Un pioniere del dialogo

François Steinmetz (1868/1952)

In quella fine di secolo 19°, colui che, con pazienza e sensibilità fu artefice di dialogo con i seguaci del Vodun, fu senza dubbio Francois STEINMETZ. Prima ancora di succedere a Mgr Dartois nel 1906, come secondo Vicario Apostolico del Dahomey, Steinmetz era stato un esperto nell’arte difficile del dialogo con le religioni tradizionali, quand’era responsabile della missione di Ouidah, dal 1898 al 1905.
Leggiamo la sua stessa testimonianza dei primi anni di missione. " Il S.Sacrificio della Messa della domenica attirava un buon numero di persone credenti, alle quali si univano dei pagani, e persino dei "preti" delle divinità locali. Questa era l l’immagine della stessa simpatia che la Chiesa aveva suscitato nei primi secoli del cristianesimo, presso popolazioni semplici e sincere .
danze alla fine dell'iniziazione

Il Bokonon Agnilo Codji

Un "prete" del "fa", divinità degli oracoli, Bokonon Agnilo, sul quale la nostra religione esercitava un forte interesse, abitava un gruppo di case (Agnilo Codji) situate a pochi km a sud della città.
La sua presenza regolare alla Messa festiva lo aveva reso famigliare a tutti. Non faceva sfoggio nè ostentazione; vedendolo, si capiva che era una di quelle anime votate al culto della loro divinità, ma sempre in attesa della vera religione, e che benedirebbero il giorno in cui la dottrina del solo ver Dio sarebbe stata loro rivelata.
Notai subito quell’uomo, e feci sua conoscenza in febbraio 1893....
La diceria popolare ha tessuto intorno a questa mia relazione con Agnilo, prete del Fa, una leggenda : quest’uomo mi avrebbe "iniziato" all’interpretazione degli oracoli della sua divinità.
Il fatto è che ...io avrei dovuto credere al Fa.
Da parte sua Agnilo si mostrava più intelligente di tanti suoi compatrioti; non tardai a capire che aveva un cuore buono ed uno spirito solido. Da parte sua, non tentò mai di contraddire la leggenda, che ormai era di dominio pubblico a Ouidah, di una mia ipotetica "iniziazione" alla divinità Fa, perché ciò aumentava il suo prestigio di "prete" che predice l’avvenire e che fa conoscere la volontà degli dei ai suoi compatrioti.
Ma Agnilo non tentò nemmeno di sfruttare questa leggenda, per aumentare il numero dei suoi clienti, e di trarne dei vantaggi.

Nascita di un'amicizia

Veniva sovente a trovarmi, dopo la Messa domenicale. All’inizio, uno dei ragazzi ospiti alla Missione, faceva da interprete: Più tardi, ciò divenne inutile, quando cioè la mia conoscenza della lingua Fon divenne più solida.
Un giorno decisi di contraccambiare le sue visite.... (segue il racconto della visita).
Agnilo proviene da Mokpa, nella zona Mahi, al centro del Dahomey. Il suo nome è un’alterazione di wa ni gnilo (che significa: sii un esempio!), che in lingua Fon di Abomey si dice wa ni lo.
Agnilo potrebbe, in modo naturale ed intelligente, diventare un ponte, per superare le difficoltà nate dall’incontro-scontro fra la sua religione e la fede cattolica....
A dire il vero, i vodunnon raramente si mettevano contro la nostra religione in un modo aperto; ma erano anche campioni di astuzia. Posso però vantarmi d’aver ottenuto che rispettassero il cattolicesimo.
Nascevano tra di noi delle ostilità soprattutto quando essi volevano forzare, con la complicità di certi genitori, la coscienza di giovani cristiani, obbligandoli ad entrare nei "conventi", per essere iniziati al culto delle divinità locali.
Devo ammettere, per essere giusto, che sovente diventavano remissivi, abbandonando ogni intransigenza.

