Quelli visti sono stati i giudizi ed i comportamenti dei primi missionari, cioè
quelli di prima del 1900.
Passiamo ora in rassegna le opinioni ed i comportamenti della seconda generazione
di missionari, quelli che hanno lavorato nel Dahomey nella prima metà del 20°secolo.
P.Steinmetz, divenuto secondo Vicario Apostolico del Dahomey, dopo Mgr Dartois,
manterrà sempre la stessa simpatia e la stessa apertura nei confronti dei
seguaci del Vodun, sforzandosi di appianare in via amichevole gli inevitabili conflitti
che venivano a nascere, in particolare a causa dei rapimenti di catecumeni, forzati poi
a rimanere nei vodunkpamé ( conventi)
Louis Parisot, suo successore nel 1935, invece, all’inizio della sua vita missionaria a Athiémé, ebbe un atteggiamento meno comprensivo; anzi fu piuttosto ostile al vodun.
Parisot demonizza il Vodun e non gli riconosce nessun valore, né morale,
né culturale.
Queste brevi notizie bastano a riassumere il pensiero di Parisot riguardo
al Vodun?
"Una parola sulle sacerdotesse del tuono. Ogni giorno di temporale
mi danno i brividi con i loro gridi di gufo. Se cominciano i tuoni, esse sfilano vestite
di una semplice tunica bianca, lanciando il loro grido lugubre: Poi sotto gli scroscioni
di pioggia vanno in giro, in fila indiana, dietro una delle loro guide. Il loro grido
continua sempre più angosciante e lugubre, sotto i lampi. E’ tragicomico e diabolico;
sì, è diabolico e a me, che non ho paura di niente, dà i brividi...
Quest’ultima scoperta è già un passo avanti sulla via della
comprensione e del dialogo. Cancella un vecchio pregiudizio del romanticismo missionario
che faceva scrivere a Chateaubriand (Il genio del Cristianesimo - libri 4, cap.8) quale
fosse il vero dovere del missionario. "Che cosa si deve rivelare ad un barbaro che si
incontra per la prima volta ? Nulla delle cose di questo mondo, o quasi nulla.
Ma solo che Dio esiste e che l’anima è immortale."
P.Parisot dunque scopre sempre più il senso di Dio nei pagani,
seguaci del Vodun. Tuttavia, fino al termine della sua vita conserverà, riguardo
al Vodun stesso, l’idea semplicistica di una idolatria grossolana e di opera del demonio.
Ecco ciò che egli afferma riguardo al feticcio "dangbé", il pitone
sacro di Ouidah, nell’omelia dell’Immacolata 1951, a Porto Novo: "I vostri primi
missionari sapevano che, ovunque su questo territorio ed in particolare a Ouidah, il
serpente era ritenuto una divinità, col suo tempio, il suo culto e tutto un popolo
di adoratori. Ma i missionari sapevano soprattutto che questo territorio era sotto
il dominio assoluto e incontrastato dello spirito infernale che trascinò Adamo ed
Eva nella notte del male, della maledizione e della morte: lo spirito che la santa
Scrittura chiama 2l’antico serpente", il cui vero nome è Satana. Non ha
forse preso la forma di serpente per sedurre Adamo ed Eva, mentre erano ancora in uno
stato di innocenza?
Questo modo di leggere la storia degli inizi del cristianesimo in Dahomey
non è falso in sé; ma si capisce subito che l’accento è messo sul
satanismo del serpente Vodun.
E’ vero che sul piano delle relazioni umane e pubbliche, Parisot si comportò
sempre in modo rispettoso, ed anche dopo essere stato nominato Vescovo, salutava i capi
del culto Vodun e faceva loro visite di cortesia: Ma riguardo ai contenuti, egli fu
sempre negativo, considerando il Vodun solo idolatria grossolana.
Prendiamo alcune riflessioni dal suo Diario del 1911: "Il sentiero conduceva alla
baracca dei sortilegi, piena di ossa e di bottiglie... In fondo c’era una mezza dozzina
di statue, allineate su di un’asse, scolpite da un unico pezzo di tronco. Era facile
riconoscere in esse dei feticci, degli idoli: sapevo che ogni minima mancanza di rispetto
a queste divinità grossolane poteva costarmi caro....Sapevo anche di essere spiato:
mi è parso di scorgere dietro un albero gli occhi dello stregone, l’uomo dei
demoni...Allora mi sono inginocchiato "Dio mio, non tollerare più che il
demonio regni più a lungo in questo paese..."
Un'apertura laboriosa
Fortunatamente egli mostrerà in seguito più comprensione e più
apertura - come si dice oggi - non appena passato il primo impatto, e dopo aver incontrato
personalmente dei "féticheurs" ed aver iniziato un dialogo con loro.
"L’inondazione aumenta, l’acqua sale in ogni direzione, taglia la strada,
fa crollare le capanne e sommerge i campi. Le sacerdotesse nere, a cui piace tanto
l’acqua e spesso vi fanno il bagno con la stessa gioia di un’anitra, trovano però
che ora l’acqua è troppa. Allora partono di corsa verso la capanna del loro
capo-stregone, il quale, chissà per quale ispirazione, comanda che ognuna di loro
prenda un tizzone acceso, ed insieme in una corsa indiavolata, vadano a gettarlo nelle
onde dell’ "oppressore", dicendo di non varcare quel limite. E’ notte profonda,
un vociare sguaiato risuona in fondo al villaggio e si avvicina. Dalla veranda abbiamo
assistito a questa incredibile sfilata di furie urlanti, che portano fiaccole. Arrivate
in riva al fiume gettano le fiaccole nell’acqua....richiano persino di incendiare alcune
piroghe! Gli spintoni e la confusione durano poco; soddisfatte esse ritornano ai loro
quartieri in silenzio."
