Il Vodun è presente su tutta l’area culturale adja-tado, cioé presso coloro che si considerano discendenti degli Adja del regno Tado, al sud-est del Togo; dunque lungo tutta la fascia costiera da Porto-Novo ad Agoué, e per 300 km in direzione nord. Se si volesse fare in inventario dei diversi Vodun, si scopre che alcuni "grandi Vodun" predominano in zone determinate:
il Vodun Dangbé a Ouidah
" " Adjigo a Agoué
" " Hèviesso a Abomey e Calavi
" " Zangbéto a Porto Novo e Tori
" " Sakpata a Dassa Zoumé
" " Dan a Savalou
" " Nessouhoué a Abomey
Dalla regione di Savalou e di Dassa Zoumé andando verso nord, il Vodun
si fa sempre più raro.
I Nago ( immigrati dalla zona Yoruba della Nigeria) hanno conservato solo i
loro "orisha" più popolari, quelli cioè di utilità
pubblica: ORO e EGUN.
Hanno pure conservato le spettacolari danze delle maschere Guélédé.
Proviamo a definire il Vodun
Non è cosa facile, trattandosi di un culto esoterico. Il Vodun
sfugge ad ogni definizione, ad ogni spiegazione razionale, ad ogni dimostrazione
scientifica: Il Vodun si sente e si vive: non si definisce.
E’ imparentato con tutte le religioni africane dette "primitive" in
quanto é anche culto degli antenati e culto ad una divinità
(feticci); è vicino all’animismo, in quanto relazione fra il visibile
e l’invisibile.
Ciò che rende il Vodun singolare e ovunque conosciuto è
l’insieme delle strutture particolari e delle "tecniche" molto
impressionanti di cui è circondato.
Grande è anche il suo dinamismo ed il suo peso sulla vita quotidiana:
dalla nascita alla morte, il "pagano" (abitante delle zone rurali) ne
è circondato, ma nell’interesse esclusivo della tribù, del villaggio,
della famiglia... L’élite di ogni comunità ne é mobilitata per
imporre la legge e la tradizione.