La costruzione della Chiesa

La costruzione della chiesa di Ouidah è stata un’occasione provvidenziale per un miglior contatto con i féticheurs della zona. Fino a quel momento, Agnilo, il prete del Fa, era il solo che veniva a farci visita. Nel 1903, col suo aiuto avevo creato dei legami di amicizia con tutti i suoi confratelli della città. La nostra chiesa sarebbe stata costruita in mattoni cotti e sabbia e cemento.
I nostri cristiani si erano addossati il compito del trasporto di terra e sabbia, dalle cave fino al luogo del cantiere. Il trasporto sulla testa, a quel tempo, era il solo possibile...
Una domenica Agnilo venne alla Missione dopo la Messa. Era serio ed aveva un’aria di mistero. Dopo i saluti tradizionali, mi disse a bruciapelo: I vostri cristiani trasportano la terra per la nuova chiesa. I pagani ed i loro preti potrebbero anch’ essi trasportare sabbia con i cristiani ?
"Perché no?- risposi. Dio è creatore di tutti Se i preti dei feticci partecipano ai lavori per la costruzione del tempio destinato al culto di Dio, significa che i quei preti riconoscono Dio come Padrone: il loro gesto sarà un omaggio reso alla sua onnipotenza, che loro di fatto riconoscono già".
Il viso di Agnilo si rischiarò. "Grazie, i miei confratelli saranno felici di sentire che possono unirsi ai cristiani, per costruire la chiesa".
I più sorpresi furono i cristiani quando, il lunedì, quei giovani preti dei feticci vennero numerosi alla cava, con ceste, bacinelle ed altri recipienti, caricarsi di terra e di sabbia e dirigersi contenti verso la Missione. Questo primo gruppo lavorò duro fino a mezzogiorno; un secondo gruppo prese il loro posto al pomeriggio fino al cader del sole.

A Casa loro per ringraziarli

Ci fu detto che i più anziani fra i preti dei feticci, stavano sui bordi della cava, sorvegliando il lavoro, incoraggiando i loro uomini a più diligenza, scuotendo gli indolenti, ed esigendo che i recipienti fossero pieni fino all’orlo.
I preti avevano fatto un passo verso di noi, per primi; sarebbe stato venir meno alla carità ed alla giustizia non rispondere a questi gesti di amicizia. Non ebbi dubbi, quando decisi di andare a casa loro, per ringraziarli, uno per uno.
Quello fu il gesto capace di stabilire fra loro e noi un sentiero d’intesa, che col tempo si sarebbe allargato. Ciò aiutò molto ad appianare il risentimento degli inizi, che alcuni di loro conservavano ancora nei confronti della religione cattolica. I sacerdoti cattolici hanno a loro disposizione, attraverso la carità e la comprensione, la chiave che può aprire i cuori dei pagani all’azione di Dio... Ai giovani Missionari appena arrivati dall’Europa, ed agli allievi che, brucianti di zelo cristiano, credevano di agir bene sfidando i sentimenti dei pagani noi non abbaiamo mai smesso di consigliare il rispetto delle tradizioni del Paese, non contrarie ai principi di civiltà cristiana.
Evitiamo ogni atto o parola azzardata che possa ferire i loro sentimenti religiosi: Mostriamo loro gli errori, ma senza intemperanza di linguaggio. Non dimentichiamo i consigli di S.Francesco di Sales "Si prendono più mosche con il miele che con l’aceto".
Saremo più utili alla fede cattolica in questo paese con la dolcezza che con la brutalità.
Questi consigli non erano inutili , soprattutto a Ouidah, dove il culto principale era la zoolatria, cioè il culto del "dangbé" ( il pitone ). Infatti gli scontri più gravi che abbiamo avuto con i preti feticisti di Ouidah sono nati dalla profanazione del loro "dangbé".

Qualche grano di sabbia...

Steinmetz dà notizia anche di qualche grano di sabbia negli ingranaggi di questa simpatia...
Questi ... grani di sabbia sono piccoli scontri di Steinmetz con i seguaci del famoso "dangbé", pitone sacro di Ouidah; sono anche gli scontri di Borghero con i preti del "shango"; sono l’avvelenamento dei padri Holley ad Abeokuta, e Moran a Atakpamé...
Questo fa capire chiaramente che i vounnon erano pronti a tutto, pur di difendere i loro diritti, le loro prerogative ed il loro culto.
Questo comportamento diventa più chiaro se si comprende il carattere comunitario del Vodun. Infatti i preti che noi chiamavamo féticheurs si ponevano come difensori intransigenti dei culti ancestrali, nel nome del bene comune e per la protezione della loro comunità tribale o nazionale.
E’ vero che ogni potere è tentato di abusi e di eccessi; ma l’intenzione di base è giusta e nasce dalla necessità di preservare la vita e la solidarietà del gruppo.
Bouche, da parte sua, scriveva con fine intuito "Non dimentichiamo il nostro passato di Europei. Ciò che i Neri oggi sono e fanno, lo sono stati e l’hanno fatto i nostri antenati. Se noi oggi siamo cambiati, lo dobbiamo a 19 secoli di cristianesimo, che hanno cancellato le tracce delle nostre barbarie e degrado. Col cristianesimo anche i Neri si affineranno e cresceranno..."