Un’altra annotazione dello stesso tipo: "Ecco qui l’albero-feticcio, con intorno
la temuta palizzata che alloggia lo spirito cattivo, i suoi cani morti e le interiora di
pecora che gli sono offerte... Ecco qui il vergognoso "legba" ( il diavolo )
nella sua statua di terra rossa ornata di conchiglie. Gli sono sacrificati una pecora ed
uno sfortunato pollo... In questo preciso istante suona l’Angelus in lontananza: io invoco
l’aiuto della Santa Vergine, contro il diavolo...
Nonostante la sorda ostilità che la stregoneria suscita contro di noi, voglio
cominciare l’assalto di ciò che considero la cittadella del demonio, il quartiere
bedji...
Le sacerdotesse del tuono
Continuo l’assedio di bedji, la roccaforte del diavolo; Dio mi benedica poiché
mi sono accorto che l’ostilità è meno forte di quanto credessi. I bambini
hanno paura di me, ma molti ormai mi conoscono e vengono facilmente verso di me. Un uomo
è venuto ad inginocchiarsi davanti a me; ha preso la mia mano e l’ha posata sulla
sua testa, gridando "Mahu ! Mahu ! Dio, Dio" poi mi ha ringraziato. Non lontano
dalla Missione ci sono capanne di feticci. Passavo vicino ad una di esse e mi sono
fermato ad osservare qualcosa di strano: una donna prostrata a terra stava offrendo
un pollo, e dalla capanna una voce di anziana vaticinava. Era la stregonessa che
parlava allo Spirito, e ne trasmetteva le risposte. Quante volte nella boscaglia ho
trovato delle offerte per questi ignobili diavoli: polli, cani, frutti spruzzati con
olio di palma. Qui la base della religione non è l’amore: è la paura.
Ogni culto si limita a calmare gli Spiriti, perché non facciano del male.
L’indigeno crede in un dio buono ed unico, che sta in cielo, ma non si occupa degli
uomini, per cui non c’è bisogno di onorarlo.
Comprensione e dialogo
In realtà Parisot ha già capito che anche i neri che abitano le
foreste più profonde, queste due verità le conoscono da tempi remoti.
Visita anche i conventi dei feticci e s’informa e parla con i vodunnon, che
egli, almeno all’inizio del suo apostolato missionario, aveva confuso con Elimas,
il mago degli Atti degli Apostoli (13.10) "...esser pieno di astuzia e
di ogni scelleratezza, figlio di satana, nemico della giustizia..."
Racconta di una visita fatta ad una donna morente, la cui famiglia era ancora
pagana.
" Terminate le unzioni e le preghiere del Rituale, il catechista Louis invita
tutti a pregare "Santa Maria, madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e
nell’ora della nostra morte... Nelle tue mani, Signore, affido il mio spirito...Tu
mi hai riscattato, Signore....". I fervore della sua preghiera si comunica agli
altri; tutti quei pagani ripetono nella loro lingua le parole della fede e della fiducia
in Dio. Poche volte ho sentito la presenza di Dio così viva, come in quel momento
ed in quel posto, in mezzo a dei pagani, tra i quali stava morendo una cristiana.
Il senso di Dio
Pieni di compassione per questi pagani, 90 anni fa i primi Missionari sono venuti per
liberarli dalle catene della schiavitù, cioè dall’idolatria, dalla
superstizione, da tradizioni criminali.... tutte forme dell’azione del diavolo
in questo Paese.
Ora l’Alleanza divina- realizzata nella Vergine Maria Immacolata- ha prodotto
risultati meravigliosi. Non vorrei portare altre prove, se non questa bella cattedrale
di Ouidah, costruita all’inizio del secolo da una popolazione a maggioranza pagana,
davanti al tempio dei serpenti molto frequentato a quel tempo, ma oggi sempre più
vuoto di idolo e di adoratori."
Una lettura della storia
Nel 1955 scrissi un articolo piuttosto comprensivo nei riguardi del Vodun; precisavo
tra l’altro la mia opinione che non vi siano dei Vodun cattivi e malefici, ma solo dei
Vodun più o meno severi.
Allora, Mgr Parisot mi rifiutò l’imprimatur, dicendo " Lei va contro
tutto ciò che si è pensato ed insegnato fino ad ora." Dieci anni
dopo sottoposi lo stesso testo al giudizio del suo successore, un dahomeano di razza,
Mgr Gantin; subito mi diede il Nihil Obstat e... la sua benedizione.
Se Mgr Parisot ebbe per il Vodun un giudizio duro, assimilandolo agli idoli ed al
satanismo, dobbiamo ricordare che quella era la posizione certa della maggioranza dei
missionari. L’idea stessa di dialogo fra religioni non aveva ancora fatto molta strada,
nella prima metà del XX° secolo.