Opinioni e comportamenti di alcuni missionari verso il Vodun


Il punto di vista dei primi missionari è di straordinaria importanza, perché il Vodun che essi hanno incontrato era ancora autentico e puro, senza inquinamento da influenze esterne.
Le loro opinioni sul Vodun sono sovente divergenti. Alcuni lo deprezzano completamente e lo demonizzano; altri, più prudenti, non si permettono di giudicarlo; altri ancora mostrano verso il Vodun un grande interesse non privo di simpatia.
Nelle pagine seguenti, noi riprenderemo questo tre punti di vista, facendo ben attenzione a non schematizzare troppo.
E’ chiaro che la tendenza dominante, a partire dalla Bibbia, era quella di condanna del Vodun come idolatria.
Tuttavia all’interno delle tre opinioni, c’è tutta una varietà di sfumature.
Quasi tutti i missionari, salvo rare eccezioni, hanno riconosciuto che il culto Vodun è una "religione" e che il "vodunsento"(adoratore del Vodun) crede in un Dio creatore...

Coloro che demonizzano il Vodun


Sono i più numerosi: tra di loro i più conosciuti sono i Padri Borghero, Laffitte, Courdioux, Chautard.... Alcune rappresentazioni di Shango, dio della folgore

Francesco Borghero (1830/1892)

Borghero termina il suo "Journal" con una decina di pagine di "Notizie Generali", dove parla soprattutto della religione tradizionale. E’ chiaro che la proibizione di evangelizzare i pagani, fattagli dal re Glélé, la realtà dei sacrifici umani ed i suoi numerosi conflitti personali con i "vodunnon" hanno fortemente condizionato il giudizio di questo fondatore della Missione in Dahomey, in un senso negativo. Ecco alcune sue affermazioni:
" E’ impossibile trovare in tutto questo e formulare un sistema di credenze religiose, perché di fatto non lo sono, né nella mente dei popoli che ho visitato, né nella mente dei "preti" che ne sono depositari. I "dogmi" del paganesimo, come errore e falsità, non hanno né forma né limiti.
Il terrore, la paura, la sete di piacere, i pregiudizi, le tradizioni confuse, la gelosia, l’odio verso i vicini, ed altre cose del genere, stanno all’origine delle credenze di queste povere creature.
Se poi aggiungiamo la furbizia dei "preti", degli impostori, dei saltimbanchi ( tutta gente che si dà una parvenza di sacro) allora ci si può fare un’idea esatta della natura di queste credenze (pag.135).
"Se da qualche parte viene attribuita agli Spiriti la volontà di fare del bene, anche ciò deve essere letto in chiave negativa: cioè, si adorano gli Spiriti, non perché sono buoni, ma perché non facciano del male. Dunque sembra proprio che l’idea di una divinità positivamente buona, che ama gli esseri umani riversando su di loro i suoi benefici, sia straniera alla mentalità dei Neri. Preferiscono credere in Spiriti cattivi, e ne hanno terrore. Infatti molti Spiriti incutono terrore, anzi si può affermare che questo sentimento fondi tutto il feticismo (Pag. 138).
"Insomma, il feticismo è una vera e propria idolatria; ma più mostruosa che i culti idolatri veri "
(Pag. 139) " Guardando in un modo complessivo tutte queste mostruosità messe insieme, è evidente un’azione direttrice unica, intelligente, mirata senza possibilità di dubbio a cancellare dalla mente umana l’idea del vero Dio; ad allontanare questa gente dal loro creatore e a sostituire il culto del vero Dio con tutto ciò che è esattamente il contrario di Dio...
Per noi cristiani è evidente l’azione degli spiriti delle tenebre e la loro volontà di farsi adorare e farsi riconoscere come dei.
Si può affermare che il feticismo quale noi l’abbiamo incontrato ed esaminato per molti anni, è la religione dell’odio di Dio e del prossimo; la religione dell’egoismo, del rigetto, del crimine, poiché questa è la base e lo spirito di questi culti orribili, di queste superstizioni infernali (Pag. 135).
Tuttavia, dopo queste affermazioni estremamente forti, Borghero esprime qualche riserva sulla sua condanna globale del Vodun.
"Diciamo che esiste un lato positivo nella paura ispirata dal terribile "shango"(dio del fulmine).
Questa divinità vendica i crimini nascosti. Ad esempio, su sentieri battuti da passanti in cerca di cibo e di bevande, si possono trovare acqua, provviste e cibi da consumare. Tuttavia nessuno è lì per vendere o per sorvegliare: solamente, sopra le provviste è sospesa un’ascia o qualche altro oggetto "shango"... tutte cose capaci di scoraggiare anche i ladri più audaci ( pag. 144).
Per questo motivo, i "féticheurs" trovano sostegno da parte del potere, a causa del prestigio che godono nell’opinione pubblica. Ma anche fra di loro, capita come ovunque e sempre, che se qualcuno ha del denaro, può "comperarli", per essere più potente. In questo caso, gli oracoli, le minacce della collera dei feticci, tutto sarà ispirato dal denaro del più forte...Così si capisce come il re sia "l’umilissimo esecutore" degli ordini venuti dai "féticheurs" ( pag. 147 ).
"Il feticismo, anche se grossolano, condiziona fortemente lo spirito della gente, per cui i capi se ne servono per mantenere un certo ordine sopra i loro sudditi. Si direbbe che sentono il bisogno di un intermediario fra Dio e l’uomo: allora lo cercano nell’ombra delle loro mani. Mi auguro che la conoscenza di nostro Signore Gesù Cristo giunga un giorno a loro, e sono certo che ne saranno felici". (Da gli "Annali")

Irénée Laffitte (1837/1901)

Anche Laffitte, arrivato a Ouidah in dicembre 1861, tiene un linguaggio negativo riguardo al Vodun. Colpisce il fatto che egli utilizzi gli stessi termini peggiorativi, sia per i riti Vodun che per la schiavitù ed i sacrifici umani. Gli epiteti più comuni nei suoi scritti sono "mostro dalla faccia umana", "corte infernale", "odioso Belfegor", "impero del demonio"... Egli presenta il Dahomey del suo tempo come una "terra sottomessa al potere di Satana"; ogni feticcio è una "statua immonda" ; il culto Vodun è "religione immaginaria" e "degrado senza limiti"...

Philibert Courdioux (1838/1898)


Courdioux non è più tenero, nel suo giudizio. Scrive ad esempio nelle sue "Note su Porto Novo": "Apologan è il capo di tutti i "féticheurs" del regno; questo non gli impedisce di affermare lui stesso che tutti i "féticheurs" sono impostori ed avvelenatori. Sarebbe utile ricordare questa affermazione!"

Eugène Chautard(1851/1915)


Chautard, che abitò a Porto Novo dal 1878 al 1889, sottolinea soprattutto l’aspetto sanguinario dei culti Vodun. Attribuisce ai Vodunnon un grande numero di sacrifici umani sia in onore dei re defunti, sia in altri riti che si compiono in diversi luoghi , ad esempio sulla spiaggia per un commercio prospero.....