Il punto di vista dei primi missionari è di straordinaria importanza,
perché il Vodun che essi hanno incontrato era ancora autentico e puro,
senza inquinamento da influenze esterne.
Le loro opinioni sul Vodun sono sovente divergenti. Alcuni lo deprezzano
completamente e lo demonizzano; altri, più prudenti, non si permettono
di giudicarlo; altri ancora mostrano verso il Vodun un grande interesse non privo
di simpatia.
Nelle pagine seguenti, noi riprenderemo questo tre punti di vista, facendo ben
attenzione a non schematizzare troppo.
E’ chiaro che la tendenza dominante, a partire dalla Bibbia, era quella di condanna
del Vodun come idolatria.
Tuttavia all’interno delle tre opinioni, c’è tutta una varietà
di sfumature.
Quasi tutti i missionari, salvo rare eccezioni, hanno riconosciuto che il culto
Vodun è una "religione" e che il "vodunsento"(adoratore del Vodun)
crede in un Dio creatore...
Sono i più numerosi: tra di loro i più conosciuti sono i Padri Borghero,
Laffitte, Courdioux, Chautard....
Borghero termina il suo "Journal" con una decina di pagine di
"Notizie Generali", dove parla soprattutto della religione tradizionale.
E’ chiaro che la proibizione di evangelizzare i pagani, fattagli dal re Glélé,
la realtà dei sacrifici umani ed i suoi numerosi conflitti personali con
i "vodunnon" hanno fortemente condizionato il giudizio di questo fondatore
della Missione in Dahomey, in un senso negativo. Ecco alcune sue affermazioni:
" E’ impossibile trovare in tutto questo e formulare un sistema di credenze
religiose, perché di fatto non lo sono, né nella mente dei popoli che
ho visitato, né nella mente dei "preti" che ne sono depositari.
I "dogmi" del paganesimo, come errore e falsità, non hanno né
forma né limiti.
Il terrore, la paura, la sete di piacere, i pregiudizi, le tradizioni confuse,
la gelosia, l’odio verso i vicini, ed altre cose del genere, stanno all’origine delle
credenze di queste povere creature.
Se poi aggiungiamo la furbizia dei "preti", degli impostori, dei
saltimbanchi ( tutta gente che si dà una parvenza di sacro) allora ci si
può fare un’idea esatta della natura di queste credenze (pag.135).
"Se da qualche parte viene attribuita agli Spiriti la volontà di fare
del bene, anche ciò deve essere letto in chiave negativa: cioè, si
adorano gli Spiriti, non perché sono buoni, ma perché non facciano del male.
Dunque sembra proprio che l’idea di una divinità positivamente buona, che ama
gli esseri umani riversando su di loro i suoi benefici, sia straniera alla mentalità
dei Neri. Preferiscono credere in Spiriti cattivi, e ne hanno terrore. Infatti molti
Spiriti incutono terrore, anzi si può affermare che questo sentimento fondi
tutto il feticismo (Pag. 138).
"Insomma, il feticismo è una vera e propria idolatria; ma più
mostruosa che i culti idolatri veri "
(Pag. 139) " Guardando in un modo complessivo tutte queste mostruosità
messe insieme, è evidente un’azione direttrice unica, intelligente, mirata senza
possibilità di dubbio a cancellare dalla mente umana l’idea del vero Dio;
ad allontanare questa gente dal loro creatore e a sostituire il culto del vero Dio con
tutto ciò che è esattamente il contrario di Dio...
Per noi cristiani è evidente l’azione degli spiriti delle tenebre e la loro
volontà di farsi adorare e farsi riconoscere come dei.
Si può affermare che il feticismo quale noi l’abbiamo incontrato ed esaminato
per molti anni, è la religione dell’odio di Dio e del prossimo; la religione
dell’egoismo, del rigetto, del crimine, poiché questa è la base e lo
spirito di questi culti orribili, di queste superstizioni infernali (Pag. 135).
Tuttavia, dopo queste affermazioni estremamente forti, Borghero esprime qualche
riserva sulla sua condanna globale del Vodun.
"Diciamo che esiste un lato positivo nella paura ispirata dal terribile
"shango"(dio del fulmine).
Questa divinità vendica i crimini nascosti. Ad esempio, su sentieri
battuti da passanti in cerca di cibo e di bevande, si possono trovare acqua,
provviste e cibi da consumare. Tuttavia nessuno è lì per vendere o
per sorvegliare: solamente, sopra le provviste è sospesa un’ascia o qualche
altro oggetto "shango"... tutte cose capaci di scoraggiare anche i ladri
più audaci ( pag. 144).
Per questo motivo, i "féticheurs" trovano sostegno da parte del
potere, a causa del prestigio che godono nell’opinione pubblica. Ma anche fra di loro,
capita come ovunque e sempre, che se qualcuno ha del denaro, può
"comperarli", per essere più potente. In questo caso, gli
oracoli, le minacce della collera dei feticci, tutto sarà ispirato dal
denaro del più forte...Così si capisce come il re sia "l’umilissimo
esecutore" degli ordini venuti dai "féticheurs" ( pag. 147 ).
"Il feticismo, anche se grossolano, condiziona fortemente lo spirito della
gente, per cui i capi se ne servono per mantenere un certo ordine sopra i loro sudditi.
Si direbbe che sentono il bisogno di un intermediario fra Dio e l’uomo: allora
lo cercano nell’ombra delle loro mani. Mi auguro che la conoscenza di nostro Signore
Gesù Cristo giunga un giorno a loro, e sono certo che ne saranno felici".
(Da gli "Annali")
Anche Laffitte, arrivato a Ouidah in dicembre 1861, tiene un linguaggio negativo riguardo al Vodun. Colpisce il fatto che egli utilizzi gli stessi termini peggiorativi, sia per i riti Vodun che per la schiavitù ed i sacrifici umani. Gli epiteti più comuni nei suoi scritti sono "mostro dalla faccia umana", "corte infernale", "odioso Belfegor", "impero del demonio"... Egli presenta il Dahomey del suo tempo come una "terra sottomessa al potere di Satana"; ogni feticcio è una "statua immonda" ; il culto Vodun è "religione immaginaria" e "degrado senza limiti"...
Courdioux non è più tenero, nel suo giudizio. Scrive ad esempio
nelle sue "Note su Porto Novo": "Apologan è il capo di tutti
i "féticheurs" del regno; questo non gli impedisce di affermare lui
stesso che tutti i "féticheurs" sono impostori ed avvelenatori.
Sarebbe utile ricordare questa affermazione!"
Chautard, che abitò a Porto Novo dal 1878 al 1889, sottolinea
soprattutto l’aspetto sanguinario dei culti Vodun. Attribuisce ai Vodunnon un
grande numero di sacrifici umani sia in onore dei re defunti, sia in altri riti
che si compiono in diversi luoghi , ad esempio sulla spiaggia per un commercio prospero.....