYO, all’epoca in cui il
regno di ABOMEY era vassallo di quello di Oyo.
Nel 17° sec. i re di Abomey pagavano il tributo ai re di questo regno Yoruba.
Come in passato Roma aveva intelligentemente adottato la cultura greca, così
Abomey adottò e cominciò a praticare i principali culti "orisha".
Per far questo è bastato risparmiare la vita di alcuni Yoruba fatti prigionieri
durante le razzie in regni vicini. Fra di loro quelli che erano stati "iniziati"
a qualche orisha, erano risparmiati, e messi da parte per il culto. Costoro,
ben contenti di essere stati risparmiati, diventavano "sacerdoti"
ed iniziatori zelanti.
E’ fuori di dubbio che la sorgente di molti "grandi Vodun" che gli
Yoruba chiamano "orisha", si trova nella zona Yoruba dell’attuale Nigeria.
Ma non dimentichiamo che i Vodun sono numerosi!
Per ora, prima di tentare una definizione di Vodun, è importante
ricordare che esso è sempre al servizio di una collettività, di una
comunità, sia essa nazionale, che regionale, tribale o famigliare...
Se non si parte da questa constatazione fondamentale, l’ottica del ricercatore
più onesto o dell’etnologo più coscienzioso, viene automaticamente
falsata.
L’errore principale di molti infatti è quello di considerare il Vodun
solo dal punto di vista personale, cioè partendo dal presupposto che il
Vodun è per l’individuo.
In realtà, al contrario della nostra società moderna fondamentalmente
individualista, la società così detta "primitiva" è
comunitaria: l’individuo non conta, o se conta lo è solo per il fatto che il
suo posto ed il suo ruolo gli sono dati dalla comunità.
Ciò che ha fuorviato numerosi ricercatori, su questa materia,
è il fatto che in America e nei Caraibi il Vodun ha preso un ruolo individuale,
perdendo la sua funzione originale di servizio di una comunità: è stato
usato per degli interessi privati ed influenzato dalla modernità.
Ritorneremo in seguito su queste devianze, quando tratteremo del Vodun nell’odierno
Benin.
Questo ci spinge anche a precisare ciò che NON è Vodun.
Lo si confonde spesso con la stregoneria, per cui conviene subito intenderci
sul valore della parola.
Se per stregoneria si intende l’arte di "fare fatture" per nuocere
ad altri o per uccidere, allora il Vodun non solo NON entra in questa categoria,
anzi uno degli obiettivi del Vodun è quello di lottare contro questo tipo
di stregoni. Il Vodun infatti rappresenta "atshè", la potenza
benefica, incaricata di lottare contro "azé" .a potenza malefica.
Il Vodun non é un’arte per guarire, né una specie di ordine dei "medici" tradizionali, anche se le erbe e le piante fanno parte dei riti Vodun, ma non in quanto oggetti di farmacia.